Il batterista Robert Behnke, ora membro della tribute band LAVA, dall'altro capo del mondo è pronto a ricordare ai lettori di Forging Steel la storia che si cela dietro ai trascorsi artistici dei Seventh Omen.
Intervista raccolta da: Beppe Diana
Ciao Robert e benvenuto sulle nostre pagine, partiamo con la classica domanda, come ed in che modo avete fondato la band? Seventh Omen è stato il nome scelto fin dall'inizio? Sai dirmi se il vostro moniker fosse in qualche modo legato con la Rivelazione o in qualche modo alla Sacra Bibbia?
Ciao Beppe e grazie di cuore. La band è stata formata quando Dave ed io abbiamo risposto ad un annuncio di una rivista locale di Chicago. All'epoca Clay e Mike erano due chitarristi che stavano cercando altri componenti per formare una band. Mike è andato via poco dopo, proprio mentre stavamo scrivendo del materiale originale che lui non era interessato a suonare.
Il nome di Seventh Omen è stato scelto da Clay, a noi è piaciuto sin da subito, e lo abbiamo tenuto. E si, penso che fosse indirettamente correlato alla Rivelazione. Però posso assicurarti che non era nostra intenzione essere una banda "religiosa", o una band "Christian Rock".
Quali band ritieni siano state le influenze "comuni" dei membri della band?
Tutti noi eravamo grandi estimatori di band come Mercyful Fate, Fates Warning, King Diamond e i grandi Pantera. Naturalmente anche i classici come Black Sabbath, Zeppelin e Judas Preist.
Come e quando decideste di uscire allo scoperto con una demo di quattro canzoni nel 1989? Quale sono i tuoi ricordi del tempo trascorso in studio? Visto che era la tua prima registrazione, eri ansioso/eccitato prima di effettuare le tue sessioni di batteria?
Quando abbiamo deciso di registrare la demo, era quello che dovevamo e volevamo fare. Le band che suonavano del materiale originale, dovevano avere qualcosa da vendere ai fan che li vedevano suonare dal vivo, e noi non volevamo essere da meno. Dovevamo dare ai nostri sostenitori qualcosa di concreto da ascoltare.
Il tempo in studio è stato come un'enorme curva di apprendimento, ricordo che abbiamo registrato le canzoni su un vecchio, anzi, antiquato quattro piste marca Tascam.
Ho registrato battendo così forte le mie pelli, che alla fine ero sfinito, ed allo stesso modo hanno fatto gli altri due ragazzi con le tracce di chitarra e basso, davvero altri tempi.
Eravamo molto contenti ed entusiasti del lavoro svolto. L'inesperienza ci ha veramente ispirato a scrivere altro materiale da registrare.
"Date With Destiny" è stato il secondo lavoro, ancora una volta in cassetta, che mostrava una band capace di scrivere canzoni incredibili, grazie anche all'aiuto di un secondo chitarrista, come mai avete deciso di produrre voi stessi quella demo? Credevate veramente di aver raggiunto un ottimo livello di conoscenza in studio di registrazione?
Abbiamo investito tutti i nostri guadagni in strumenti di registrazione qualitativamente migliori, grazie anche al successo della prima demo. C'era fame di conoscenza, per cui abbiamo registrato tutto quello che avevamo scritto. Prove, idee, canzoni. In questo modo siamo diventati veramente bravi a capire come registrare e a come far sembrare meglio ogni singolo passaggio.
Andare in uno studio professionale era molto costoso, in più richiedeva molto tempo. Avere tutta la strumentazione praticamente in casa, ci ha permesso di concentrarci su ciò che volevamo registrare, suonare e sentire.
Perché il secondo chitarrista Darrell Raap lasciò la band solo dopo pochi mesi dalla registrazione di quel lavoro?
Quando era entrato a far parte della band, Darrell ha portato alcune idee veramente valide, ma non si adattava rapidamente alla direzione artistico/professionale in cui volevamo andare.
Il sostituto di Darrel fu Damon Bernklau, ti ricordi quale è stato il suo contributo alle sessione di registrazione del demo "Abstraction"? Ha avuto una parte nel songwriting di quel lavoro oltre alla passione che un nuovo musicista porta all'interno di una line up ampiamente collaudata? Ricordi se aveva suonato precedentemente con altre band?
Damon è stato veramente come una ventata di aria fresca per quello che stavamo facendo. Aveva un'abilità unica sia per quel che riguardava suonare la chitarra, che lo scrivere canzoni. Componeva di getto, arrangiava le sue canzoni, e veniva in studio a farcele ascoltare perchè voleva che gli dessimo il nostro parere.
Si era venuta a creare una vera e propria alchimia, eravamo tutti veramente affiatati, stavamo crescendo insieme, eravamo tutti sulla stessa linea di frequenza quando si parlava di comporre nuovi brani.
Quando lui si è unito alla band, si è rivelato un elemento perfetto, soprattutto per il suo modo di essere versatile. Alcune dei brani di quel demo li abbiamo scritti grazie al suo innato istinto. Lui partiva con il riff iniziale, poi noi sapevamo quali parti sarebbero venute dopo e le suonavamo. Era una gioia scrivere e suonare assieme. Però non tutte le canzoni hanno funzionato come volevamo.
Non credo che Damon abbia avuto altre band prima di far parte dei Seventh Omen, almeno è quello che mi ricordo.
Avete mai cercato di promuovere la tua band vendendo le vostre demo/Cd ai concerti o nei negozi di musica specializzati? Avete mai attaccato volantini in giro per attirare l'attenzione sulla band?
Quando suonavamo nei concerti, avevamo sempre il nostro merchandising con noi. Anche quando andavamo a vedere le altre bande metal avevamo con noi alcuni nastri e CD, oltre ai volantini per gli spettacoli che ci vedevano coinvolti. Quella era la natura della scena musicale. Partecipare agli spettacoli per sostenere le band di amici e promuovere i tuoi eventi. Questo è quello che la gente faceva di solito. È proprio in questo modo che sempre più persone sono venute a vedere e a sostenere la band.
Come la maggior parte delle bande formazioni, anche noi abbiamo negoziato il nostro materiale con alcune etichette, partecipando a conferenze con la speranza di strappare un deal. Ma all'epoca molte etichette non erano interessate al Metal. La musica alternativa stava prendendo rapidamente piede e sembrava che se suonavi in una band metal, non avevi nessuna speranza.
La lettera di rifiuto dopo la lettera di rifiuto, ci siamo convinti a mettere in moto la nostra etichetta personale, la Septagram Records, per pubblicare in maniera professionale il nostro materiale. La richiesta da parte dei fan c'era, e noi volevamo solo continuare a fare quello che sapevamo fare meglio. Per questo ha avuto senso fare tutto da soli.
Nonostante le decine di difficoltà, la band entra in studio nel 1995 per registrare il capolavoro "Majestic" un album di solido heavy / power metal contraddistinto da cambi repentini di tempi e di atmosfere. Che cosa avete in mente durante la composizione di quei brani? Quali erano i vostri obiettivi e quali le vostre influenze principali, sia per quel che concerne il versante musicale che lirico?
Quando abbiamo composto i brani che fanno parte di "Majestic", non ci rendevamo bene conto dell'immane lavoro che si nasconde dietro quel disco, il nostro unico scopo era sempre e solo quello, scrivere brani che ci rendessero fieri e che piacesse suonare e riascoltare. Quel disco è una combinazione di tutte le nostre influenze, sia musicali che personali. Se penso a quel periodo penso che stavamo "flettendo i nostri muscoli musicali" per il duro lavoro duro che ci siamo sobbarcati e la passione che abbiamo messo nei nostri strumenti.
Ritmi complessi certo, ma anche le armonie delle due chitarre, e poi bolle e vesciche, passione, quanta passione per la musica.
Sicuramente il nostro disco è il più ostico del periodo, forse ci eravamo fissati, o forse solo messi in competizione, con Fates Warning e Dream Theater.
Penso che, come musicisti, cercavamo di emulare gli artisti che ci ispiravano e influenzavano. Ci sforzavamo di essere competitivi come lo erano loro.
Per quel che concerne i testi, abbiamo sempre voluto avere dare un messaggio positivo. È stato proprio Clay che alla fine ha scritto la maggior parte dei testi, coadiuvato dallo stesso Damon.
La band ha dovuto superare alcune difficoltà durante il periodo in cui siete stati attivi, sia problemi finanziari che personali che si verificavano quasi quotidianamente, quale è stata l'influenza della band in questi problemi? A livello personale vi ha aiutato essere come una seconda famiglia?
Innanzitutto noi eravamo amici, e grazie a Dio, lo siamo ancora.
Avevamo tutti degli impegni da onorare, lavori, famiglie, fidanzate. E tutte le difficoltà che la vita quotidiana ci presentava ogni volta, ci rendeva ancora più uniti. Quando uno di noi aveva un problema, gli altri erano lì per aiutarlo. Quando le cose andavano male, gli altri lo consolavano dandogli la speranza che tutto si sarebbe risolto al meglio. Eravamo quattro fratelli. Una famiglia unita dall'amore per la musica.
La musica è una medicina potente. Qualunque cosa ci causava dolore, una sana risata e tanto amore, e finiva tutto li, suonandoci sopra. Come qualcuno ti potrà dire meglio di me, sono le difficoltà che ti permettono di superare tutto e definirti come persona.
La produzione del CD è qualitativamente sopra i standard dell'epoca, soprattutto se si pensa, come abbiamo detto, che non solo si tratta di un album autofinanziato, ma che è stato publicato in un momento in cui il metal era snobbato dalle label interessate all'alternative rock, ma snobbato anche dai die hard fan che girarono le spalle a molte formazioni, a torto, considerate minori.
Tutto questo marasma secondo te ha in qualche modo influenzato le vendite del disco o ha frenato l'ascesa della band?
Qual'è stata la reazione dei giornali specializzati e dei vostri fan? Avete avuto modo di suonare di spalla a formazioni metal della vostra area?
Beh non ha influenzato le nostre performance questo è sicuro. Siamo solo diventati molto più underground!!! Alcuni club della nostra zona ci dissero che non erano interessati a band metal nelle loro serate live, gli stessi locali che poi hanno iniziato a presentare in scaletta molte formazioni alternative. Tutti erano interessati a suonare come i Pearl Jam, o i Nirvana, noi no!!
Non sai quante volte abbiamo aspettato inutilmente il nostro turno per sapere se eravamo fra i candidati ad esibirsi per suonare in questo o in quel locale. Alla fine abbiamo pensato che se volevamo veramente essere ancora una heavy metal band, dovevamo trovare altri modi per uscire dal nostro confine.
Le recensioni di "Majestic" dicevano che stavamo ancora facendo qual tipo di musica che ogni vero fan del metal classico voleva sentire.
Ci siamo detti che il metal non sarebbe morto mai fino a quando qualcuno ci chiedeva di suonare e registrare le nostre canzoni, e siamo andati avanti stringendo i denti. I nostri fan partecipavano sempre più numerosi ai nostri spettacoli, e molte delle band metal della nostra zona, erano ancora in giro. Dovevamo solo trovare un modo per lavorare insieme.
Era difficile mettere tutti d'accordo perché la scena alternative, da una parte, la sana competizione fra band metal dall'altra, toglievano spazio a chi voleva fare le cose in maniera seria.
Questo fino a quando molti musicisti si sono trovati con le spalle al muro, e si sono chiesti “ed ora? Dobbiamo lavorare insieme per un bene comune, ma come lo facciamo?”. Non era così evidente all'inizio, ma poi è entrato in gioco il rispetto reciproco per il duro lavoro che ogni formazione stava portando avanti da anni, e così gli spettacoli metal sono diventati dei veri e propri eventi musicali, ed i fan hanno cominciato ad apprezzare!
Sul versante live avevate preparato degli effetti scenici teatrali in modo da poter interagire con il vostro pubblico?
Abbiamo sempre voluto mettere su un grande spettacolo teatrale o qualcosa di simile. Abbiamo costruito degli archi enormi, li abbiamo verniciati con un colore effetto pietra, e poi li abbiamo coperti con un panno nero.
Li abbiamo usati da mettere davanti agli amplificatori per dare una sensazione più gotica sul palco. Ma molti dei palchi in cui abbiamo suonato erano piccoli, per cui abbiamo finito per usarli nella zona addetta al merch. In realtà hanno funzionato meglio in questo modo. La gente sapeva subito dove trovare i nostri dischi e le nostre magliette!
1995, l'anno in cui avete pubblicato lo spettacolare "Polarized", un perfetto esempio di power metal anni '90, forse il miglior album dei Seventh Omen con tredici tracce per più di sessanta minuti. Un album meno progressivo rispetto al precedente, anche se le composizioni sono più sorprendenti. Quante copie avete stampato e quante ne avete venduto? Se non sbaglio alcune copie sono ancora disponibili tramite il vostro sito ufficiale, o sbaglio?
"Polarized" è il mio album preferito fra tutti quelli che abbiamo registrato. Penso che la prima tiratura sia stata di 1500 copie.
Non ho tenuto conto del numero di copie vendute. Ricordo solo che, anche in questo caso, le copie ristampate fossero il doppio o quasi. Credo che tutto il materiale della band sia ancora disponibile sia su I-Tunes che tramite il nostro sito web.
Quali sono i tuoi ricordi più belli del tour con i W.a.s.p.? Avete avuto la possibilità di parlare con Mr. Blackie Lawless?
Ci sono molte storie da raccontare su quel tour. Il casino successo, con relativo annullamento del concerto, ad Albuquerque è stato qualcosa di esplosivo! C'erano quasi novanta gradi di umidità. Quindi tutti noi, inclusi i WASP, siamo andati in un un negozio di giocattoli della zona per acquistare delle pistole ad acqua per poterci rinfrescare. Potete immaginare l'attenzione che abbiamo richiamato.
Annoiati dalla calura, abbiamo organizzato una vera e propria sfida con le pistole ad acqua nella sala biliardo dell'hotel che ci ospitava, un vero putiferio, tanto che dopo più di due ore, ci hanno sbattuto fuori.
Ma la sfida con l'acqua non era finita. Ce la siamo portata dietro attraverso tutto il Texas.
Durante alcuni spettacoli, Chris Holmes aveva registrato una pistola ad acqua sulla sua chitarra, e la nascondeva solo per bagnare noi quando eravamo sul palco e non guardavamo. A Houston c'è stata la serata finale del tour, li abbiamo rivolto dei cannoni d'acqua sul pubblico presente, così solo per divertimento!!!
Ho ancora un ottimo rapporto con Stet, il loro batterista dell'epoca. Blackie era un po 'più “riservato”, ma abbiamo guardato parecchi episodi di HGTV insieme sul tour bus.
Dopo anni ed anni spesi a registrare, suonare e comporre, dopo aver mangiato la polvere, perché la band ha mollato la presa? Sei ancora in buoni rapporti con gli altri ragazzi?
Per quel che mi riguarda, ho voluto perseguire altre nuove avventure. Dopo essere stato il batterista per dei Seventh Omen per 12 anni, ho voluto andare avanti e provare altre cose. Il tour con i WASP ha veramente acceso un fuoco in me per lavorare di più e più suonare di più.
La mia decisione non ha niente a che fare con la direzione musicale che stavano intraprendendo i Seventh Omen, perché amo ancora quella musica e mi piace ricordare quei tempi proprio come sto facendo con te. Parlo ancora molto con Clay e Dave. Quel legame non è mai scomparso. Saranno sempre l'altra mia famiglia.
Com'è la situazione della scena metal di Chicago oggi? C'è qualche band metal della nuova leva che ti ha veramente impressionato?
La scena musicale è cambiata molto. Non sono sicuro se sia cambiata in meglio.
Adesso però tutto è così diverso. Non vedo nessun tipo di promozione da parte delle nuove band, niente di niente. Ora è tutto legato alla sola creazione di eventi su FB e agli inviti da inviare invece di andare ad uno spettacolo ed essere parte di una scena. Acquisto ancora copie fisiche di gruppi che mi piacciono, alcune anche di band locali. Mi piace vedere altre bande dal vivo.
C'è un gruppo di nuove leve che ho scavato da parecchio tempo roba tipo Animals As Leaders, Periphery o i Gojira sono davvero incredibili. Amo quelle band.
Non ho mai smesso di ascoltare i dischi di gente come i Porcupine Tree, forse solo perché ho una passione per Gavin Harrison. Quel tizio è solo un folle.
L'industria musicale è cambiata al punto in cui oggi non hai bisogno di un'etichetta. Ora puoi fare tutto da solo.
Pro-tools, YouTube e una buona connessione ad Internet è tutto ciò di cui hai bisogno.
La cosa divertente è che, all'epoca, non avevamo questi strumenti.
Abbiamo fatto tutto noi stessi, senza etichetta e senza internet. All'epoca eravamo davvero all'avanguardia? Hmm.
Dalle vostre foto ho appreso che lo scorso agosto tu e Clay vi siete trovati a parlare di una possibile riunione della band, è vero? Pensi che ci sia la possibilità di coinvolgere anche Dave e Damon?
Sembra sempre che ogi volta che ci ritroviamo con Clay dobbiamo per forza parlare della riunion.
Come negli ultimi due anni. Siamo tutti e due d'accordo per una riunion, perché quelli spesi nella band, sono stati gli anni migliori della nostra vita.
Per riuscire a suonare le nostre canzoni di nuovo su un palco oppure per organizzare dei live, sarebbe incredibile! Abbiamo contattato anche Dave e Damon, ma non abbiamo sentito un loro sì. Sicuramente non abbiamo pronunciato un come back definitivo, ma credo si tratti solo di una questione di tempo.
Grazie mille Bob, ti va di concludere l'intervista con un saluto ai nostri lettori italiani?
Grazie mille per l'opportunità che ci hai dato di far parte della tua fanzine. E a tutti i fan dei Seventh Omen che stanno leggendo quest'intervista, un enorme ringraziamento per tutto il continuo sostegno nel corso degli anni.
Sono stato veramente fortunato ad aver avuto la passione per la batteria, senza la quale non avrei potuto vivere l'esperienza in quella band fantastica, per cui grazie a tutti e Rock on!
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