Cult band, un'appellativo che ultimamente si rincorre con frenesia, soprattutto fra i canali telematici della rete, ma che potremmo benissimo utilizzare per sintetizzare in qualche modo quello che oggi rappresentano i NIB nei ricordi di chi, sottoscritto compreso, ha solamente sentito parlare, ed a volte in modo anche entusiastico, delle performance della band guidata dal duo Barosso/Dell'Arte che, come avrete modo di leggere, avevano un live set alquanto spettacolare e pieno di trovate sceniche, con tanto di costumi stile Kiss, che riuscivano ad evidenziare al meglio le peculiarità tecniche e compositive della band in questione, in grado sempre di erigere un wall of sound snervante ed a tratti spigoloso, che, com'è ben evidenziato dai due lavori da studio dei nostri, non perdeva di vista l'approccio melodico stesso delle song, rimanendo in bilico in un'alternarsi quasi idilliaco di sciabolate metalliche, ed ambientazioni molto più raffinate e quasi elitarie. Due demo da studio dicevamo, "Explorer the metal universe" del 1985 e "None is back...but us" dell'anno successivo, rimangono a testimonianza delle capacità intrinseche di una band che, scioltasi proprio all'apice del proprio successo, avrebbe meritato sicuramente maggiore fortuna. Lascio dunque volentieri la parola al mitico Carlo che, com'è giusto che sia, ci condurrà per mano fra i meandri di un passato che, almeno per quanto ci riguarda, non sembra così tanto remoto, per cui.....
Intervista raccolta da Beppe Diana
Ciao Carlo, innanzitutto grazie per la tua disponibilità e per il tempo che ci stai volendo dedicare, iniziamo dagli albori, in che occasione hai conosciuto i ragazzi della band, e come è nata l'idea di mettere su un gruppo metal come i NIB? Se non erro prima di formare la band, avevate registrato due demo con il monicker di Steelgrey, ce ne puoi parlare?
Ciao Beppe e innanzitutto grazie per questo piccolo momento di gloria che mi concedi oltre che un grazie sincero a chi avrà voglia di leggerla.
Come hai detto bene N.I.B. si formarono dalle ceneri degli Steelgrey che erano stati formati da Salvo Dell’Arte e da Maurizio Sanzaro. Io entrai nel gruppo attorno al 1981 insieme al batterista Claudio Giletti. Prima di allora avevo solo militato in realtà scolastiche formate da me con miei compagni di classe o altri alunni dello stesso istituto.
Tra questi ricordo con piacere gli Zymurgy dove c’era alle pelli tal Paolo Franciscone ora apprezzato batterista jazz e Luca Aghemo con cui ho iniziato a suonare quando ero in prima liceo e che poi ha militato con me nei T-Rocks, mia attuale band.
Gli Steelgray erano andati a carte e 48 e Salvo ed io ci siamo trovati dopo l’estate con una band da riformare, tanta voglia e molte idee.
Decidemmo per un power trio dove avremo cantato noi due, come Gene e Paul nei KISS, McCartney e Lennon nei Beatles . . . .
Su un giornale cittadino leggemmo l’annuncio di questo batterista di Settimo, Gino Malanca, lo provammo e ci trovammo bene così incominciammo subito.
Negli Steelgray c’era molta approssimazione nella composizione dei brani, bastava che uno facesse una scureggetta e diventava una canzone.
Quindi buttammo via molto materiale e mantenemmo qualcuno dei brani contenuti nel demo che passammo al setaccio e al “trita canzoni” in nostro possesso (un brevetto Moulinex se interessasse) e che vennero ri arrangiate e ridefinite in chiave più dark e metal.
Cominciammo quindi a scrivere nuovo materiale in modo alquanto anticonvenzionale.
Gino, il batterista era un tipo preciso e irriducibile ed andava lezione da Furio Chirico, imparando veramente un sacco di cose nuove ogni settimana.
Una volta venne in saletta e ci stressò a tal punto da farci scrivere una canzone partendo dalla base di un suo riff di batteria . . . quella era Tower of Silence!
Tornando a Steelgrey solo per un momento, mi spiace deluderti, ma non c’erano 2 demo, ma solo uno, registrato in un anonimo studio di Chieri attorno al 1982.
Grazie a te, caro Beppe, ho avuto modo di ritrovarlo poche settimane fa e onestamente devo dire che me lo ricordavo peggio.
Quindi non è vero che all'inizio della vostra carriera vi facevate chiamare Tyrant, però vorrei sapere lo stesso come mai decideste di tramutare il vostro monicker proprio in NIB? E se non è troppo, la scelta di usare quella sorta di acronimo fu come una sorta di omaggio ai Black Sabbath degli esordi?
Guarda, il nome fu una scelta casuale. Dopo le prove, che facevamo in un locale attiguo alla cantina di Salvo, usavamo rilassarci chiacchierando fino a tarda notte.
Iniziata la nuova avventura con Gino, dovevamo trovare un nome e tra le varie proposte la mia era quella di Tyrant per l’appunto.
Mi ricordo come fosse ora, che fu Salvo a saltar su dicendo che era il titolo di una canzone dei Judas e che allora avremmo potuto anche chiamarci N.I.B..
Fu silenzio di tomba per 20 secondi poi Gino ed io sbottammo all’unisono con un: ”Figata, mi piace”. In effetti ci piacque subito, corto, facile da ricordare ed insolito.
Non fu un omaggio a nessuno, ma i Sabbath erano uno dei nostri gruppi preferiti quindi non ci dispiaceva che fosse un titolo di una loro canzone (peraltro bellissima).
In seguito, grazie alla fantasia e alle capacità di Milko Dalla Battista che era prima di tutto un caro amico e che solo poi si unì alla band, creammo la saga (se così si può chiamare) degli esploratori dell’Universo Metallico che partivano per esplorare e cercare il Vero Metal, un viaggio durante i quali tutti si perdevano, da cui nessuno ritornava (None Is Back) tranne noi (But Us) e quindi N.I.B. divenne l’acronimo per None Is Back.
Quindi il vocalist Milko Dalla Battista non faceva parte della formazione che ha registrato il primo lavoro della band, dico bene?
Esatto, come ti ho detto abbiamo suonato in 3 per circa un anno, poi ci siamo resi conto che cercando di suonare puliti e non overdriven, durante i solo di Salvo, calava un po’ il “muro” di suono (un’entità che ho sempre avuto ben a mente, parlo di quella massa sonora che investe l’ascoltatore e che diventa il tratto distintivo di ogni band), quindi decidemmo di cercare un altro chitarrista che, per chiarezza di ruoli e per gratificare un po’ di più l’ego di Salvo, doveva essere solo ritmico.
Non ti dico i personaggi che incontrammo . . . . venne un tipo che sosteneva che la Fender aveva regalato una chitarra di oro massiccio a Ritchie Blackmore . . .e io, pirla ed appassionato di fisica che cercavo di spiegargli che era impossibile perché avrebbe dovuto pesare 300 – 350 kg . . . . comunque trovammo Maurizio Boi, il “Muro di Suono” fattosi carne e ossa, magari non un chitarrista sopraffino, ma se ascolti il demo ti rendi conto che è unico. Tanto unico che da allora non ho mai più suonato senza di lui!!!!
Ok ,quindi, all'epoca del vostro debutto ricordo che eravate una delle poche band a Torino e dintorni ad aver adottato un look davvero shokkante, diciamo una via di mezzo fra i Motley Crue degli esordi, e gli Slayer del primo disco, chi era di voi che si occupava della parte diciamo figurativa del gruppo.
Guarda, quando abbiamo incominciato a suonare eravamo tutti invasati dal look potente e diretto di questi gruppi come i Venom, ma non dimenticare i Judas di quel periodo, anche Rob Halford vestiva tutine in lycra come noi!!!
Comunque è venuto naturale, abbiamo trovato un negozio che vendeva queste tute da ballerino, molto attillate ed abbiamo deciso di adottarle come base, poi ognuno di Noi ha dato sfogo alla sua fantasia aggiungendo ogni orpello che desiderava. Io ho dato un forte impulso all’industria delle borchie in quel periodo.
Ovviamente nessuno di noi poteva fare affidamento su costumisti e le nostre madri . . . beh! era meglio che non vedessero certi giubbotti o gambali per cui ognuno di noi passava le nottate a cucirsi le cose o ad applicare borchie bucando la pelle . . . . mi fanno ancora male le mani se ci penso!
Azz... veramente eroico, visto che ci siamo, come descriveresti l'impatto live della band in quegli anni? Se non erro avevate organizzato dei live set molto ma molto particolari, è così?
Si, certo, credo di poter dire che eravamo una delle uniche band che badava anche all’occhio oltre che alle orecchie. Passavamo serate in birreria con taccuini e pennarelli per fare dei disegni su come realizzare cose da portare sul palco.
Per esempio eravamo gli unici allora che avevano la pedana rialzata per la batteria. Era grossa, alta e massiccia, ce l’aveva costruita un amico ed il bello era che il batterista se la smazzava da solo senza chiedere aiuto.
Mi ricordo che una volta vennero i GOW a chiederci se gliela prestavamo . . . sono soddisfazioni!
Un altro orpello era un braciere che avevamo fatto con la scritta NIB sotto e ad ogni concerto gli davamo fuoco creando il panico negli organizzatori e nei proprietari dei locali. Ovviamente non avevamo avvisato nessuno!!!!
Infine, una sera ci siamo chiesti che cosa avrebbe potuto attirare i fans come il miele. La risposta più ovvia era stata quel triangolino misterioso che si annidava al tempo sotto le gonne delle ragazze. Così decidemmo di portare una ragazza seminuda sul palco che legavamo ad una croce durante il brano “Sacrifice in the Night” . . . . alla prima, al Pattinauta, quando la ragazza uscì sul palco scoppiò il pandemonio . . .
Ok, parliamo di "Explorer the Metal Universe", una demo che sia dal lavoro d'artwork con la mitica navicella spaziale, che a livello di qualità di song, mostrava già una band nel pieno delle proprie qualità tecnico/compositive, che ricordi hai in generale di quel primo nastro?
Purtroppo quasi nessuna, quel Demo lo realizzammo in un momento in cui cercavamo di farci conoscere e ci mettevamo veramente l’anima.
Non mi ricordo dove lo abbiamo registrato, solo che i brani erano ottimi e che eravamo già in 4. Mi dispiace aver rimosso, ma probabilmente, non immagazzinassi nel cervello tante cazzate farei meno fatica a ricordare.
La cover forse era già stata realizzata da Milko che è sempre stato un disegnatore ed un grafico eccellente mentre io avevo curato l’impaginazione e le altre grafiche del booklet, sai che tempi, con i trasferibili dovevi lavorare . . . . . .
Mi parleresti di come sono nate songs d'impatto come "Angel's attack" o " Tower of silence"?
Come sempre! Salvo o io o Mauri portavano un riff che poi tutti insieme lavoravamo, modellavamo, provavamo e perfezionavamo fino alla nausea, ma il risultato lo hai sentito . . . . per quanto riguarda Tower, come ho detto prima, è nata, paradossalmente da un ritmo di batteria che si è inventato Gino, noi lo abbiamo assecondato e gli siamo andati dietro . . . . In effetti era uno dei brani che preferivo.
Correggimi se sbaglio, ma il vostro stile musicale abbinava con disinvoltura parti lisergiche e più volutamente speed metal, ad aperture più atmosferiche ed a volte anche raffinate, come nasceva questo strano connubio di potenza e melodia? Ed in generale, durante la stesura delle vostre composizioni, chi di voi aveva l'onore o l'onore di dare lo start iniziale?
Non so che dire, noi eravamo fans estremi di quei brani con molteplici cambi di tempo, eravamo convinti che il cambio di tempo, lo stacco preciso e secco, potessero far capire meglio la nostra tecnica e le nostre capacità. Inseguivamo la nostra “Victims of Changes” che al tempo era assolutamente il nostro brano di riferimento, poi eravamo anche grandi fans dei Black Sabbath per cui ci veniva naturale mettere insieme cose diverse, ma riconducibili ad uno stesso denominatore. Le personali influenze hanno poi influito e caratterizzato il nostro sound.
Un altra punto a favore dei NIB era, almeno a detta di chi vi ha visti dal vivo, l'ottima tecnica individuale di ogni singolo musicista della band, perciò, scusami se te lo chiedo, ma qualcuno di voi aveva mai preso delle lezioni private, o eravate semplicemente tutti degli autodidatta?
Infatti, andavamo tutti a lezione, io da Umberto Mari, un bassista clamoroso che ha saputo essere “Maestro” di musica e di vita, le sue lezioni erano le due ore più divertenti delle mie settimane, Gino (il batterista) andava da Furio Chirico, Salvo aveva studiato chitarra da giovane e allora studiava da solo per migliorarsi, ma in effetti tutti noi lo facevamo; di Maurizio, non saprei, sicuramente qualche lezione l’avrà presa, ma quando è arrivato, faceva talmente bene quello che doveva fare, che non ce ne importava nulla.
Scusami se posso sembrarti duro, ma un'altra cosa che ricordo dei NIB è che all'epoca qualcuno vi aveva additato come un gruppo di fighettini solo perchè rispetto ai vostri colleghi dell'epoca, potevate contare su disponibilità logistiche non indifferenti, cosa mi rispondi?
Non solo logistiche, ma proprio economiche, parliamo di grana!! E che ti devo dire, Salvo e io siamo nati fortunati, i nostri genitori hanno lavorato duramente ed avevano disponibilità per cui è innegabile che potessimo contare su basi più solide. Non vorrei però tralasciare che mio padre si, aveva soldi e di conseguenza io stavo bene, ma dall’età di 9 anni io andavo a lavorare in fabbrica ogni estate e a 11 anni ho dovuto incominciare a fare 8 ore come gli operai e non lavoravo in ufficio, ma in magazzino a caricare containers a luglio sotto il sole . . . . . il primo basso me lo comprò mia madre, ma era una merda . . . il primo vero strumento serio fu frutto dell’estate del 1981. Era un Rickenbacker 4001 Fireglo, un’estate di duro lavoro e l’amicizia di Giuliano Merizzi che ha visto in me qualcosa e che ha deciso di tenermelo da Giugno a Settembre.
Per quanto riguarda l’ampli . . . beh avevo un sogno, un Marshall a 2 casse, l’ampli della vita (infatti ce l’ho ancora . . ) e quando ne trovai uno usato, mia madre mi diede i soldi per comprarlo, ma il patto fu che era solo un prestito per cui, per ripagare il mio debito, non ho più preso la paghetta per oltre 11 mesi . . . andavo a scuola, a lavorare e a suonare . . . . . siamo sicuri che quelli che ci hanno sempre dato addosso per questi motivi facessero altrettanto? O magari d’estate andavano in colonia al mare e il sabato uscivano con le tipe?
Parliamo del secondo demo del 1986 "None is Back ... But Us", mi sono sempre chiesto, ma si tratta di una semplice demo di soli quattro brani, o di un vero e proprio full lenght album mai pubblicato?
Hahahahahah! Questa storia del full lenght l’ho sentita anch’io, addirittura ne ho vista una copia su ebay qualche anno fa . . . volevo comprarlo, in fondo non ce l’ho . . . comunque chiariamo il mistero una volta per tutte . . . era un Demo di 4 pezzi e nulla più!
In effetti qualche tempo fa, uno pseudo-giornalista mi ha chiesto una copia del demo degli N.I.B. per uno speciale che voleva scrivere per un Internet magazine e gliel’ho dato.
Siccome sono una persona molto gentile e cogliona, gli ho anche messo il demo Explorers, così per fargli un omaggio . . . la ricompensa è stata, credo, che lui ne ha realizzato un CD intitolato “The Heritage” (cover bianca con il logo in oro) e lo ha venduto in tutto il mondo . . . guadagnandoci e facendomi litigare con l’allora batterista Claudio Occhione che è convinto che lo abbia pubblicato io e mi sia messo i soldi in tasca . . . . Claudio!!! Ma veramente pensi che avrei potuto fare una cosa del genere a voi?
Comunque, il nome dello pseudo-giornalista lo sai, se vuoi sputtanarlo fallo, io mi limito, se lo dovessi incontrare, a fargli male, molto male .
Una prova discografica che, da quanto letto in passato, segnava una sorta di salto di qualità compositivo e di produzione, come mai non arrivaste al debutto discografico?
Non lo so con esattezza, probabilmente l’alone di “fighettismo” e le male lingue sono state più forti delle nostre capacità!
All'epoca a Torino c'eravate voi e i Gow e pochi altri, proprio la Shirak records che sovvenzionò "Mr Tippel" dei vostri concittadini, credo sia stata una delle poche etichette interessate a proposte hard n'heavy, avete avuto mai occasione di entrare in contatto con loro?
No, tra gli impegni della naja, e il cercare di costruirsi una “vita d’emergenza” non abbiamo avuto quella grinta che ci avrebbe potuto portare lontano, in fondo noi volevamo divertirci suonando la nostra musica.
Inoltre, francamente quando andavamo a sentire gente come i Gow, gli Elektradrive ed altri, ci sentivamo delle merde. Magari eravamo ipercritici con noi stessi, ma in fondo meglio così che fare figure di merda in giro per il mondo . . .
Senz'ombra di dubbio i NIB sono una delle poche formazioni in Italia a potersi fregiare dell'appellativo di cult band, ma come mai non hai mai pensato a mettere su un sito internet che possa raccogliere in qualche modo maggiori informazioni riguardo la band? Non ci hai mai pensato, o al contrario lo fai per mantenere lo status di culto attorno alla band?
Ma va, ma che dici?
Non credo proprio che il mondo ne abbia bisogno, abbiamo fatto il nostro tempo e non abbiamo avuto le capacità per sfondare . . . ora lasciamo spazio a chi ce la fa.
Poi scusa, se ci fosse un sito celebratorio, non mi avresti fatto questa intervista . . . . .
Esatto, ah ah ah, a cuore sereno, puoi raccontarmi come si consumò lo split della band? È vero che prima di staccare la spina, avevate la possibilità di andare in touneè in USA per un anno ?
Sorry, ma sono minchiate (e pensalo detto da Camilleri, con il suo accento Siculo che tanto adoro)! Non c’era nessun tour in USA. Semplicemente ci eravamo stancati di andare avanti.
La cosa con Claudio non aveva funzionato, era un tipo molto sui generis e dopo un po’ ci stavamo veramente sui coglioni, io sono andato a naja, dopo di me Maurizio e i tempi si sono dilatati, gli impegni di Salvo all’università avevano incominciato ad essere veramente impegnativi e piano piano ci siamo allontanati e poi ad un certo punto ci siamo sentiti e ci siamo detti “Tana libera tutti!!” così ognuno ha potuto andare avanti con la sua vita.
Nessun malanimo, nessuna recriminazione, nessun rimpianto.
Come mai decidesti un tuo radicale allontanamento dalla musica heavy? Un rigetto, o solo voglia di dare un taglio netto a tutto?
Guarda che io non mi sono affatto allontanato dalla musica Heavy, anzi, sebbene io sia disposto ad ascoltare qualunque cosa, non ho mai smesso di seguire il Metal ed anzi, oggi sono più estremo di allora ad essere sincero.
Avevo solo spento la modalità “Suonare in una band”, non ho venduto i bassi e l’ampli, li ho solo conservato senza usarli, poi un giorno ho guardato un film che ritengo illuminante “Still Crazy”, vattelo a vedere se non lo conosci, mi sono emozionato e commosso a tal punto che il giorno dopo ho incominciato a sentire gente per ricominciare a suonare . . . . e da li sono nati i T-Rocks
Che fine hanno fatto gli altri ragazzi della band? Li senti ancora, siete in buoni rapporti?
Ci sentiamo regolarmente quasi con tutti. Salvo fa l’avvocato, ma è un po’ che i rapporti si sono raffreddati, Maurizio suona nei T-Rocks con me, Milko fa l’agricoltore in Liguria e Claudio con cui adesso non sono più in buoni rapporti per quella cosa del finto CD, so che fa il pilota di linea in USA, credo alla Delta Airlines.
Ed in un periodo dove le reunion sono all'ordine del giorno, non hai mai pensato di riformare i NIB anche solo per un concerto?
Si, ci ho pensato più volte . . . e ti dirò di più, sono in contatto con delle persone che sognano di fare un evento riportando sul palco tutte quelle mitiche band, noi, gli Ira, i Jester Beast, i Creepin’ Death, ma nessuno mi ha ancora dato una data precisa e già che ho poco tempo, lo dedico al mio attuale progetto . . inoltre vedo una possibile reunion solamente sotto l’ottica di un gig celebrativo, ora le mie energie sono a disposizione dei miei compagni di ventura nei T-Rocks e mai e poi mai gli farei un torto.
Musicalmente parlando, cos'hai combinato dopo lo split della band?
Te l’ho detto prima, cazzo non stai attento!!! Mi sono preso una pausa e nel 2000 ho rimesso su una band, i T-Rocks dove suoniamo quello che ci piace, vogliamo essere un tributo al Rock e al Metal che ci ha fatto sognare da ragazzi e ci fa sognare adesso, dandoci la forza di andare avanti . . .
Ok, ok, dunque pensi che con l'esperienza che hai maturato in tutti questi anni, la tua band avrebbe avuto un futuro più roseo?
Sicuramente avremmo meritato di più. A quei tempi comunque le possibilità di farsi conoscere erano molto, ma molto minori di adesso, certo ci avessimo creduto di più, ci fossimo gettati con più anima e senza le influenze di famiglia, ragazze e società, forse ora saremmo altrove, ma come diceva il grande Confucio . . . “se vuoi vivere contento . . non pisciare controvento!!!”
Lo so che sembra non coerente con quanto detto, ma pensaci bene . . . . ha un fondo di saggezza illuminante!
In tutti questi anni, in che modo è cambiato il tuo approccio con la musica rock in generale? La musica metal, fa parte ancora della tua vita? Ascolti ancora qualche bel vecchio vinile dei Kiss o dei Saxon?
E che ne so, forse i CD sono più piccoli e maneggevoli degli LP?
Come ti ho detto, la musica rappresenta per me una parte fondamentale della mia esistenza e il Metal è la musica che ho scelto da bambino.
Voglio raccontarti una cosa . . . . qualche anno fa, ho avuto una cosa che si chiama Infarto dell’orecchio per cui ho perduto il 75% del mio orecchio sinistro.
All’inizio era un disastro sentivo tutto rimbombare e al pensiero di non poter più ascoltare musica o suonare, non nego di aver passato qualche serata con in grembo la mia fidata Colt con l’intenzione di farla finita . . . . . per fortuna sono un cacasotto e non l’ho fatto.
Adesso va meglio, posso suonare e ascoltare musica e questo mi basta per accettare la cosa.
Per rispondere . . oltre alle nuove band che devono soddisfare un semplice requisito (piacermi) e ti cito Gotthard, Hardcore Superstar, Five Fingers Death Punch tra le tante, ascolto sempre con enorme piacere i vecchi dischi dei Saxon, dei Maiden, degli Scorpions . . . i KISS, sono da sempre la mia band preferita, in realtà non li ascolto tanto perché li conosco molto bene
Cosa potresti consigliare ad una band che stà per muovere i suoi primi passi all'interno del mondo musicale?
Ma scusa, siccome mi pare che alla fine non abbiamo fatto nulla di rilevante, che consiglio potrei dare? Magari quello di studiare molto bene la storia degli N.I.B. . . . . . e poi fare esattamente l’opposto di cosa abbiamo fatto noi!
Ok Carlo, siamo veramente alla fine, ti ringrazio veramente di cuore per il tempo che ci hai concesso, vorrei che concludessi la nostra intervista nel modo che più ti aggrada.
Mah . . . ringrazierei te per lo spazio e per l’alta, immeritata considerazione che hai di N.I.B., poi ringrazierei tutti coloro che ci hanno conosciuto e non ci hanno dimenticati, tutti quelli che leggeranno questa simpatica intervista e le nostre famiglie che, bene o male, tollerano queste nostre peculiarità da ragazzini di 50 anni.
Come ho detto però, ringrazierei . . . se fossi una persona normale . . . ma siccome sono un fottuto, irriducibile e vecchio metallaro, alzo semplicemente le corna del Metal e vi urlo selvaggiamente . . . . . Metal Up Your Ass Motherfuckers!!!
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