Intervista raccolta da: Beppe Diana
Ciao David e benvenuto sulle nostre pagine, cominciamo con la prima domanda, l'ep dei "Valhalla", è stato pubblicato trent'anni fa, quali sono le tue sensazioni oggi se ripensi a quel periodo?
La musica all'epoca era magia pura! Penso che nel 1984 quel disco abbia rappresentato una sorta di boccata d'ossigeno per una scena musicale che stava guardando ancora con troppa intensità all'Inghilterra.
La maggior parte delle band statunitensi avevano le proprie influenze musicali, ma al contempo c'era qualcuno che stava cercando di aprire nuovi territori musicali. Noi eravamo fra questi. Penso che nel nostro piccolo abbiamo scritto una pagina importante per l'evoluzione di quella scena, anche se eravamo giovani.
Tutto questo si traduce nelle sensazioni che stanno alla base della nostra musica.
Avevamo un budget veramente ridotto all'osso, ovvero quel poco denaro che eravano riusciti a mettere insieme. Pensa che per registrare quell'ep, abbiamo utilizzato uno studio di registrazione che si trovava in un locale adibito a garage. Se mi ricordo bene, i brani furono registrati su un primordiale nastro con un mix a otto tracce.
Tutto registrato alla vecchia maniera, senza alcuna elaborazione digitale. Abbiamo passato un paio di settimane lì dentro, d'altronde i costi erano molto bassi.
Quali sono state le difficoltà che avete dovuto affrontare dalla registrazione fino alla pubblicazione dell'ep? E quali invece le soddisfazioni principali? Credi ci siano ancora delle copie originali disponibili per i maniaci del vinile?
Come ho già detto, avevamo un budget molto limitato, quindi tutto quello che abbiamo fatto ha impiegato molto tempo.
Una volta che abbiamo completato le registrazioni, ci siamo messi in contatto con altre band della nostra zona per cercare di organizzare delle serate live.
Ad ogni concerto c'erano nuovi appassionati che arrivavano per vederci in azione, era tutto molto emozionante.
Ascoltare le tue canzoni alla radio locale per la prima volta, quella è stata un'altra bella esperienza.
Per quanto riguarda le copie originali del'EP, credo di averne ancora tre. Non so quanti ne abbiano gli altri.
Provenire da Pittsburgh, per molti punti di vista poteva essere un vantaggio, ma quant'è stato difficile per una band come la vostra costruirsi una solida reputazione nella tua zona?
Eravamo orgogliosi di essere musicisti e compositori dotati di un grande carisma. Una volta che la gente ha notato l'energia che la band elargiva dal vivo, è sempre ritornata a vederci.
Avevamo messo assieme un ottimo spettacolo dal vivo e, con il tempo, avevamo maturato una padronanza strumentale davvero invidiabile, tutto questo ha fatto accrescere la nostra popolarità abbastanza velocemente.
A proposito, quanto era difficile suonare dal vivo le parti strumentali abbastanza complicate delle vostre composizioni? Avete avuto la possibilità di supportare qualche formazione di spicco all'epoca?
Non lo dico per falsa modestia, ma tutti nei Valhalla erano molto talentuosi, per cui riproporre dal vivo quei brani non è mai stato un problema, ma uno stimolo.
Non abbiamo mai suonato come band di supporto, ci siamo concentrati sulla realizzazione dei nostri spettacoli in cui eravamo noi gli headliner.
Abbiamo parlato del suono, ma anche il look era davvero incredibile, chi di voi si occupava dell'immagine della band?
Tutti nella band imitavamo le formazioni più popolari all'epoca, “ingrassandosi” i capelli con spray tutta la giornata, ci foderavamo il corpo con vestiti sdruciti e spandex, a rispensarci mi viene da ridere.
Il 1985 segna un passo importante nella storia della band con una nuova demo che mostra i progressi di cinque musicisti, come hai detto tu di talento, pensi che i Valhalla siano stati davvero un passo avanti per il vostro tempo?
No, non propriamente. All'epoca molte band cominciavano a pubblicare i loro dischi a livello internazionale. Noi ci siamo adattati ad una tendenza professionale sempre più crescente, siamo stati molto fortunati perchè la gente ha apprezzato la nostra musica.
Quell'anno è stato anche l'inizio della fine per la band, qual è la ragione che sta alla base del vostro split? Lo dobbiamo mettere in relazione alla tua entrata negli Hawk per la pubblicazione del loro album auto titolato?
Dopo la registrazione di quel demo, ci siamo trasferiti per essere più vicini a Los Angeles, il centro nevralgico della musica all'epoca, ma la band ha cominciato a subire alcune frizioni interne che ci hanno portato alla separazione.
Io mi sono sono aggregato alla band di Doug Marks dopo lo split dei Valhalla, quando la storia era finita da un paio di mesi.
Com'è stato suonare con il chitarrista italiano Alex Masi? Siete rimasti in buoni rapporti?
Ho raggiunto Alex Masi appena un mese prima delle registrazioni del disco. Abbiamo avuto poco tempo per scrivere l'album prima che fossimo impegnati ad effettuare le nostre sessioni personali. Abbiamo lavorato molto bene per sole quattro settimane!
Per quanto mi ricordo, dovremmo essere ancora in buoni rapporti, anche se non gli ho più parlato da diversi anni.
Tornando ai Valhalla, la band gode di uno status di culto in molti paesi europei, in particolare in Grecia e in Germania, come ti spieghi questa passione dopo tutti questi anni, nonostante la line up non sia più attiva?
Solo una cosa, ottime canzoni. La Grecia e la Germania, così come molti paesi europei, non hanno mai perso il loro gusto per il buon rock and roll. Non posso dire lo stesso per gli USA.
Che cosa si nasconde dietro la nuova ri-edizione del cd da parte della Wyln Records? Dobbiamo aspettarci una reunion speciale per alcuni concerti?
Abbiamo pensato che sarebbe stato bello per i fan avere una riproduzione in vinile che includeva alcune canzoni che non erano mai apparse in questo formato.
Inoltre questa nuova edizione è disponibile sia su cd che su cassetta.
Purtroppo non credo che ci sarà mai una reunion dei Valhalla con tutti i membri originali, mi dispiace.
Molte persone pensano che il motivo del successo sia quello di trovarsi nel posto giusto al momento giusto, tu cosa ne pensi? Perché un cantante di razza come te non ha ottenuto il successo che tutti speravano? Hai qualche rimpianto?
Devi essere bravo in quello che fai, ma soprattutto non sottovalutare mai la fortuna, è questo l'elemento importante che include essere nel posto giusto al momento giusto. Oggi ogni band può pubblicare la propria musica con molta più facilità che in passato, quindi è molto più difficile farsi notare.
Quando noi siamo usciti allo scoperto, tutto era nuovo, noi ci siamo solo fatti trovare pronti. In un certo senso siamo stati anche un poco fortunati.
Devo ritenermi molto privilegiato ad aver potuto lavorare con persone incredibili da trent'anni a questa parte.
Devo aver lasciato il segno, anche perché molti musicisti vogliono lavorare con me dopo anche oggi. L'unica cosa di cui mi pento è quello di aver firmato dei contratti con alcuni management poco affidabili.
Prima della fine voglio farti una domanda speciale, ho avuto la possibilità di fare un'intervista con Ed Archer qualche mese fa, ma lui non ha risposto alla mia domanda, che cosa è andato storto fra te e i Fifth Angel?
Non ci siamo mai visti faccia a faccia, abbiamo solamente parlato via mail. Così dopo l'ultimo tentennamento, ho deciso di chiamarlo per chiudere il nostro rapporto e cercare di salvare almeno il nostro rapporto di stima reciproca.
Continuo a rimanere in contatto con tutti i membri della band, siamo ancora buoni amici.
Ok David, siamo alla fine, voglio invitarti a fare un saluto speciale ai lettori italiani.
Grazie a tutti per mantenere viva questa musica nel 2017! È solo perché alle persone come voi che acquistano e ascoltano il vero rock, che l'heavy metal è ancora un genere rilevante nel mondo di oggi.
Grazie ancora e... Dio vi benedica tutti!
Nessun commento:
Posta un commento