Nelle parole del chitarrista Giorgio Colbacchini e del drummer Andrea "Blackhawk" Muscarello, la genesi legata ad uno dei platter sui quali conviene tenere puntato uno sguardo indiscreto..
Intervista raccolta da: Beppe "HM" Diana
Ciao Giorgio e grazie di cuore per il tempo che ci stai volendo dedicare, mettendo in relazione i vostri due ultimi lavori, non si può non evincere la crescita artistica, o meglio ancora l'evoluzione, alla quale siete andati incontro negli ultimi due anni, questo mi fa capire che, a livello puramente strumentale, non siete rimasti totalmente inattivi, è veramente così?
Ciao Beppe e grazie a te per averci coinvolto in questa intervista. Per rispondere alla tua domanda, è proprio come hai detto tu: non siamo affatto rimasti inattivi! Abbiamo maturato sempre maggiore esperienza suonando in giro con altre band e cercando di far tesoro di ogni esperienza per crescere musicalmente. Ci fa piacere che questa cosa sia stata notata.
Evoluzione che è coincisa anche con un parziale rinnovamento della line up ufficiale della band che vede un nuovo bassista ed un nuovo frontmen, ce li puoi presentare?
Certo. Come hai detto abbiamo un nuovo bassista poiché Davide "Gengis" Gianforte che si è subito ben integrato. Gengis arriva da un genere più tecnico e attualmente è anche il chitarrista degli ALMATHAUR band PROG del Torinese. Il nostro batterista Andrea ha trovato subito un ottimo feeling per ripristinare la sessione ritmica nell'immediato. Dario Fontana arriva invece dal panorama Hard-Rock del vercellese e dintorni, lo abbiamo conosciuto grazie a Silvio Brusa in quanto "compaesani".
Che dire, Dario ci ha permesso di balzare di diversi gradini verso l'alto e grazie alla sua voce e alla sua presenza scenica (animale da palco) un sacco di persone si ricordano di noi. Inutile dire che la seconda prova fatta insieme era come se ci conoscessimo da anni. Però ti sei dimenticato del nostro ultimo nuovissimo acquisto: KATIJA DI GIULIO che entra stabilmente in formazione come violinista nella falange EREGION dopo aver suonato tutte le parti di violino nel nostro ultimo album. Katija arriva dall'ambiente power metal ma porta con sé anche esperienze accumulate con progetti paralleli ha portato nella nostra formazione quel tocco folk che ci contraddistingue. Essendo la violinista degli ETERNAL SILENCE direi che abbiamo detto tutto di quello che ci combina la nostra Katija.
Credo che un tassello fondamentale sia stato proprio il comeback di Dario capace di adattarsi in modo encomiabile alle atmosfere che si vengono a creare all'interno di ogni canzone, risultando a volte determinante per l'assetto compositivo della band, dico bene?
Esattamente, Dario è entrato in formazione come quando si calza una camicia cucita su misura, nessuno sforzo, nessun cambio tattico, è arrivato ha studiato i pezzi e li ha fatti suoi.
Per la registrazione del nuovo arrivato vi siete affidati agli Elnor Studios? Quanto è stato difficile far convogliare gli umori, le passioni, e le pressioni di sei musicisti all'interno di un’unica direzione? Siete mai scesi a compromessi?
Eh, come ben sai quando si è in tanti a volte capita di avere idee diverse. Anzi, è certo che capiti ed il compromesso è inevitabile. Ma a parte qualche piccolo episodio dove si è dovuto "votare" direi che siamo arrivati con le idee ben chiare in sala di registrazione. Il lavoro di pre-produzione è stato fondamentale. Negli Elnor Studio abbiamo poi trovato MATTIA STANCIOIU (ex Labyrinth) che ci ha seguito passo passo e ci ha offerto punti di vista che ci hanno aiutato ad aprire gli occhi e le orecchie a sonorità che ci hanno completato e valorizzato. Il nostro batterista è uscito dallo studio ko dopo 4 giorni di fuoco.
Puoi spiegarci quali sono state le emozioni e gli stati d'animo che avete attraversato durante tutte le sessioni di registrazione? C'è stato un momento durante la fase di composizione del disco in cui avete superato il vostro limite di sopportazione globale?
Durante la fase compositiva qualche attrito c'è stato, è innegabile, ma sempre nell'ottica di portare a compimento il miglior lavoro possibile. Quando hai a cuore la realizzazione di una cosa ed i pareri sono diversi, è naturale il doversi confrontarsi. La consapevolezza di ciò ci ha aiutato a trovare sempre una soluzione ed una via d'uscita ad ogni problematica.
Concretamente la fase compositiva è un vero e proprio lavoro di gruppo, oppure le idee dei brani sono elaborate da uno solo di voi, e poi ognuno apporta le proprie modifiche? Come vi siete gestiti durante la registrazione dei cori polifonici che aiutano ad infondere un pathos ed un'epicità superlativa?
I pezzi inizialmente vengono scritti da Gianluca "ODD" De Lotto chitarra solista e poi successivamente vengono arrangiati da tutti i componenti del gruppo. L'idea di base è che ognuno debba sentire un po' come proprio il pezzo che poi andrà a suonare live. Per i cori abbiamo avuto più persone che ci hanno dato il loro prezioso contributo: per prima Claudia Beltrame (Degrease of Truth & Silent Angel) che ci ha donato la sua voce per i cori di "KINGDOM OF HEAVEN" e che ci teniamo a ringraziare. Per i restanti pezzi abbiamo avuto il piacere di avere come Vocal coach Andrea Delsignore voce della BMB Bon Jovy Tribute Band che ha messo sotto torchio il nostro Dario e ha messo alla prova la nostra sessione corale a cui hanno partecipato:
- Stefano Vallino: Tesla shaman e Headless Ghost
- Ivan Castelli: LionSoul
- Aurelio Parise: LionSoul e Headless Ghost
- Sara Dalla Nora: Hellraver
- Tutti noi EREGION
e non possiamo che ringraziarvi tutti ragazzi.
Il suono della band sì è fatto più melodico o catchy se vogliamo senza per questo rinnegare le vostre radici primigenie che affondano il proprio status fra i meandri di un heavy metal barbarico che ingloba reminiscenze classiche, power ed accenti folkish, sei d'accordo?
Siamo pienamente d'accordo Beppe. Questo d'altronde era il nostro obiettivo di partenza e dal nostro punto di vista l'abbiamo centrato in pieno. Almeno a sentire i pareri in giro. Ogni singolo brano è stato composto con l'idea che dovesse entrare in fretta nella testa dell'ascoltatore.
Per il titolo del disco avete addirittura scomodato il poeta Orazio il quale era certo che la poesia è l’unica arte che può rendere immortale l’uomo, una frase/pensiero che non ammette repliche, il vostro invece lo dobbiamo leggere come uno sfogo isolato, un grido disperato, o dietro si nasconde qualcosa di più profondo ed autobiografico? E visto che siamo in argomento, potresti farci una disamina delle liriche del disco?
Non Omnis Moriar ci è sembrato subito il titolo migliore per quest'album per svariati motivi. Perchè racconta del motto di un gruppo di giochi di ruolo che ha appassionato per anni alcuni di noi. Perchè può essere trasposto alle gesta che trasformano l'uomo in eroe (cosa che abbiamo cercato di rappresentare con l'immagine di copertina). Infine per ricordare il nostro amico Silvio Brusa, a cui l'album è dedicato, che negli album precedenti ha composto molti pezzi che in qualche modo lo ricordano. Per quanto riguarda le liriche: un paio di pezzi sono ispirati alla meravigliosa figura di Earendil di cui ci ha raccontato Tolkien. Altri brani sono ispirati a re Artù o ai crociati. In generale ci interessa parlare di eroi, guerrieri e avventurieri, realmente esistiti o no poco importa, che ben si adattano alle atmosfere epiche che ci caratterizzano.
Molte formazioni dell'ultimo periodo sono fuorviate dal successo ad ogni costo, perdendo di vista quelli che sono i veri valori del suonare in una band, ovvero l'amicizia e le prove in “cantina”, mi sembra che tutto questo in casa Eregion non accada, dico bene?
Dici bene. Tra di noi si è creato un legame di amicizia forte che ci porta a fare le prove anche solo per il gusto di ritrovarci insieme. È sempre stato così: la musica per noi è anche e soprattutto questo. Se hai avvertito questo, se chi viene ai nostri live avverte questo, allora abbiamo vinto!
Nonostante gli impegni familiari e di lavoro, vedo che siete sempre più spesso attivi sul fonte live sia sul palco che a livello di audience, il supporto della scena underground nasce da gesti come il vostro...
Suonare live ci piace un sacco e non ci risparmiamo di certo. Le nostre famiglie in ciò ci supportano molto e ci rendiamo conto di essere davvero fortunati. In più amiamo molto l'heavy metal in generale e cerchiamo sempre di supportare la scena andando ai concerti delle altre band. Insomma: ci divertiamo sopra e sotto al palco, ed è bello trovare in giro amici con cui scapocciare e bene una birra.
Quando ascolti un disco sei sempre imparziale e ti lasci trasportare dall'entusiasmo, oppure come i musicisti con la puzza sotto il naso, sei sempre pronto a criticare il passaggio a vuoto o l'errore di battuta?
Andrea: Io personalmente ascolto tutto, sia la parte ritmica e di batteria, mai mi è capitato di fare il pignolo, cerco di imparare da tutti quello che non so per diventare migliore e mi congratulo sempre se ascolto un buon brano, d'altronde mi sta regalando un'emozione o una carica, tutto gratis. Ricordiamoci che siamo partiti tutti dall'inizio, puzza sotto il naso io mai!
Per cui, riesci ancora a rimanere inerme alla mole di materiale ascoltato, di riff, di veemenza sonica, oppure pensi che, nel bene e nel male, tutto questo influenza il tuo modo di comporre la tua musica?
Di musica ne ascolto parecchia ed oggi l'offerta musicale è davvero sterminata. Impossibile non rimanerne in qualche misura contaminati. L'importante è, quando componi la tua musica, cercare di mantenere una tua identità.
Avendo la possibilità di guardarti in un'ipotetica palla di cristallo, come ti vedi fra dieci anni?
Infighettito con sotto braccio un lp jazz o peggio ancora di Vasco Rossi, oppure sempre e comunque on the road a mordere l'asfalto?
Credo che ognuno di noi si pensi ancora a suonare il proprio strumento sorridendo verso il passato. Magari su un palco, magari davanti allo specchio mettendo gli abiti di scena che non entrano più come una volta, magari davanti alla propria moglie o figlia/o ricordando il passato e insegnando qualcosa di bello e utile, oppure semplicemente su un palco più grande!
Prima di concludere vorrei che mi togliessi una curiosità: perchè quando qualcuno pronuncia male il monicker della band viene ripreso con veemenza/aka cazziato di brutto? Aahhah
Noi non cazziamo nessuno ma ci teniamo al nostro nome EREGION Pron. Ereghion. Ci hanno fatto anche una serie TV ragazzi dai! Non è difficile! Ahahahahahah
Ok siamo veramente alla fine, grazie per la disponibilità, concludi l'intervista ricordando ai nostri lettori i prossimi appuntamenti della band.
Grazie a te Beppe per l'impegno profuso da anni per dare visibilità a band come la nostra, stiamo programmando la seconda parte dell'anno con band davvero super!
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