Teacher's Pett - Don't let it end


"....ti ricordi quando mi dicevi che la mia voce assomiglia a quella di Geoff Tate? Bene, ti posso dire che abbiamo avuto lo stesso insegnante di canto il maestro David Kyle".
Parole di Billy Young da quel di Seattle, formidabile vocalist degli altrettanti interstellari Teachers Pett, formazione dell'area di Washinghton che, nei due lustri di intensa attività artista, è riuscita a lasciare ai posteri ben quattro lavori in studio, due album usciti solo in formato mc, una demo primordiale ed un promo del 1991, nel quale è riuscita a mettere in mostra una crescita ed una maturazione stilista alquanto esponenziale, che l'ha portata dal seminale HM classico del debutto del 1985, al US Metal di tipico taglio progressive del nastro promozionale del periodo 1990/91. Una formazione che, sicuramente, avrebbe meritato di raccogliere i frutti di quanto seminato su e giù per i plachi della west coast.
Lascio la parola al mio interlocutore, allaciate bene le cinture per questo viaggio a ritroso nel tempo, meno tre, due, uno...

Intervista raccolta da: Beppe Diana


Ciao Billy, benvenuto sulle nostre pagine e grazie per il tempo che ci stai volendo dedicare. Dunque, se non sbaglio tu sei stato il terzo vocalist dei Teacher's Pett, puoi raccontarci come sei entrato a fare parte della loro line up? Conoscevi i musicisti della band da tempo? Ti ricordi se hai fatto un'audizione all'epoca?
Ciao Beppe e grazie a te. Ho incontrato i ragazzi della band dopo che si erano trasferiti da Los Angeles a Seattle. Originariamente la band ha preso vita in una piccola cittadina dello strato suburbano della parte orientale di Washington chiamata Wenatchee.
Loro si erano trasferiti a Los Angeles perchè avevano ricevuto un'offerta per un accordo da un produttore che era rimasto molto colpito dal loro primo demo. Lui si era offerto di pagare interamente le sessioni dello studio di registrazione, ed elargire una futura percentuale di guadagni per le copie vendute di un ipotetico lp, ma ha imposto alla band di trovare un nuovo cantante.
Così i ragazzi sono tornati di nuovo fino a Seattle per la ricerca di un nuovo vocalist.
Mio fratello maggiore, che è anche lui un cantante, era andato a fare un provino. Quando è tornato a casa, mi ha raccontato di questa giovane formazione. Conoscendomi bene, pensava che sarei stato migliore di lui perchè i ragazzi possedevano già all'epoca una certa versatilità compositiva e, visto che io era più indirizzato al metal sullo stile di Rob Halford, mentre lui era un po' più di sullo stile di Vince Neil, ha pensato bene di fare il mio nome.
Così alcuni giorni dopo sono andato al provino. Per le audizioni ho cantato “In the dark”, che poi farà parte del repertorio della band, scritta proprio con mio fratello. Credo di aver fatto una buona impressione, anche perchè dopo alcuni giorni dopo ero già nella band.

La tua entrata nella band riesce a fare la differenza fra quello che era stato prima del tuo ingresso, e quello che sarà dopo, tanto che nel 1988 il sogno di registrare quel disco si concretizza...
Abbiamo scritto il primo album in circa sei mesi, dopo di che ci siamo fiondati direttamente verso L.A. per registrare. Sarà la vecchiaia, ma non ricordo molto del versante compositivo, posso dirti che i due chitarristi della band erano i principali compositori, però tutti noi avevamo voce su ogni singolo brano. Invece ricordo che ero molto eccitato di far parte di una grande metal band.
Sin dall'adolescenza ho sempre scritto, per cui, ogni qualvolta i ragazzi avevano un riff o una parte di una canzone nuova, avevo voglia di intrecciarla con i miei testi per sentirla più vicina a me.
Abbiamo vissuto in studio, dormivamo sul pavimento e mangiavamo di tutto, soprattutto l'immondizia che proveniva dai discount dell'epoca.

Dai flyers che ho visto, ho notato che, durante la vostra permanenza nella città degli angeli, avete messo a fuoco molti palchi, dico bene?
Si, durante il nostro periodo di soggiorno forzato, abbiamo suonato nei vari Whiskey, Roxy, Cathouse e Troubadour, e in molti altri locali nei quali ci davano la possibilità di farci conoscere.
Pensa che nella serata del Cathouse abbiamo aperto per i Jane's Addiction, mentre dopo il concerto siamo andati ad un party selvaggio a casa di Frank Zappa!!! Ahhahh, cazzo se ero giovane, è stato pazzesco.

Quindi nonostante un signor demo come il vostro, non avete mai avuto nessun contatto con una label disposta a pubblicare le otto composizioni registrate?
No, non avevamo un manager o qualcuno che ci istruisse sul music biz e su come si faceva ad ottenere un contratto. A quel tempo sul sunset strip di Hollywood c'erano un milione di bande e tutti distribuivano i loro volantini cercando di spingerti in ogni modo ad andare al loro spettacolo.
La scena era popolata da una miriade di band che cercavano di essere come i Motley Crue.
All'epoca erano i migliori, e tutti volevano suonare come loro.

Come mai solo un anno dopo siete tornati sui vostri passi?
Credo che il motivo principale per il quale siamo tornati a Seattle, fu perchè ci eravamo stufati di quella vita e di quella città, ed alla fine ci stavamo separando!!! Più semplicemente volevamo solo tornare a casa. Così, ci siamo trasferiti nello stato di Washington, con ben quattro di noi che hanno deciso di condividere un appartamento con una sola camera da letto!!!
Tre avevano delle ragazze che lavoravano in alcuni locali di striptease le quali, naturalmente, hanno pensato bene di venire a vivere con noi.
Quindi eravamo sette persone a condividere una sola camera da letto.
Qualche mese dopo, per fortuna, ho incontrato anche io una brava ragazza, con la quale divido la mia vita da venti anni, e mi sono allontanato da quel manicomio e....tranquillo, mia moglie non ha mai lavorato in quei tipi di locale, aahahha!!!
Comunque è proprio in quella casa che ho scritto “I need you”.
Sentivo gli inquilini dell'appartamento affianco che facevano sesso di notte, mi ero preso una cotta per lei, la mia vicina di casa, anche se non ne abbiamo mai parlato.

Qual'era l'energia profusa dalla band all'epoca in sede live?
I nostri spettacoli dal vivo erano molto coreografici, in ogni concerto abbiamo cercato di programmare l'intera serata dall'inizio alla fine in modo da essere sincronizzati, anche se non sempre tutto andava come doveva andare.
Ti racconto un aneddoto: il nostro bassista originale, Curt Hanks era un bravo ragazzo, ricordo che era alto, molto più di me che sono un gigante. Una volta sono stato colpito dal suo basso, mi ha letteralmente messo a tappeto. Mi sono svegliato sul pavimento con Mike e Dave in piedi sopra di me che ancora stavano suonando. Allora mi sono tirato su, ho afferrato il microfono e sono andato avanti come se niente fosse accaduto, pazzesco!!!

Il 1990 è stato un anno molto fruttuoso per la band, non solo per la registrazione di un terzo demo, ma anche perchè avete avuto la possibilità di aprire delle date per alcune delle band più rinomate dell'epoca.
Si, abbiamo avuto la fortuna di avere la chance di suonare alcuni spettacoli nella nostra Seattle, aprendo per band come i geniali Crimson Glory, pensa che Trascendence è ancora uno dei miei album preferiti di tutti i tempi in campo metal.
Abbiamo fatto due settimane in tour con i Savatage per il tour di “Hall of the mountain king”, abbiamo suonato con i Wild Dogs, i Riot e tante altre che non riesco più a ricordare.
Abbiamo suonato anche con nostri amici di band locali come Alice in Chains, Soundgarden, Mother Love Bone, Metal Church, Sanctuary e molti altri.

Diciamo che eravate aiutati da un lavoro che metteva in mostra una band nettamente migliorata sotto ogni punto di vista, sia dal punto di vista strettamente compositivo che strumentale.
Alla fine del 1989 abbiamo dovuto separarci da Dave Plunket, uno dei nostri chitarristi, a causa dei suoi abusi con l'alcol. Nell'ultimo periodo con la band era veramente un'altra persona, non riusciva neppure a suonare ne a portare a compimento i suoi impegni.
Per Mike e Tim è stato difficile allontanarsi da lui anche perché tutti e tre erano cresciuti insieme.
Per fortuna abbiamo trovato un vero talento in Paul Annala, che suonava la chitarra in un'altra band locale. Quando è arrivato lui, anche il nostro stile compositivo è cominciato a maturare.

Nel 2008 si vociferava su una possibile reunion dei Teacher's Pett, eri stato contattato per far parte di quella nuova formazione?
Mike e Paul erano stati attirati dalle promesse di un ragazzo che aveva guadagnato un sacco di soldi facendo alcune vendite illecite, roba poco legale. Aveva cantato, e male, in una band della zona, ed alla fine si era trovato dentro i Teacher's Pett.
Ad essere onesti, in quel periodo non stavo lavorando con altri musicisti. Non ero interessato ad avere altre band all'epoca, mi piaceva solo suonare alcune cover con degli amici.

Sbirciando fra le tue foto mi sono accorto che hai una nuova band nella tua Seattle, ce ne puoi parlare?
Non ho mai smesso di cantare. Attualmente sono il frontman di una band chiamata BlackLine qui a Seattle. Abbiamo pubblicato un E.P. di quattro canzoni, e composto materiale sufficiente per due o tre album. Non è metal, ma ha un tocco più moderno con cadenze hard rock. Abbiamo appena ri-arrangiato un remake del Mississippi Queen dei Mountain.
Stiamo lavorando con un produttore di fama internazionale chiamato Timothy Eaton vincitore di parecchi Grammy. Siamo fiduciosi che il 2017 sarà un grande anno per noi. Ho pagato i miei debiti, adesso è tempo di rifarsi.

Ok Billy, siamo alla fine, concludi l'intervista nel modo che più ti aggrada...
Un giorno non troppo lontano spero solo di poter condividere la mia musica con il resto del mondo. Ho la stessa passione e l'amore per il rock n roll che avevo agli esordi della mia avventura quando sono entrato fra le fila dei Teacher's Pett.
Grazie mille per aver avuto l'opportunità di raccontare la mia storia.
Long Live Roock n'roll
Billy Young

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