Ice on Fire - To live is to die


 Ricomincio da tre!!! Escalation compositiva, ecco come potremmo descrivere quello che si cela dietro a “Nine shades of evil” terza fatica discografica per il combo bresciano degli Ice on Fire agguerrita formazione che, per il proprio come back sulle scene, ha deciso di fare veramente le cose in grande stile, portando a compimento quello che, a tutti gli effetti, potrebbe essere considerato uno dei migliori album, almeno a livello puramente underground, di puro metallo colante.
Infatti, messe da parte le "insicurezze" fatte registrare dal quartetto in occasione delle precedenti release ufficiali, la compagine nostrana, in questa nuova occasione, si rende artefice di un concentrato di heavy metal dal taglio tipicamente tradizionale, e dalla forte impronta heavy/power di fondo, che trae ispirazione sia dal versante più incontaminato ed iconoclasta degli '80ies, quello legato a doppia mandata alla scuola inglese per eccellenza, il tutto reso in maniera ancora piu' avvincente grazie ad un gusto smisurato per certe armonizzazioni di natura melodica e ad una produzione globale perfetta che, in seconda battuta, riesce a sottolineare perfettamente l'enorme mole di lavoro che si nasconde dietro ad ognuna delle singole nove tracce contenute.
Che sia davvero questa la volta buona per i nostri per spiccare l'agognato salto di qualità?
C'è da scommetterci...
Intervista raccolta da: Beppe "HM" Diana

Ciao Sandro, ciao ragazzi e benvenuti sulle nostre pagine, grazie per il tempo che ci state volendo dedicare, prima di ogni cosa vorrei chiedervi qual'è lo stato attuale della band in questo momento, ho capito che, nonostante gli impegni familiari e di lavoro, state portando avanti con decisione un'attività di promozione nonché concertistica senza sosta, o quasi....
Ciao Beppe, grazie a te per lo spazio che ci dedichi!
Allora, come dici tu stesso nella prima domanda, siamo concentrati sulla promozione dell’album e, dopo il release party ( che con nostro grande orgoglio è andato benissimo )e qualche data, stiamo cercando di portarlo live il più possibile.

“Nine shades of evil” è il vostro terzo step ufficiale da studio ma lo possiamo considerare come un debutto vero e proprio visto che i precedenti due album avevate registrato erano una sorta di espediente per tastare il terreno e far circolare il nome della band, dico bene?
Se non un debutto vero e proprio, lo possiamo considerare un salto di qualità.
Consapevoli ( e non per arroganza ) di avere composto buon materiale, grazie anche alla maturità e coesione raggiunte con l’attuale formazione, tale entusiasmo ci ha portato alla decisione di investire in una produzione professionale e non in un autoproduzione come le precedenti.

Mi pare di capire che, portare a termine un album delle proporzioni del vostro ultimo lavoro in studio abbia richiesto ingenti sforzi e non solo economici, come ed in che modo siete riusciti a far fronte a tutti i vostri impegni per poter portare a compimento le registrazioni del disco?
Abbiamo cercato di dedicare ogni minuto del nostro tempo libero al progetto, lavorando oltre che in sala prove anche da casa singolarmente, per poi lavorare tutti insieme alle varie idee.
Ovviamente conciliando lavoro ed impegni personali, tutto questo ha richiesto molti sacrifici ma ha dato molte soddisfazioni.

Com'è stato lavorare con un musicista produttore come Fabrizio Romani vista la sua passata esperienza in seno a formazioni rinomate come Infinity ma soprattutto Skylark? Vi ha dato fornito sempre degli ottimi consigli per riuscire a tirare fuori il meglio di ognuno di voi? Quanto è stato difficile convogliare in un'unica direzione la foga/sagacia di quattro persone all'apparenza diverse fra di loro come gli Ice On Fire?
In merito a Fabrizio Romani ( che ringraziamo di nuovo ), che dire , è un Professionista!
Il suo apporto in fase di produzione è stato determinante, ha permesso di ottenere un lavoro di qualità… grazie anche ai suoi consigli in fase di registrazione.
In merito al “quattro persone all’apparenza diverse fra di loro”, ti dico solo una cosa, l’abito non fa il monaco!
Perché possiamo sembrare molto diversi, ma in sala prove c’è un grande affiatamento e le diverse influenze musicali di tutti noi, non sono un ostacolo ma un valore aggiunto!

Potenza, melodia ed ottimi fraseggi strumentali, la vostra proposta musicale vive sulla perfetta antitesi di questi elementi, anche se il termine che vi si addice maggiormente credo sia groove, anche se molti hanno paura di questo aggettivo, in che maniera definireste la musica della vostra band?
“ICE ON FIRE” non è solo il nome della band ma è l’ossimoro che definisce il nostro sound.
Un sound duro e granitico come il ghiaccio ma in grado di scaldare il cuore come il fuoco.
In tutto questo riteniamo importantissimo mantenere l’aspetto melodico.

Parlando a livello concreto, quali sono le aspettative che avete posto sull'uscita del vostro disco? Pensi che la professionalità che avete sciorinato nel confezionare questo album, possa servire in qualche modo a farvi emergere dalla calca che si è formata all’interno della scena musicale tricolore?

Il nostro focus è quello di fare buona musica divertendoci senza scendere a compromessi.
Siamo consapevoli che emergere nell’underground ( soprattutto in Italia e nel metal ) è una cosa molto difficile, ma noi continuiamo a lavorare imperterriti credendo in noi stessi e nei nostri valori e chissà…

Da quanto mi pare di capire, nonostante le difficoltà legate all’auto produzione, il disco è riuscito a raggiungere nuovi estimatori della band e tutto questo senza nessun management o promotor che vi abbia estorto un euro, dico bene?
SI! Dici proprio bene!
Abbiamo fatto tutto da soli, puntando molto al lavoro di promozione sui social che sta dando i suoi frutti.

Che idea vi siete fatti dell’odierna crisi mondiale che ha colpito non solamente il mercato discografico? Pensate sia una cosa preparata a tavolino in modo da soggiogare ed indebolire i meno abbienti?
Che i potenti facciano di tutto per soggiogare i meno abbienti è un dato di fatto, ma è semplicemente la storia che si ripete, la natura intrinseca dell’uomo.
Peraltro, tema del nostro album.

Personalmente mi reputo un maniaco della scena underground, un promotore del cd trading, però anche in questo caso, ho notato che molte band preferiscono far “marcire” il loro album in un antro ammuffito di qualche soffitta umida, piuttosto che farlo girare fra appassionati del genere, triste ma vero…
Spero che tu ti stia sbagliando, noi crediamo che far girare il proprio lavoro sia la cosa più importante ed entusiasmante per ogni band, se alcune band non la pensano in questo modo… meglio che si diano ad altro.

Molte formazioni dell'ultimo periodo sono fuorviate dal successo ad ogni costo, perdendo di vista quelli che sono i veri valori del suonare in una band, ovvero l'amicizia e le prove in “cantina”, mi sembra che tutto questo in casa Ice On Fire non accada, dico bene?
Dici benissimo, non bene!
La musica non è un reality, il successo è l’ultimo dei pensieri…
Se una band nasce solo con quell’intento, avrà vita breve.
I valori dell’appartenere ad un band, come l’amicizia, la passione, si! Anche le discussioni, devono essere il pilastro portante, tutto il resto arriva dopo.
Il successo? Ovvio se arriva nessuno lo scansa, ma deve essere un punto di arrivo, non di partenza!
Quando ascoltate un disco siete sempre imparziali e vi lasciate trasportare dall'entusiasmo, oppure come i musicisti con la puzza sotto il naso, siete sempre pronti a criticare il passaggio a vuoto o l'errore di battuta? Ovvero, riuscite ancora a rimanere inermi alla mole di materiale ascoltato, di riff, di veemenza sonica, oppure pensate che, nel bene e nel male, tutto questo influenzi il vostro modo di comporre musica?

Secondo noi, tutto influenza il modo di comporre musica, la giornata lavorativa, una discussione con il proprio partner, un incubo notturno, una notizia al telegiornale etc…
In merito all’ascolto di un disco, dovrebbe esserci un compromesso tra l’aspetto tecnico e quello emotivo.
Nella tecnica un album deve comunque trasmettere qualche cosa, ma allo stesso tempo deve esserci una certa qualità nella registrazione.
E comunque, per quanto riguarda i musicisti “schizzinosi”…
Chi è senza peccato scagli la prima pietra!

Avendo la possibilità di guardarti in un'ipotetica palla di cristallo, come ti vedi fra dieci anni? Infighettito con sotto braccio un lp jazz o peggio ancora di Vasco Rossi, oppure sempre e comunque on the road a mordere l'asfalto?
Sandro: io mi vedo in giro in moto per andare ai miei concerti !
Franco: In pensione, per avere più tempo per suonare !
Fabry: a un concerto dei Dream Theater
Nadir: A suonare con mio figlio negli Ice On Fire

Da quel primo vagito musicale con gli Scream, come ed in che modo è cambiato il tuo modo di rapportarti alla musica suonata e concepita in tutto questo tempo? Venti anni fa ti saresti mai aspettato di arrivare a tagliare questo traguardo, per certi versi, prestigioso?
Senza nulla togliere agli Ice On Fire (ANZI!!!!), 20 anni fa mi aspettavo di continuare con gli Scream, ma le vicissitudini hanno portato allo scioglimento della band.
Quando ho iniziato la mia esperienza con gli Ice, non mi aspettavo di arrivare ad un album del genere, posso solo ringraziare i compagni di musica ed essere molto felice di tutto questo.

Perchè secondo voi molte delle nuove giovani leve oggi in circolazione non arrivano a varcare la soglia del secondo album in studio? Voi come band avete dei consigli preziosi da dare in merito? In tutti questi anni siete mai scesi a compromessi?
I valori, l’amicizia, il non partire con il chiodo fisso del successo, avere umiltà e non scendere a compromessi! Come appunto già detto…questa è la nostra formula.

Ok Sandro, se sei giunto fino a questo punto sei un grande!!! Ti lascio carta bianca per terminare l'intervista nel miglio modo che ritieni...

Grazie di nuovo a te per questo spazio, del quale approfittiamo per ringraziare Luigi Signori che ha composto l’intro di “Perfect World” e registrato le tastiere dell’intero album.
Ripetendoci ringraziamo nuovamente anche Fabrizio Romani e la Media Factory per il gran lavoro di produzione e infine “Ren s Art” che ha realizzato sia la bellissima copertina di “NINE SHADES OF EVIL” che il nostro nuovo logo.
Un saluto a tutti i lettori e…STAY METAL!

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