lunedì 15 gennaio 2024
Oracle - The Queen of the Storm
Cult metal band!! E chi più dei redivivi Oracle può fregiarsi di questo appellativo oggigiorno? Formazione proveniente dal bacino musicali heavy barese degli '80ies assorta agli onori della cronaca per la realizzazione di due seminali lavori da studio, il primo a nome Storm rilasciato nel 1987, ed il secondo con l'attuale monicker, dal titolo profetico di “I am your only queen” uscito nell'anno di grazia 1990.
Produzioni da studio che, come la storia ci insegna, avevano messo alla luce la caparbietà, nonché l'evoluzione artistica, di un manipolo di ottimi musicisti che, oltre a qualità compositive elitarie, poteva far leva su una evoluzioni strumentali degne dei migliori epigoni dell'epoca.
Intervista raccolta da: Beppe "HM" Diana
Ciao Carlo e benvenuto sulle nostre pagine, grazie di cuore del tempo che ci stai volendo dedicare,
spero di non essere troppo pesante chiedendoti di fare un salto indietro nel tempo di circa quarant'anni, come e quando è nata l'idea di mettere assieme una band di heavy rock a nome Storm?
A parte l'altro chitarrista Donato che aveva militato nei Metal Cross, qualcuno di voi vantava esperienze in formazioni locali?
Ciao Beppe, grazie a te. Gli Storm nacquero dalla mia esigenza di eseguire i brani scritti da me.
All'epoca non conoscevo molti musicisti, e non mi sembrava fattibile l'ipotesi di aggregarmi ad altre formazioni.
Donato (Alex) Milella, formò i Metal Cross dopo l'esperienza negli Storm, dai quali uscì per motivi simili ai miei: anche lui sentiva l'esigenza di formare una sua band e suonare i propri brani, seguendo un suo stile.
L'unica esperienza precedente, per quanto mi riguarda, furono una primissima formazione Epic Metal a nome Wotan, sempre con brani originali miei, con una formazione davvero "embrionale", non avevamo alcuna esperienza...
La scena heavy rock della tua Bari all'epoca poteva contare non solo sull'apporto fondamentale dei redivivi Shining Blade del chitarrista Jimmi Troccoli, ma sulla presenza di band minori tutt'altro che di secondo piano come gli stessi Hellhound, c'era qualche legame di amicizia che ti univa a quelle band o, come spesso accade, c'era della sana rivalità fra formazioni provenienti dallo stesso bacino musicale?
"La seconda, che hai detto..."! Anche qui rispettosamente ti preciso che gli Hellbound erano coevi, se non addirittura precedenti agli Shining Blade.
Questi ultimi, in particolare, erano ammirati e visti come quelli "famosi" che facevano dischi, dischi! Per noi una cosa inimmaginabile, il massimo che potevamo aspirare erano i demo su cassetta, o per i più fortunati, delle registrazioni in multi traccia...
Siamo più amici adesso dopo 30, 35 anni, che allora. Grazie anche ai Monsters of Bari... Singoli musicisti di alto e altissimo livello ce n'erano eccome.
So che dopo tutto questo tempo tutto sarà sbiadito, ma come nacque in voi l'esigenza di uscire allo scoperto con un demo come “The Wolf is Free”. Ricordi come nacquero i cinque brani che si trovano all'interno di quel primo parto discografico?
Eh... Io lo chiamo lo "Spirito Nascosto", nome che ho dato anche a una mia band di altro genere. L'ispirazione, quella cosina che inizia a suonarti da sola in testa, magari per strada, e quando arrivi a casa corri a prendere la chitarra e speri che l'idea ti stia ancora in testa...
Inoltre, c'erano gli altri del gruppo, e anche amici che orbitavano attorno alla band, che a volte partecipavano dando un'idea per un testo...
Demo avvolto da un artwork bellissimo con uno dei logo più professionali che io ricordi all'epoca, nonostante tutte le difficoltà volevate emergere dal marasma nazionale mettendo in mostra una certa cura per i particolari sinonimo di professionalità, dico bene?
Sì, devo ringraziare sempre gli amici che ci sostenevano che, di fatto, ci presentarono un bravissimo grafico, Nicola Curri, che curò l'artwork sia degli Storm che, successivamente, quello degli Oracle.
Influenze che arrivavano dall'ascolto di band come Diamond Head, Saxon, ma soprattutto i Maiden dell'inizio carriera come bene si evince da un pezzo come “Guatama the Buddha” che emana epos ad ogni solco...
Confermo. Anche i Manowar! E poi Metallica, Metal Church, Judas Priest... Si andava alla ricerca di cose nuove, ci si prestava dischi e cassette tra amici per far ascoltare le ultime novità.
Due strumentali su sei brani mi fanno capire che, oltre ad una amalgama che si era venuta a creare all'interno della band, c'era anche un certo pizzico di convinzione che, anche all'epoca non guastava mai.
Sì. Avevamo un ottimo interplay, specie io e Milella, e lo dimostra il fatto che riprendendo a suonare insieme 30 anni dopo, ci siamo trovati benissimo insieme, nonostante, gli ultimi decenni, abbiamo avuto esperienze molto diverse, e lui sia diventato un affermato professionista.
Eravate riusciti a vendere una buona quantità di copie di quel lavoro? Vi permise in qualche maniera di suonare in giro fuori dalla vostra Puglia?
Purtroppo no. Lì mi aspettavo più aiuto dai suddetti amici, ma l'amicizia a volte è un sentimento fluttuante, va e viene... non così ovviamente con buona parte del resto della band, e con altri fratelli di quell'epoca con cui ancora condivido il palco in varie situazioni.
Purtroppo non suonammo mai fuori dalla Puglia (con gli Storm...).
Come e quando la band arrivò allo split da cui poi nacquero gli Oracle?
Si, in realtà la band cambiò nome e struttura per via dei cambi di formazione.
Con l'entrata di altri musicisti, cambiavano le influenze. Io stesso ascoltavo cose sempre nuove e la vena compositiva si arricchiva.
Non fu una cosa "studiata a tavolino", ma piuttosto una evoluzione spontanea.
Il cimentarmi con qualcosa di più arduo, per fortuna, è una costante della mia vita! Mai fermarsi, o rimanere chiusi nella propria "comfort zone".
Gli Oracle dovevano essere la band che incarnasse alla perfezione le tue velleità artistiche, anche perchè oltre oltre alle parti di chitarra, ti occupavi delle linee melodiche e vocali, anche quei quel pizzico di convinzione di cui parlavamo sopra, dico bene?
Beh, non esattamente... Diciamo che all'epoca, dopo la separazione con Vito Colangiuli cantante degli Storm, non trovai nessuno che fosse disposto a far parte del gruppo in maniera stabile; aggiungi che i brani erano complessi, il Metal non era certo la musica più "cool" del momento, alcuni artisti si erano già "arresi" o si stavano dedicando ad altro...
Mi trovai quasi nella necessità di cantare io. Qualche tempo dopo, trovammo Nicola Bavaro con cui si instaurò una collaborazione abbastanza stabile, anche se lui manteneva in piedi altre collaborazioni con vari gruppi.
Oltre alla tua presenza quello che legava a livello concettuale le due formazioni era sempre e comunque l'amore per un certo heavy metal dal taglio classico e dal gusto epico di fondo, anche se, a quanto pare, la scena americana di mostri sacri come i Fates Warning, aveva preso piede nei tuoi ascolti musicali dell'epoca...
Sì, ma anche il Thrash più "tecnico" e Progressive, che potrete ascoltare dal vivo e spero nelle prossime registrazioni; nel repertorio successivo ci spingemmo ancora oltre.
Fra i meandri di “I am the only queen” trovavano spazio sette composizioni che si snodavano attraverso una sorta di concept, ce ne vuoi parlare?
Il Concept è improntato sulla morte: un ragazzo ha un sogno, in cui la Morte in persona gli annuncia che presto sarebbe venuta da lui. La reazione è di incredulità, poi di terrore, poi di strafottenza e sfida, poi di malinconia, ricordi, rimpianti, e infine un ultimo brano strumentale tenebroso, l'incontro fatale.
Anche in questo caso, ti ricordi di come fu accolta la demo da stampa specializzata e fanzine?
L'accoglienza fu buona, anche se un lavoro così complesso, con brani dagli stili diversi tra loro, lasciò qualche critico con dei dubbi... "Non si capisce che genere suonano". La cosa invece era voluta! Ma la qualità del songwriting non sfuggì a qualcuno.
Grazie a quel demo gli Oracle vincono un concorso nazionale indetto da ARCI e dalla rivista "H/M" e partecipano a un live a Terni con altre band italiane, cosa ricordi di quell'evento? Eravate emozionati?.
Ecco! Qua ti volevo... L'emozione fu grandissima quando sapemmo di essere stati scelti, in un concorso nazionale con demo anonimi, superando anche artisti affermati... Fu una bellissima esperienza, anche se speravamo che i CD sarebbero stati distribuiti con la rivista, dandoci sicuramente una visibilità, invece dopo qualche tempo mi arrivò per posta il pacco dei CD a casa... Non era la stessa cosa. Ne ho ancora delle copie! Se ci incontreremo te ne regalo una volentieri.
Ahaha, grazie volentieri. Nel 1991, un brano registrato live dalla band viene incluso nella compilation "Stop over in Bari" insieme ad altre band emergenti....
Esatto. Partecipammo a una bella manifestazione con molte band, di ogni genere, e l'esibizione venne anche ripresa da una delle principali TV private di Bari, oltre a una nostra intervista. Cmq potete trovare tutto su Youtube, e sulla nostra pagina FB Oracle Italian Heavy Metal Band).
Purtroppo qualche mese più tardi la band si scioglie, come mai? Impegni lavorativi, familiari o cosa?
Eh, la naja! Gese Marsico partì al servizio militare. Lo sostituì per un brava periodo Nicola De Liso. Poi le solite dinamiche: a uno a uno gli elementi trovarono altre band, seguirono altre vie... Alla fine non serviva più sostituire sempre nuovi membri. Così persi completamente la motivazione ad andare avanti. Anche per me si affacciavano altre esigenze, studio e poi militare anche io... E l'avventura si chiuse.
E veniamo al presente, qual'e' la situazione attuale all'interno della band in questi giorni?
Quanto e' stato difficile tornare ad unire gli intenti della maggior parte dei musicisti della line up originale degli Oracle?
Tutto merito dei Monsters of Bari che nacquero a metà del 2017, con l'idea di una rimpatriata, di far vedere cosa sapevamo ancora fare. Man mano si concretizzò l'idea di riformare alcune band storiche: Oracle, Metal Cross e Hellbound (con ospite Jimmy Troccoli degli Shining Blade). In realtà con i vecchi amici non si erano mai interrotti i rapporti: Gese Marsico era stato anche per molti anni il batterista della band di cui ho parlato prima, Spiritonascosto, di genere Fusion - World Music; il Rock era sempre "dentro", tanto che chiamò anche Ian Paice, con cui suonammo dei brani in un affollatissimo locale di Bari.
Questo mi fa capire che oltre ad essere legati da una profonda stima di amicizia, vi eravate lasciati bene senza dissapori...
Sì, fondamentalmente. Nel genere Metal e affini, Nicola Bavaro era quello ad avere avuto una carriera più continuativa, ma anche quello con cui erano più tenui i rapporti personali
Come state vivendo questa seconda vostra seconda occasione? Qual'è il grado di euforia?
Dopo la reunion del 2018, partecipammo a una nuova rassegna con altre band baresi nel 2019, ma chiamammo a cantare colui che aveva sostituito Bavaro all'epoca, Gianni Moda, che comunque ora fa tutt'altro e non si dedica più alla musica. Ora sono tornato alla situazione del demo I am the only queen... Canto io! Anche Francesco Patruno ha abbandonato definitivamente, sostituito dal giovane Francesco Schiavone; Gese Marsico e Giancarlo Massari sono sempre con me, delle piacevoli conferme.
Domanda scontata, fra lavori ed interessi che sicuramente avrete maturato, che spazio hanno le prove degli Oracle del nuovo corso?
Ci dobbiamo barcamenare tra lavoro e famiglia, come potete intuire...! Ma la voglia è tanta.
Ho saputo che grazie all'aiuto dei ragazzi di Aua Records vi state apprestando a pubblicare un cd antologico che contiene entrambe le demo, com'è nata questa iniziativa? Troveremo delle foto inedite dell'epoca?
Sono onorato di essere stato contattato dalla Aua Records, un piacere del tutto inaspettato, ed è stata la molla che ci ha dato ancora più spinta per non far estinguere la fiamma dell'Oracolo! Materiale fotografico ne abbiamo poco, non erano tempi tecnologici, ma metteremo a disposizione tutto ciò di buono che abbiamo.
Cosa ne pensi del ritorno in auge del disco in vinile e della morte da piu' parto auspicata del supporto in cd? Solo moda passeggera? E il tuo pensiero sulla così detta "musica liquida"?
Non sono né un fan sfegatato della tecnologia, né un detrattore assoluto. Penso che il CD sia una ottima invenzione, il vinile ha il suo fascino ma è più deperibile, e se non si dispone di impianti stereo da migliaia e migliaia di Euro, la differenza è davvero difficile da cogliere... Non scarico mai musica, ma spesso la fruisco in streaming sulle principali piattaforme; comunque possedere il supporto fisico, sfogliare il booklet e leggere i testi, per me è insostituibile.
Ok Carlo siamo alla fine, ti lascio la parola per concludere l'intervista..
Ringrazio te e i lettori di Forging Steel, e vi do appuntamento il 27 gennaio al Garagesound di Bari, dove suoneremo di spalla ai Rosae Crucis, insieme a Screamachine e a un'altra band barese riformatasi dagli anni 2000, i Wild Animals. Seguiteci, spero che presto avrete notizie!
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