Dark Horizon - 9 Ways to Salvation

 


I Dark Horizon sono cresciuti!!! Già, e non solo a livello anagrafico, anche perchè, nel lasso di tempo che ci ha separati dalla precedente pubblicazione discografica, i nostri sono riusciti a portare a compimento quella maturazione, precedentemente solo paventata che, oggi come oggi, li vede proiettati verso lidi artistici d'un certo retaggio elitario.
Guidati ancora una volta dalla coppia formata dal tastierista Alessandro Battini e dal chitarrista Daniele Mandelli, da sempre il motore compositivo dei nostri, coadiuvati da un manipolo di ottimi musicisti che vedono nella new entry Giulio Garghentini la vera punta di diamante, il combo piacentino, dicevamo, risorge dalle proprie ceneri ancora più forte di prima, e lo fa con un album che, carte alla mano, dovrebbe sancire una volta più che mai, lo stato di predestinati che i nostri sembrano trascinarsi dietro da tanto tempo.
Cambia la fisionomia, ma non di certo quel certo carattere vettoriale, leggasi pure professionalità, che da sempre contraddistingue ogni singola mossa discografica della formazione nostrana che dimostra, ancora una volta, di riuscire a confezionare un album di qualità assoluta.
Ed in tutti questi anni di intensa attività, il quintetto ne ha macinata di strada, dovendo magari ingoiare qualche boccone amaro di troppo, ma rimanendo fortemente ancorato ad un credo artistico che, nel tempo, l’ha comunque condotto a consolidare un certo follow up di pubblico e di estimatori di tutto rispetto, e questo grazie soprattutto ad una proposta musicale, oggi sicuramente più versatile e convincente che in passato che, partendo da elementi vicini ad un metal sinfonico di fondo, si permea di contaminazioni e diramazioni di natura tipicamente heavy rock, che danno luogo ad un suono elegante ed elitario, che raggiunge in brani come l’ottima “I won't le you down”, il proprio zenit qualitativo.
Come era accaduto in passato, anche per questa nuova release, il vero ago della bilancia del songwriting dei Dark Horizon, è rappresentato sicuramente dalla perfetta dicotomia di potenza e melodia, che si regge tanto sulla sei corde del chitarrista/produttore, quanto sull’espressività del nuovo singer, uno dei pochi in grado di fare la differenza, su episodi come “Redemption of tomorrow”, che ammalia proprio per la sua sinuosità, “Crazy” con le sue pregevoli scansioni sinfoniche, o la perentoria “The spy”, condita di contrappunti e ricami classic/heavy metal ’80ies style, che metteno in mostra la carica esplosiva di un combo mai domo, elementi questi che potrebbero rappresentare, come dicevamo, un biglietto da visita davvero niente male.
Un album di respiro internazionale, avvalorato da una parte dal marchio Underground Symphony Record, e dall'altra dal mixing ad opera del guru Lars Rettkowitz (Freedom Call), per un risultato da applausi a scena aperta. Chapeau

Beppe “HM” Diana

Etichetta: Underground Symphony
Genere: Symphonic Metal
Anno di Pubblicazione: 2025

Line up:
Giulio Garghentini - vocals
Daniele Mandelli - guitars
Paolo Veluti - bass
Marco Pelledri - drums    
Alessandro Battini - keyboards    


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