Questa intervista è stata realizzata grazie alla buona verve di uno dei membri storici della band, il chitarrista Doug Calloway, un buon musicista e un grande uomo.
Sicuramente è un sogno che non si realizzerà mai, ma se conoscete qualcuno che possa farli suonare in Europa, è pregato di mettersi in contatto con la band, la quale vorrebbe ritornare a suonare per riconquistare l'affetto dei suoi sostenitori, come aveva fatto agli albori della sua carriera.
Intervista raccolta da: Beppe Diana
Ciao Doug e grazie per la tua disponibilità, parto subito con il chiederti qual'è in questo momento il tuo stato d'animo dopo aver pubblicato i due cd contenenti tutto il materiale della tua band, sei eccitato oppure appagato?
Ciao Beppe. Mi sento benissimo e si, sono molto eccitato! Voglio ringraziarti per avermi dato l’opportunità di rispondere alle domande che molti fan hanno riguardo i Legion. Abbiamo pubblicato nel gennaio 2017 il primo cd dell’antologia della band a titolo “Darkness” che contiene la versione originale del disco rimasterizzata, e come materiale bonus l’album “For We Are Many”. In marzo invece è stato pubblicato un secondo cd intitolato “Bible of Stone” che include l’album omonimo, e come tracce bonus le registrazioni di “Monsters” e le due canzoni demo del 1985 “Endless Nights” e “No Place to Go”.
Partiamo priorio da quelle registrazioni, qual'era la concezione che avevate dell’epoca dell'heavy metal come genere musicale?
La mia concezione all'epoca era quella di scrivere, e di registrare qualcosa di molto diverso da tutte le band che ci piacevano, sperando che la nostra musica sarebbe potuta piacere ai nostri fan, ma anche alle band che ascoltavamo.
È vero che molti di quei brani sono stati composti quando avevi solo 16 anni?
Sì ero molto giovane e sognavo di suonare dal vivo. Sono scappato di casa a 15 anni senza alcun aiuto economico, questo ha forgiato molto il mio carattere, spingendomi a credere in me stesso e nelle mie qualità.
Diamine così giovane? Ma ti sentivi veramente pronto ad affrontare le difficoltà della vita?
Tutto quello che sapevo era che, se non avessi registrato le mie canzoni, come le sentivo dentro, non so come avrebbero fatto gli altri ad ascoltare quello che avevo da dire.
Cosa mi racconti del secondo step discografico della band a titolo “Monsters”?
Le bozze di quei brani furono registrate su un vecchio Fostex a quattro piste. All'epoca avevo smarrito le istruzioni, ma volevo ugualmente registrare quei brani, così ho dovuto fare parecchi “esperimenti” per portare a termine il mio lavoro. Praticamente ho fatto tutto da solo. Soltando in un secondo momento ho passato le registrazioni alla band in modo che potessero imparare le loro parti.
Successivamente ho imparato molto, passando parecchie giornate ad aiutare l’ingegnere dello studio a capire come ottenere il suond che volevamo. Tutto questo mi ha permesso di comprendere alcuni trucchi, fornendomi una prospettiva più ampia sul contesto di registrazione ed editing/mix.
Nel 1989 la band ha avuto l’opportunità di registrare un album completo, cosa ricordi del periodo legato a “Bible of Stone”?
I brani ed il concetto legati a quell'album, sono stati concepiti intorno al 1987, quindi molto tempo prima di entrare nello studio a registrare. All'epoca provavamo tre notti la settimana da un minimo di due, ad un massimo di quattro ore, e questo per almeno due anni, fino a quando non ci siamo sentiti veramente pronti. Tutto questo naturalmente per non perdere tempo in studio, ma soprattutto denaro. Sai, l'intera operazione era finanziata dalla band anche se avevamo un amico, Dean Ammons, che credeva molto nei Legion, che ci ha aiutato ad ammortizzare i costi delle registrazioni.
Problemi di tutti i tipi, principalmente finanziari. Eravamo molto giovani, stavamo mettendo su famiglia, quindi ognuno di noi aveva altre responsabilità oltre a quelle affrontate con la band. Ma abbiamo sempre superato qualunque problema, insieme. Avevamo anche una crew, che pagavo io, formata da tre persone, con roadie addetto alle luci, quello per il di suono delle chitarre, e un cameraman che ci seguiva ovunque. Andavamo tutti d’accordo. Negli anni tutti, uno alla volta, hanno vissuto con me e la mia moglie. “La stanza della band” è quasi sempre stata a casa mia, tranne quando l’abbiamo avuta in un magazzino a Johnston, South Carolina.
Con Walter e Gary, avevamo un’officina specializzata in riparazioni che aveva molto spazio extra dove potevamo mettere a posto le luci e la nostra attrezzatura per fare le prove per gli show. Mia moglie è una santa, ha sempre avuto un soggiorno con una band al completo, ahahhaha.
A quel tempo poi, esercitandoci tre notti a settimana, era molto comprensiva, e per questo le sono molto grato.
Quelle prove notturne hanno causato problemi alle relazioni degli altri membri della band con le loro mogli che non li hanno sostenuti. Chuck ha divorziato, ed anche Marvin ha avuto dei problemi con la moglie, il che lo ha allontanato dalla band per molto tempo, fino a quando ha realizzato che i Legion erano parte di lui, e ne aveva bisogno.
“Darkness”, il terzo album della band è registrato nel 1991? Qual è stata la ragione per la quale avete insistito nell'auto-produzione? Vuoi farmi credere che non avete trovato nessuna etichetta interessata nei Legion?
So che è difficile da comprendere, ma dopo le registrazioni di quel disco, ho spedito diverse copie a molte etichette dell'epoca, ricevendo sempre e comunque solo dei rifiuti. Le poche label che erano interessate alla nostra musica, ci avevano presentato delle offerte che erano poco vantaggiose, per cui abbiamo preferito pubblicarlo in veste amatoriale.
Per cui, anche se poco vantaggiose, avevate ricevuto delle offerte da parte di qualche etichetta?
Avevamo una vasta audience underground che stava crescendo, ma non abbastanza velocemente per le etichette discografiche che volevano fare dei soldi con la nostra musica. Per firmare un contratto dovevamo conformarci a quello che andava di moda all'epoca, e loro ci avrebbero dato il mondo, si, ma a che costo? La perdita della libertà creativa, dell’anima dei Legion? Non eravamo disposti a venderci per un guinzaglio ricoperto di diamanti solo per guadagnare fama. Per cui siamo rimasti fedeli alla nostra musica, fedeli a noi stessi.
In che modo vi eravate organizzare per ovviare al problema della distribuzione? Avevate escogitato qualche trovata che sopperisse al lavoro di un'etichetta vera e propria?
Come sai, all'epoca non esistevano ancora piattaforme musicali o i social network, per cui vendevamo le nostre registrazioni ai live della band, o nei pochi negozzi specializzati della nostra zona. Giuro, non ero interessato ne ai soldi, ne alla fama, volevo solamente che la gente ascoltasse le mie canzoni.
“Darkness” fu distribuito da Camalot Music e da Turtles Music, due delle catene di musica più importanti del sud-est.
Li vendevamo ai concerti di band famose, andavamo nei parcheggi a scambiare le nostre cassette con altri fan metal in modo da diffondere il verbo dei Legion. Erano altri tempi o tempo.
Provenire da uno stato non proprio rinomato per l'heavy metal come la Georgia, non deve essere stato facile..
Puoi dirlo forte!! Negli Stati Uniti al tempo il metal era rinomato a Los Angeles o a New York, non certo da noi. Il sud-est era un paese biblico. Atlanta non era nemmeno presa in considerazione nell'organizzazione di eventi dalle grande band, anche perchè c'erano solo una manciata di locali che permettevano alle band metal di suonare. Noi potevamo ritenerci fortunati ad avere un locale nella nostra città natale dove potevamo suonare, mentre altri posti in città permettevano alle band di suonare solo una volta al mese.
Avete avuto l’opportunità di supportare band di un certo peso durante quel periodo?
Sì, abbiamo aperto i concerti di band come Sacred Riech, The Impotent Sea Snakes, ed Hell's Kitchen. Però continuavamo ad avere sempre gli stessi problemi, eravamo un'ottima scelta per aprire i concerti, ma non avevamo un’etichetta che ci supportasse per essere la band principale.
Non sono il solo a dirlo, ma dal vivo eravamo micidiali, uniti e precisi quasi chirurgicamente, per cui era difficile trovare una band conosciuta che volesse salire sul palco dopo di noi, era difficile. Credo che questo sia stato un deterrente, e ci ha lasciati in una specie di limbo per molto tempo.
Nel 1994 avevate registrato “For We Are Many” che, sfortunatamente, non ha visto la luce del giorno fino a quest'anno, perché?
Si, diciamo che è stato pubblicato ufficialmente solo negli ultimi mesi tramite la Arkeyn Steel Records. La situazione della band per quell'album era abbastanza straziante. Marvin aveva una condizione fisica che richiedeva attenzione, non poteva suonare con la band, per cui ha dovuto lasciare lo studio nel mezzo delle registrazioni. Prima che la sfortuna si accanisse su di noi, lo studio che avevamo scelto per registrare il nuovo disco prese fuoco alcune settimane prima che concludessimo il lavoro. Avevamo fatto un rough mix grezzo di ogni singolo brano, per fortuna, ma siccome le apparecchiature usate per quella registrazione erano abbastanza antiquate, le bobine di quell'album sono rimaste letteralmente su uno scaffale per anni.
Quando si sono sciolti i Legion? Quali sono state le ragioni? Mancanza di interesse, frustrazione per la direzione che stava prendendo la scena metal?
A metà del 1994, facemmo gli ultimi concerti, suonando tutti e quattro gli album uno dopo l’altro con mezz'ora di pausa fra una sessione e la successiva. Avevamo organizzato tutto in un fine settimana, un venerdì sul sabato, quindi sapevamo già che ci sarebbe stata parecchia gente a seguirci, è stato bellissimo, un sogno realizzato! Dopo quell'evento, sentivamo che ci serviva una pausa, il problema di Marvin si era ripresentato. Dopo 10 anni insieme sentivamo come se ci meritassimo una pausa. Non ci siamo mai lasciati o persi di vista, abbiamo solo messo in stand-by il progetto musicale per venti lunghi anni 20. Non c’era mancanza d'interesse, personalmente ho continuato a scrivere musica, pensa che nel 1995 avevo scritto un nuovo album, formato una nuova band, ed ero diretto di nuovo in studio. Da quel punto di vista, non mi sono mai fermato.
Ti piace ancora ascoltare dischi di Heavy Metal? Segui ancora con passione la scena musicale? Se sì, qual è la tua opinione al riguardo?
Sì! Sarò sempre un metalhead! A dir la verità non seguo più la scena. Le band e la musica stanno diventando di plastica con l'avvento del digitale. L’anima è stata rimossa con i compressori e le batterie troppo pompate. Vorrei vedere il metal riguadagnare il proprio rispetto perduto.
Tutti hanno uno studio di registrazione portatile, creano le proprie etichette, ma è tutto così confusionario, e la musica molte volte suona quasi rigida comparata alle registrazioni in analogico del passato.
Penso che tutto questo tolga qualcosa alla musica metal attuale.
Quali sono i piani futuri della band? Come vedi i Legion nella scena impelagata di nuove band che fanno i propri primi passi, e moltissime vecchie formazioni che si riuniscono nuovamente?
Attualmente stiamo registrando il nostro primo album in più di vent’anni, ed un altro disco che spetta di essere completato. Non ci sentiamo vecchi, ma l'idea di suonare all'interno del nostro circuito locale, non è il nostro obiettivo primario.
La nostra è una musica immortale, raggiunge i giovani ed i vecchi allo stesso modo, e mentre il nome dei Legion si diffonde grazie ad internet, stiamo cercando di mettere su uno show in alcuni locali che pensiamo siano adatti a noi. Sarebbe bello aprire lo show per delle vecchie band riunite per l'occasione che ci lascino mostrare il nostro talento. Abbiamo perso l’occasione vent’anni fa, ma alcune di quelle band sono ancora attive, ed essere coinvolti nei loro live, è un obiettivo che siamo pronti a raggiungere.
Grazie per avermi dato questa opportunità per rispondere ad alcune domande per te e i tuoi lettori. Più gente ci conosce, più i Legion crescono.
Grazie.
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