Musica fonte di arte e cultura! È celato dietro a quest'alchimia di elementi, lo spirito che alimenta l’animo artistico degli Isometry, tenace compagine con base operativa nell’hinterland torinese, che si rende artefice di un suono incentrato attorno ad una componente musicale, le cui coordinate stilistiche risultano essere affini ad un progressive metal di matrice moderna, caratterizzato dalla verve e dalla sagacia di versante compositivo che, il più delle volte, riesce a porre l’accento su qualità peculiari d’indubbio valore artistico.
Un album di debutto alle spalle passato da poco fra le nostre pagine, ed una verve artisitca che sembra non conoscere paletti compositivi, di carne al fuoco per un'intervista face to fece ne trovate a iosa.... parola alla band.
Intervista raccolta da: Beppe "HM" Diana
Ciao Luca, ciao ragazzi, grazie di cuore per il tempo che tempo che ci state volendo dedicare, prima di ogni cosa volevo complimentarmi con voi per la realizzazione del vostro album di debutto “Break the loop”, un disco che, nelle ultime settimane, non finisco veramente mai d'ascoltare nonostante la mia avversione della musica ascoltate su pc, per cui chapeau…
Ciao Beppe, grazie a te per questa fantastica occasione, è un onore per noi essere intervistati per Forgingsteel! Cogliamo l'occasione per ringraziarti anche per la splendida e approfondita recensione del nostro album!
Nonostante gli Isometry siano una band giovane, molti di voi si conoscono da parecchi anni, avendo incrociato il proprio destino all'interno di altre formazioni della scena heavy rock della capitale sabauda, perciò è logico che vi chieda che cosa avete portato del vostro precedente bagaglio artistico all'interno di questa nuova creatura musicale?
Sicuramente il fatto di aver suonato insieme in altre formazioni (Alberto e Luca nei Legacy of Silence, Lorenzo e Luca negli Shards of Infinity), ha portato fin da subito a una grande sinergia e intesa musicale. Questo ci ha permesso di partire con il piede giusto a livello compositivo.
Cogliamo l'occasione per salutare i nostri amici dei LoS!
Che cosa ha fatto o meglio sta facendo veramente la differenza fra la nuova band e le vostre precedenti esperienze artistiche? Una maggiore presa di coscienza globale delle proprie qualità tecnico/compositivo, un diverso approccio al song writing, oppure un mix di tutto questo?
Primariamente direi l’approccio al song writing, più maturo e misurato.
Tecnicismi al servizio del brano e mai il contrario.
In secondo luogo anche qualche anno di esperienza in più ha aiutato!
Un album che suona dannatamente moderno nonostante si porti dietro reminiscenze musicali legate ad ambientazioni tanto care alla scuola progressive metal di metà anni novanta, quanto è stato difficile incanalare le influenze musicali, le passioni di quattro musicisti all'apparenza diversi come gli Isometry?
In tutta onestà, il processo è stato piuttosto naturale e fluido. La paternità del brano, a livello di struttura, é partito da uno di noi (tranne Choice is Yours, che é stato scritto a piú mani), mentre lo sviluppo e le varie parti singole sono state portate avanti in sinergia tra le varie influenze di ciascuno di noi. La passione per il prog ci accomuna tutti.
Senza voler togliere merito alla band, credo che gran parte del merito della riuscita del disco sia da attribuire anche all'ottimo lavoro del rinomato producer Andrea “Fusix” Fusini, un pischello che, a quanto pare, si sta facendo davvero strada in campo prettamente metal nella nostra Torino, dico bene? È riuscito in maniera divina ad equilibrare il suono di ogni singolo strumento senza ledere minimamente l'impatto sonoro di ogni singolo brano, la domanda è “come caz...zo ha fatto?” Penso a brani come “One entity” che suona in maniera divina…
Incredibile, quel ragazzo… non finiremo mai di ringraziarlo per l'ottimo lavoro che ha fatto! È riuscito a fare emergere il tutto con gran nitidezza e “pacca”. È chiaramente un talento, inoltre è riuscito perfettamente a realizzare le nostre richieste sui singoli brani con grande maestria.
Su One Entity dobbiamo ringraziare anche il Coro S.D.S di Asti e Giulia Proietti, che hanno registrato delle tracce da pelle d'oca!
Loop, isometria, qualcuno di voi deve essere per forza un matematico, altrimenti non si spiegherebbe il concept a livello puramente lirico sul quale sembra ruotare l'intero, un adattamento futurista che ha il sapore sci-fy di capolavori a la Tron, tanto per citare una pellicola riportata al successo nelle ultime settimane, dico bene?
In effetti alcuni di noi lavorano nel campo dell’ingegneria, come lo stesso Alessandro Capurso, fratello di Luca, che ci ha attivamente aiutato con lo sviluppo dei testi. Probabilmente il sapore sci-fi arriva molto da qui.
Come ed in che maniera sono nate le composizioni che fanno parte del vostro album di debutto? I brani sono frutto di un'unica mente e poi ogni membro della band ha fornito il suo valido apporto adattando le sue parti al proprio inconfondibile stile?
In realtà no. Ciascuno di noi ha avuto modo di scrivere intere canzoni o intere parti di esse, in modo che potesse suonare esattamente come avrebbe naturalmente fatto.
E questo secondo noi è un ingrediente che ha contribuito molto al risultato finale.
Come ed in che modo siete riusciti a far collimare i vostri impegni lavorativi con le registrazioni del disco? C'è stato un momento durante la fase di composizione del disco in cui avete superato il vostro limite di sopportazione globale?
È sempre molto difficile, soprattutto quando il lavoro attraversa periodi stressanti e di picco. Il limite di sopportazione globale è stato sicuramente superato varie volte, ma bisogna sapersi misurare e guardare all’obiettivo finale
Non avevate timore che un album basato su composizioni alquanto articolate come le vostre, potesse risultare “ostico” ad un pubblico abituato a fagocitare musica “mordi e fuggi”?
Consapevolezza, non paura. Non abbiamo mai avuto lo scopo di piacere a tutti. Volevamo esprimere un messaggio e abbiamo voluto farlo a modo nostro, con il nostro linguaggio.
Quali sono le difficoltà oggettive a cui avete fatto fronte nel momento immediato alla realizzazione di un disco oggettivamente ambizioso come il vostro?
La principale probabilmente è l’autocritica.
Sai, la musica degli altri appare sempre geniale e pensata, la propria suona sempre banale dopo averla appena scritta.
Non è facile ascoltarsi e piacersi!
Come ed in che maniera è nata la collaborazione con la The Triad Records? Sono stati loro che vi hanno consigliato la pubblicazione in formato fisico del disco, oppure siete stati voi a spingere per questa soluzione?
La collaborazione è nata grazie alla The Triad Rec stessa, che ci ha contattato per proporci il contratto. L'album era già stato pubblicato le copie fisiche erano in fase di stampa, secondo una nostra decisione. Buona parte dei CD sono stati venduti in giro per l'Europa e persino negli Stati Uniti, oltre le nostre previsioni.
Un ringraziamento speciale e un saluto ad Andrea e agli altri ragazzi della The Triad Rec!
Domandone: quanto è difficile per voi portare avanti un progetto musicale quando suonare in una band come gli Isometry non ti permette nemmeno di pagare le classiche spese essenziali?
Non abbiamo mai pensato che questo progetto dovesse funzionare abbastanza per auto sostentarsi, noi suoniamo la musica che ci piace indipendentemente dal ritorno che potremmo avere in termini di successo o popolarità. In ogni caso in ambito underground, soprattutto in Italia, è molto facile che gli sforzi per emergere superino di gran lunga le risorse in entrata. Non importa, noi suoniamo la musica che ci piace, forse anche perché abbiamo la fortuna di avere tutti una occupazione stabile.
Altra domanda scottante, ovvero il versante live, avete già avuto modo di portare dal vivo la vostra musica? E visto che siamo in argomento, nel vostro stile compositivo il suono della tastiera è molto importante se non essenziale, la domanda è se dal vivo vi siete affidati o vi affidereste all'uso di suoni campionati.
Abbiamo portato live Break the Loop varie volte e speriamo di continuare a farlo, assieme a nuova musica.
In live assolutamente sì ai suoni campionati, come ogni prog band lì fuori!
Quali sono le aspettative che avete riposto sull'uscita di “Break the loop”? Il suono che fuoriesce dalle dieci composizioni del disco è solo un punto di partenza, oppure dobbiamo aspettarci delle significative evoluzioni in un futuro prossimo?
Il nostro suono è in costante evoluzione, non vogliamo fermarci a quanto fatto fino adesso con il nostro primo album. Sicuramente BtL ha delle sonorità molto particolari e riconoscibili, ci serviva per rafforzare il senso di coesione sonora di un concept album, ma questo non significa che il nostro modo di fare musica non sia costantemente alimentato da curiosità e voglia di creare qualcosa di nuovo. Per rispondere alla tua domanda: aspettatevi grande sorprese perché abbiamo voglia di sorprendere prima di tutto noi stessi. Speriamo in una evoluzione che vada nella direzione della nostra soddisfazione artistica.
Ok ragazzi, siamo veramente alla fine, vi lascio campo libero per le vostre considerazioni finali…
Ti ringraziamo dal cuore Beppe per questa occasione! Il prog vive grazie alle persone come te, appassionate di musica underground, sempre affamate di nuove scoperte musicali e di nuovi suoni, esperimenti… lunga vita al prog e un saluto ai nostri fan!

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