“A volte ritornano” recitava lo slogan di una vecchia pellicola cinematografica di qualche anno addietro, e quali migliori parole potevamo trovare per salutare il come back sulle scene dei Men of Mahyem, navigata formazione torinese con alle spalle la pubblicazione di due ottimi platter fra i quali mi piace ricordare il secondo “Doomed to life”, ristampato qualche mese addietro dalla Church of Crow records, sussidiaria dell'omonimo festival di richiamo internazionale, un album che avrebbe dovuto rappresentare per i nostri il fatidico trampolino di lancio verso la consacrazione nel vecchio continente, ma che, invece ne aveva per qualche motivo, decretato la fine artistica.
Ed invece, invece capita che la passione, così come la voglia di rimettersi in gioco e riprovarci, alla fine hanno avuto la meglio su tutto e tutti, e, per fortuna, hanno portato in dote la realizzazione di un nuovo step discografico che, se da una parte, ci restituisce in maniera esemplare le qualità espressive del combo in questione, dall'altra ne amplifica la portata, con uno stile compositivo che si è fatto più eterogeneo e coinvolgente, sempre proteso verso soluzioni che si adombrano di connotazioni vicine ad uno stoner rock plumbeo fra richiami che sanno di modulazioni hard rock settantiane e partiture più volutamente doomy.
Gran parte del merito della riuscita di queste sette nuove tracce, fra le quali la reprise di “Unded Army” che proviene dalle sessioni di registrazione del primo vagito musicale dei quattro, dicevamo è sicuramente da iscrivere alla verve strumentale di un combo che non lesina di certo energia, vigore nonché autorevolezza lungo lo scorrere di ognuna delle sette tracce del disco, dalla sezione ritmica sempre precisa ed incisiva, al chitarrista Sergej Mahyem, autentico spettacolo in sede live, autore come sempre di pioggia di riff incisivi scolpiti nella roccia, al vocalist Marius motore instancabile di un versante compositivo che ha in brani come la title track “Suneater”, perfetto prototipo stoner/doom dipanato attorno ad un groove magmatico, denso e pastoso, e nella spettacolare “Homicide blues”, ascoltate il break centrale, e mi saprete dire, i suoi picchi qualitativi.
Prodotto ottimamente dal guru Davide Donvito ai Magma Studios di Torino, suonato con veemenza, passione e la giusta dose di convinzione, “Suneater” è il classico biglietto da visita di una formazione artisticamente rinata dalle sue ceneri proprio come l'araba fenice, la determinazione c'è, la consapevolezza di poter ambire ad alti traguardi idem, così come la voglia spasmodica di rituffarsi nella mischia con la consapevolezza, questa si, che non tutto è andato perso per sempre.
A volte ritornano....e sono più incazzati di prima!!!
Voto 80/100
Beppe “HM” Diana
Anno di pubblicazione : 2025
Etichetta: Self Produced
Genere: Stoner rock
Line up:
Marius Mayhem - vocals
Sergej Mayhem - guitar
Michael Mayhem - bass
Julius Mayhem - drums

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