Empire - Dominance and Submission
Sicuramente uno dei lavori più oscuri della scena musicale tricolore, ma anche uno dei meglio riusciti, l'unica testimonianza su nastro dei pescaresi Empire, è il classico esempio del debutto da studio che avrebbe meritato sicuramente molta più attenzione e considerazione di quella che poi la band riuscì veramente a catalizzare, e questo non solo per la caparbietà e la professionalità dei musicisti chiamati in causa, ma soprattutto perchè la qualità intrinseca delle cinque composizioni contenute, andava ben oltre la mediocrità dei nastri che si producevano nelle cantine di casa nostra. Arroccati attorno alla figura enigmatica del singer Ben “Tyger” Spinazzola, con un passato nei più rinomati Unreal Terror e nei seminali, ma tutt'altro che sconsiderati, Havok, quelli per intenderci del fenomenale “Day of the Cyborg”, gli Empire, dicevamo, seppero portare a compimento, più di ogni altri, un lavoro nel quel le reminiscenze di scuola prettamente americana, trovavano degnamente terreno, all'interno di un sound nel quale un primordiale heavy metal di estrazione classica ed il thrash metal di scuola bay area, si fondevano in maniera inequivocabile, dando forma, ma soprattutto sostanza, ad un ibrido musicale ad alta gradazione voltaica.
Sormontato dalla splendida cover dell'amico Alessandro Di Martino, già al lavoro con gli stessi Havok e i concittadini Wotan, oltre ad essere un batterista niente male, “Dominance and submission” oltre ad un titolo altisonante, riusciva a mediare l'incisività di una coppia di asce che si prodigavano al meglio nell'alternare stilettate metalliche ed arpeggi melodici, un'ottima sezione ritmica solida e precisa, con le vocals istrioniche di un Tyger Ben autentico mattatore nei venticinque minuti scarsi di durata del demo. Registrazione e produzione speculare effettuata negli Spray studio, l'unico veramente degno a Pescara e dintorni all'epoca, aiutavano in seconda battuta, a fomentare l'appeal metallico portato in dote da brani come l'arcigna “Death or glory” e le sue ripartenze speed metal, le dissonanze arcaiche della title track pregna di rimandi canadesi agli Anvil, o l'auto celebrativa “Empire”, giocata su un attacco frontale perpetrato con cinica violenza, di sicuro il vertice qualitativo dell'intero lavoro. Accolti tiepidamente dalla stampa, o pseudo tale, dell'epoca, gli Empire ebbero il tempo di partecipare ad un paio di compilation, di cui una americana, e sciogliersi nell'indifferenza dopo pochi mesi dalla pubblicazione di questo lavoro. Spinazzola continuerà nei concittadini Wotan, mentre il chitarrista Marco Palumbaro troverà la giusta gratificazione artistica nei Thy Gates Beyond con l'ex Wotan Guido D'agostino.
Beppe "HM" Diana
Etichetta: Self Produced
Genere: Speed/Thrash Metal
Anno di pubblicazione: 1988
Line up:
Benedetto Spinazzola - vocals
Marco Palumbaro -guitars
Angelo Troiano - guitars
Roberto Iocco - bass
Matteo Auciello - drums
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