I Burning Black sono cresciuti, e non solo a livello anagrafico, anche perchè, nel lasso di tempo che ci ha separati dalla precedente pubblicazione discografica, i nostri sono riusciti a portare a compimento quella maturazione, precedentemente solo paventata che, oggi come oggi, li vede proiettati verso lidi artistici d'un certo retaggio elitario.
Guidati ancora una volta dal tenace Max De Nardi, cantante attorno alla quale si giocano le fortune dei nostri, ed aggrappati a quel drappo che sventola fiero e sprezzante, proprio come il loro heavy metal di matrice tipicamente tradizionale, la formazione trevigiana in questione, dicevamo, è riuscita ad imbastire un lotto di composizioni più che soddisfacenti, all'interno dei quali si respirano ambientazioni pregne di rimandi al buon HM ’80ies style, che cercano di mediare una certa irruenza tipica del metallo rovente di natura teutonica, con le tipiche scansioni melodiche di una corrente heavy rock statunitense, per un risultato finale di sicuro gradimento.
Merito questo di una produzione finalmente all'altezza delle aspettative che, in quest'occasione, incrementa in maniera esponenziale brani carichi di fascino arcano, che puntano gran parte del proprio gioco forza, attorno a partiture cariche di pathos suggestivo, nel quale la band riesce a mettere in risalto una teatralità che colpisce al cuore come un fendente.
Nelle parole dello stesso singer la genesi che ha portato alla pubblicazione di questo quarto importante sigillo......
Intervista raccolta da Beppe “HM” Diana
Ciao Max innanzitutto grazie per il tempo che ci stai volendo dedicare, parto subito con la prima domanda, la prima parte del tour di promozione del nuovo album “Resilience Of A Broken Heart” si è conclusa lo scorso novembre con la data all'Alchemic Club di Bologna, come sono andate queste prime uscite live della band? In che maniera ha risposto il pubblico alle nuove composizioni presenti sull'ultimo disco?
Ciao Beppe, è un onore per me essere intervistato da un guru del genere come te!
Il disco è stato pubblicato a maggio del 2024 e nello stesso mese è stato presentato con un release party al New Age di Roncade. Questa prima parte del tour si è conclusa poi all’Alchemica Club di Bologna e tenendo concerti nel solo territorio italiano. Il responso è stato più che soddisfacente perché, oltre a confermarci nel cuore dei nostri fan di vecchia data, abbiamo conquistato nuovi seguaci e vuol dire che le canzoni recenti funzionano e che i Burning Black sono sempre una garanzia dal vivo!
Da quanto mi pare di capire, queste date hanno visto l'ingresso nella line up ufficiale di un nuovo drummer, hai voglia di parlarci dell'ultimo arrivato visto che lo conosci meglio degli altri? Ma ha veramente sedici anni?
Della formazione di Remission Of Sin io sono l’unico superstite. Nikk (al basso) si era unito a noi durante il tour con Ross The Boss del 2018 ed è tutt’ora nella band. Amedeo e Andrea sono le new entry alle 6 corde e più o meno un anno fa, mentre eravamo alla ricerca di un batterista definitivo, provavamo con mio figlio, che al tempo aveva ancora 14 anni. Avevo chiesto il suo aiuto perché dovevamo almeno provare i live e contemporaneamente cercare un membro fisso, ma mentre suonava “Trust Me”, tratta del nuovo disco e la suonava alla perfezione, mi sono detto “vecchio mio, mi sa che il batterista giusto ce l’hai davanti agli occhi da un bel po’!”
Detto fatto e mio figlio Nicolò, nome in codice Gualtiero, è entrato nella band e si è fatto molto apprezzare dal vivo!
Nella psicoanalisi la resilienza è la capacità che ha un individuo di superare le avversità della vita, quanto è stato arduo dover rimettere assieme ancora una volta tutti i pezzi del puzzle Burning Black? Dove hai trovato la forza per ricominciare nuovamente da zero? Altri avrebbero sicuramente buttato via la spugna, tu invece....
Quello che mi fa fare le cose è la passione e la passione fa andare avanti anche i Burning Black e per proseguire con la giusta professionalità mi sono circondato di grandi musicisti, che con me hanno in comune lo stesso amore per la musica. I Burning Black non sono un progetto solista, lo sostengo da sempre, ma una band a tutti gli effetti, dove si sente l’impronta di chi partecipa alla composizione e alla registrazione del disco.
Quindi vuoi farmi capire l'equilibrio che si è venuto a creare all'interno della line up potrà portare ottimi auspici anche per il futuro?
Certamente! Finalmente i Burning Black hanno una line-up dove non sono solo io a scrivere i brani e abbiamo già abbastanza canzoni per il 5’ disco.
Lo stesso lavoro d'artwork di cui si fregia il disco in questione è messo in netta relazione con lo stesso titolo, un bolide che fugge dalle fiamme dall'inferno e dai demoni del passato..
È un tributo al nostro “MechanicHell” (l'auto è la stessa) e lo vedo come il suo proseguimento, dato che è stato il nostro disco più venduto e che ci ha dato molta notorietà all’estero. Stan W Decker, ovvero il grafico a cui abbiamo commissionato il lavoro, ha voluto in primis ascoltare i brani e leggere i testi e poi sviluppare l’immagine, centrando l’obiettivo al 100%. L’auto è Christine di Carpenter/King, che si rigenera e torna sempre più bella. Con Resilience Of A Broken Heart siamo tornati più belli, io addirittura più bellissimo!
Uno degli aspetti che più di ogni altro mi hanno sempre stimolato dei Burning Black, è senza alcun dubbio il fatto che la band ha sempre preferito anteporre i fatti alle parole….
Siamo sempre stati controcorrente. Se tutte le band andavano a registrare dallo stesso produttore, noi andavamo da un altro. Se le band inserivano una quota rosa per attirare testosterone, noi ci focalizzavamo sul progesterone, se altri mettevano flauti, cetre, o vestiti di pelo, noi aggiungevamo più borchie ai nostri giubbotti in pelle. Ma soprattutto abbiamo cercato di scrivere canzoni che ci rappresentassero e che fossero davvero delle hits! No shit!
Se mi trovassi a definire “Resilience Of A Broken Heart” come un disco più intimista, credi che commetterei un errore? Un disco nel quale, avete preferito mettere in secondo piano la tecnica fine a se stessa, per puntare gran parte del vostro giocoforza, mi si permetta l’ardire, sull’aspetto emotivo, dico bene?
È senza dubbio il nostro disco più importante, il più intimista, ma è anche il nostro disco più tecnico e più bello. In nessun altro disco ci siamo spinti su questi livelli. Vocalmente è davvero impressionante, il drumming è fuori dagli schemi e non ha nulla a che vedere con quanto fatto in passato, senza parlare delle chitarre e del basso. Qui siamo su un altro livello, fidati!
Anche il tuo modo di cantare è notevolmente cambiato rispetto al passato, amo alla follia il tuo stile vocale su “MechanimHell”, ma nel nuovo disco traspare un trasporto emotivo senza pari, tu come la vedi?
Ho cercato di dare il massimo prendendomi tutto il tempo necessario per concepire delle linee vocali vincenti e mai banali e penso di aver raggiunto il mio scopo. È anche vero che MechanicHell è stato cantato nel dicembre 2008 e nel frattempo ho affinato la mia voce e sono maturato bene.
In che maniera sono nate le nuove composizioni? È stato un processo di scrittura più complesso che in precedenza, oppure oramai avete trovato un modus operandi che vi permette di sprigionare al meglio la vostra istintività artistica senza il bisogno di confrontarvi l’uno con l’altro? . …e sempre se non è troppo, qual è stato l’apporto dei nuovi arrivati in fase di songwriting?
Una prima versione del disco l’avevo scritta ancora prima di andare in tour con Ross The Boss. Il problema era che la precedente line-up non era interessata, o non era mentalmente pronta per registrare un disco, per cui mi sono ritrovato da solo. Con la nuova line-up abbiamo capito che le canzoni che avevo composto non ci rappresentavano completamente e assieme abbiamo tenuto quello che ci piaceva e sviluppato roba nuova. Last Band On The Heart era stata scritta nel 2015…così per dire.
Molti elementi mi fanno capire che dietro il disco c’è anche un grosso lavoro di pre-produzione, quindi avevate ben in mente come i brani dovevano suonare, oppure qualcuno di questi ha subito degli accorgimenti in fase di registrazione finale?
Ho prodotto io il disco come sound engineer e avevo esattamente in testa come il tutto doveva suonare. Sono estremamente soddisfatto del risultato. Volevo ripartire dal sound che avevamo in MechanicHell e creare qualcosa di potente. Il precedente Remission Of Sin gode di ottime idee, ma di un approccio e un sound poco Burning Black.
Ascoltando diverse volte brani della portata della stessa title track e di “Life Hurts” ho notato una certa propensione vicina a reminiscenze gothic rock...
Il concept delle canzoni è stato scritto da me, ma per questi due brani, soprattutto per Life Hurts, si percepisce l’anima Gothic Rock di Andrea, il quale ha curato gli arrangiamenti. Lui è il lato oscuro della band, un vortice nero di emozioni incontrollate e di forte spiritualità emotiva e questo suo voler essere un guerriero solitario in un mondo di luci e finzioni, lo porta a creare questi manifesti d’altri tempi.
In un recente passato molti di noi si sarebbero aspettati un salto di qualità da parte della band verso l'olimpo dei grandi nomi che contano, anche perchè un contratto importante com Limb da una parte, e l'interessamento di un personaggio di spicco come Beau Hill dall'altra, facevano presagire grandi cose, invece che cosa è andato storto?
Beau Hill è stato per noi importante perché ci ha fatto approdare negli States e lì poi c’è stata la nomination agli HMMA di Hollywood, invece per quanto riguarda Limb preferirei non commentare. Potresti chiedere a Terence Holler cosa ne pensa, o semplicemente capire perché tantissime band firmano altrove.
Tu più degli altri hai avuto la possibilità in passato di spalleggiare artisti di calibro internazionale, che cosa hai imparato da gente del calibro di Primal Fear, Bonfire, Rage?
Aggiungere Lordi, Udo, Volbeat, Per noi parlare delle esperienze in tour con gli Iron Maiden e Metallica, esperienze che avremmo potuto fare se ci avessero chiamato, ma non ci hanno mai chiamato! Abbiamo fatto tour di serie A con produzioni importanti e tanta fiction e produzioni più old school. Quello che ho potuto capire è che il pubblico paga per vedere uno show di qualità e a fine concerto conviene sempre dormire molto per essere in forma per la data successiva. Quello che succede in tour resta in tour!!
Max siamo alla fine, puoi ricordare gli impegni della band nei prossimi mesi, non prima d'aver fatto un saluto ai nostri lettori, ovviamente!!!
Grazie per esserti ricordato di noi. Andiamo avanti imperterriti per la nostra strada, anche perché c’è gente come te tra gli addetti ai lavori che merita grande rispetto.
Adesso ci focalizziamo sulla scrittura del nuovo disco e sulla pianificazione di una nuova tournée al di fuori dei confini nazionali.
Ciao a tutti e ascoltatevi il nostro nuovo Resilience Of A Broken Heart!
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