FORGING STEEL

FIDEI DEFENSOR

Shady Lane - There and Back

 


Perchè se non è amore incondizionato per la musica concepita e suonata questo, ditemi voi cos'è!! 
E già, la promozione del come back sulle scene degli Ivory non era nemmeno stata portata a conclusione, che già si vociferava dell'opera di debutto degli Shady Lane. 
Nuova creatura artistica questa, nata dalla mente del chitarrista Salvo Vecchio, ascia tutto fare degli autori di “Alienation” che, per quello che doveva essere un semplice progetto in chiave solista, ha modellato i caratteri somatici di una nuova creatura musicale, e si è circondato da un manipolo di ottimi musicisti come il bassista Luca Bernazzi, anch'egli coinvolto in prima persona nella line up ufficiale degli Ivory, l'ex vocalist dei Dark Horizion Roberto Quassolo, nonché il tastierista degli Alia Micheal Antony, la cui collaborazione sinegica a dato forma e sostanza ad un album elegante e raffinato che porta in dote un progressive metal abbastanza articolato ed elitario sul quale si edificano le otto composizioni del loro “There and back”, per cui....

Intervista raccolta da: Beppe "HM" Diana

Ciao Salvo e bentornato sulle nostre pagine, dunque, la promozione del nuovo disco degli Ivory non era nemmeno terminata che avete deciso di presentare il disco di debutto degli Shady Lane, quindi è doveroso che ti chieda di presentare ai lettori di quest'intervista il percorso che vi ha condotto fino a qui. Progetto parallelo oppure nuova creatura musicale con un'anima artistica vera e propria? 
SALVO: Ciao Beppe, felice di ritrovarsi! Shady Lane non è affatto un progetto parallelo, bensì un nuovo inizio perché con gli Ivory, dopo Alien Nation, sentivamo di aver dato tutto per il momento. E’ molto più difficile la gestione logistica degli Ivory e ad un certo punto volevo uno sfogo creativo più orientato verso il prog che potessi gestire in maniere del tutto indipendente, un progetto solista. Ne parlai con Maurizio, della Underground Symphony e mi suggerì Roby alla voce che da poco era uscito dai Dark Horizon. Alla fine con Luca ed Antony si è completata la line up ed è stato spontaneo accantonare il progetto solista per rituffarsi in una nuova avventura come band vera e propria, anche perché per la prima volta, forse, tutti sono parimenti coinvolti e ognuno ha il proprio ruolo specifico nel gruppo e in pochi mesi avevamo il debut pronto!

Se si escludiamo la presenza del buon Luca che oramai ti segue da anni in ogni tua avventura discografica, come ed in che maniera sei entrato in contatto con gli altri musicisti della band? Come sei riuscito a coinvolgere Roberto che, da qualche anno, sembrava lontano da certe sonorità “pesanti”? Il suo apporto, così come quello di Anthony Elia, a livello di songwriting ha avuto una certa valenza? 
SALVO: Luca è stato anche il mio testimone di nozze, un appoggio sicuro per le parti di basso, oltre che un amico, quindi è stato naturale coinvolgerlo sin da subito. Antony aveva suonato su qualche pezzo di Alien Nation, ci eravamo trovati bene e ha fatto uno splendido lavoro di arrangiamento su There and Back, mentre Roby ha portato un inatteso entusiasmo e coinvolgimento.
Io ho composto tutte le musiche del disco, e così sarà per il secondo, dato che il concept è diviso in due atti; Luca oltre allo storytelling ha sviluppato con Roby i testi del concept per il quale io avevo scritto solo l’idea iniziale; Antony mi ha aiutato con gli arrangiamenti e Roby si è occupato, oltre che di buona parte dei testi anche di tutte le melodie ed arrangiamenti vocali.

Perdonami la franchezza, gli Shady Lane sono portabandiera di un progressive metal abbastanza articolato ed elitario se vogliamo, non tanto dissimile a quanto proposto dagli Ivory ad inizio carriera, volendo fare il cattivo ad ogni costo, non era più logico pubblicare il disco con il vecchio monicker? Sentivi/sentivate l'esigenza di ricominciare tutto da zero? 
SALVO: sinceramente sì! Volevo tornare al prog lì dove con gli Ivory nel tempo ci eravamo avvicinati sempre più all’altro mio genere preferito, l’hard rock, che comunque era l’elemento distintivo sin dagli esordi su demo… con Alien Nation abbiamo aggiunto parti più marcatamente progressive a dimostrazione che ormai era quella la direzione che più ci stimolava stilisticamente. Però sì, desideravo totale libertà espressiva ed il prog non ha barriere o restrizioni di genere.

Nelle nostre chiacchierate via chat mi hai confessato che con gli Shady Lane tutto sembra girare alla perfezione con più “facilità”, puoi spiegarci meglio? 
SALVO: era questo l’obiettivo, rendere la gestione della band più fluida possibile per dedicarsi alla musica. In passato era difficile anche solo vedersi per fare una prova, una foto… gente che suonava in 14 gruppi e non dava il minimo contributo! Qui è stato tutto molto più snello (nonostante la maggior complessità della musica), anche perché oggi siamo tutti grandicelli, non si ha tutto questo tempo durante la giornata. La priorità sono e sempre saranno famiglia e figli, poi c’è il lavoro e a fine giornata non ho più voglia di combattere con le agende degli altri. Io compongo il disco strumentalmente, passo le demo agli altri che aggiungono le loro parti e poi tutto finisce da Mattia che fa la magia di mettere tutto insieme, tra un’imprecazione e l’altra (!!!!), e il disco è servito!

Visto che siamo in argomento, in che maniera sono nati i brani che si legano a There and back? Il processo compositivo è stato fluido oppure qualche brano ha subito dei cambiamenti radicali in fase finale? Visto che il vostro cantante abita abbastanza distante dal resto del nucleo della band, immagino che abbiate lavorato molto in remoto... 
SALVO:  tutto da remoto, tranne Luca che ha registrato nel mio home studio. Ma con un quotidiano contatto tra tutti che ci ha permesso di essere uniti e coinvolti come mai mi era capitato in passato. Nulla contro ciò che è stato, è che i tempi sono cambiati e questo nuovo modus operandi permette di essere più fluidi e veloci e di ridurre notevolmente i costi, cosa non da poco dato che non ci sono ritorni economici, si suona per passione, i numeri che si facevano negli anni 90 non esistono neanche lontanamente. Oggi ci sono solo views e follower… questo è l’unico aspetto negativo del cambiamento dei tempi.

E adesso come vi sentite? Svuotati e privi di energia perchè pensi che abbiate dato tutto, oppure avete ancora voglia di spaccare il mondo in due, perchè suonare e comporre la musica dei Shady Lane continua a fornirvi energia allo stato puro? 
SALVO: La musica per me è passione e sfogo creativo. Cerco sempre di migliorarmi, come chitarrista e come compositore, a prescindere da chi ascolterà. Non penso ai numeri, non sono bravo con i social, né come promoter della mia musica. Registro di continuo sperando di far meglio di quanto abbia fatto in precedenza e poi passo la patata bollente agli altri per mettere, in totale libertà, il loro contributo. Non sono mai intervenuto su una parte degli altri, né loro sulle mie e quando tutto si unisce si crea un nuovo punto di partenza per quello che sarà il lavoro successivo.

Credo che sia ancora presto per parlarne, ma ti puoi ritenere soddisfatto del lavoro finito? Hai avuto modo di ascoltare il tutto con orecchio critico? 
SALVO: può sembrare scontato, ma There and back è certamente il lavoro di cui vado più fiero. Certo che i margini di miglioramento ci saranno sempre; raramente mi riascolto, sono estremamente critico verso ciò che faccio ed è sempre difficile chiudere un mix, penso sia una cosa comune a tanti musicisti. Però il debut Shady Lane è quanto di più vicino a ciò che avevamo in mente ad inizio produzione a livello di sound.

Registrazioni che, come per le precedenti release della band madre, vi ha visti coinvolti assieme all'onnipresente Mattia Stancioiu che, oltre ad incanalare le sonorità della band nella giusta direzione, si è occupato anche dell'artwork ed del logo della band, a quanto pare un uomo a tutto campo... 
SALVO: Mattia ha fatto un sacco di cose su questo disco e sul prossimo ne farà anche di più, sebbene sia già abbastanza impegnato di suo! Effettivamente è un artista a tutto tondo; oltre che un bravissimo fonico, disegna benissimo, fa pirografie pazzesche ed ha un umorismo cinico molto affine al nostro e anche se spesso la si butta sul ridere per stemperare i momenti critici di una produzione, è un grande professionista, che cerca di capire cosa voglia raggiungere una band, anche quando questo è magari lontano dalla sua visione o gusto personale.
 
Domanda strana ma doverosa, qual è lo scopo che vi siete fissati come band? Vendere un buon numero di copie per poter ipotizzare ed ammortizzare un secondo disco, oppure raggiungere un numero sempre più maggiore di sostenitori? 
SALVO: è difficile rispondere a questa domanda, perché come ti accennavo, rispetto a 20 anni fa tutto è cambiato, si potrebbe aprire un discorso infinito sulla fruizione della musica, sul fatto che le nuove generazioni non abbiano più come riferimento l’artista che scrive, registra e pubblica un album, bensì l’influencer che fa video su YouTube o Tik tok…Da chitarrista vedo chitarristi youtuber che hanno il quadruplo del follower di chi ha fatto tour in mezzo mondo per decenni, venduto palate di dischi e suonato con chiunque. Li seguo anch’io, intendiamoci, ci sono cose fenomenali dalle quali si può sempre attingere per ampliare il proprio vocabolario musicale e tecnico, ma per me è sempre tutto funzionale alla creazione di musica, non di contenuti  social! Ovvio che poi ci aspettiamo che la nostra musica arrivi a più gente possibile. Dico sempre che finchè siamo nella fase di produzione ascoltiamo fino allo sfinimento ogni dettaglio dei nostri pezzi e dal giorno dopo la pubblicazione la speranza è che si diffondano tra gli appassionati del genere, mentre noi già pensiamo all’album successivo. 

Si, anche perchè le recenti classifiche su un colosso come Spotify vi davano in buona posizione... 

SALVO: Non sono molto aggiornato per Spotify, qualche amico mi ha fatto notare che almeno dopo la release avessimo buoni risultati, ma quello che ci ha sorpreso e anche un po’ inorgoglito è stato raggiungere in meno di 48 ore dall’uscita del disco il 5° posto nella classifica metal di  iTunes, in mezzo o addirittura davanti a grandissimi nomi!

Fra lavoro, impegni familiari e lo stress della vita quotidiana, quanto è difficile tenere in piedi una band come la vostra? Credo proprio che la sinergia che si è venuta a creare e la passione che vi lega abbia giocato un ruolo fondamentale, dico bene? 
SALVO: dici bene, per questo il debut degli Shady Lane è nato così velocemente. Tanto la sinergia tra noi, quanto il modus operandi snello ed efficiente ci permettono di dedicarci alla nostra musica senza venir meno ai nostri doveri principali di genitori, mariti, lavoratori….

Suonare oggigiorno un genere articolato ed elitario come il progressive metal è una sfida senza pari, da una parte la soddisfazione di voi musicisti che avete dato fondo alle vostre velleità artistiche, dall'altra una realtà musicale come quella odierna incentrata sul mordi e fuggi, non ti sembra molto riduttivo e frustante tutto questo? Molti pensano che il vostro genere sia “invendibile”, tu come la pensi? 
SALVO: mah… quali sono quelli vendibili?! Ormai solo i grandi nomi vendono dischi e comunque i numeri sono lontanissimi da quelli del passato. Ormai ci sono più musicisti che semplici fruitori, quindi ognuno tira acqua al proprio mulino. Come ti dicevo per noi è uno sfogo creativo, se volessimo vendere dischi faremmo certo un altro genere e comunque magari tornassero con nuovi album band a cui ci ispiriamo e che sono fuori dal mercato musicale da anni. Cito i primi che mi vengono in mente… Elegy, Symphony X, Shadow Gallery, Pagan’s Mind, Fates Warning…

Come ed in che modo è cambiato il tuo modo di apportarti alla musica concepita, suonata e distribuita in tutti questi anni? 
SALVO: La mia passione è invariata, difficilmente passa un giorno senza che non suoni la chitarra. Magari mi accontento di mezz’oretta e per questo sono contento di aver speso ore e ore al giorno sullo strumento quando ero ragazzino! Poi se registro il tempo passa senza che me ne accorga, ma da questo punto di vista poco è cambiato per me. Cambia ovviamente il sistema di fruizione e distribuzione che ormai per ovvie ragioni è sempre meno fisico… compro i CD o i vinili perché ancora voglio leggere i credits, vedere le copertine, leggere i testi, ma poi li ascolto in digitale… anche perché pur volendo la maggior parte del tempo in cui posso ascoltare musica è negli spostamenti in macchina e nelle macchine non ci sono più i lettori cd da anni

Non possiamo negare il ritorno in auge di certe sonorità e da parte di molti artisti che avevano mollato la presa proprio al culmine della loro carriera perchè il mercato musicale era in qualche modo cambiato, la mia domanda è, ma quando la maggior parte di loro non sarà più on the road, chi prenderà il loro posto? Io non vedo il classico “ricambio generazionale”, e tu?
SALVO: sono d’accordo, come ti accennavo, molte delle mie band preferite sono sparite da anni, i bill dei festival spesso sono pieni di nomi che non ho mai sentito e se guardiamo al maistream ci sono personaggi che non hanno forse mai fatto neanche un album completo che però fanno gli stadi perché usciti da qualche talent… boh… Leggi i gruppi dei primi due o tre Gods of Metal, quelli erano altri tempi. Si andava ai concerti con le demo, ce le si scambiava e si alimentava la scena. Cose che non torneranno più purtroppo

Ritornando agli Ivory prima di finire, ho sentito dire che ci sarebbe la possibilità concreta di pubblicare il disco inedito rimasto nel cassetto tanti anni addietro, il vero disco d'esordio della band, è vero tutto questo o sono semplici parole al vento? 
SALVO: c’era stata una proposta, ma preferiamo guardare avanti. Ogni album è la fotografia della band nel tempo, preferiamo dedicarci agli Shady Lane al momento, visto che abbiamo iniziato a lavorare ai pezzi per il part II del concept e poi se vi saranno anche i presupposti non chiudiamo nessuna porta.

Ok Salvo, siamo alla fine, ti lascio campo libero per le tue conclusioni finali

SALVO: Grazie Beppe per il consueto supporto, per la splendida recensione che hai fatto del nostro disco e chiunque fosse interessato può trovarci su Facebook, Instagram e Youtube

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