Wretch - Visitors


 Ennesimo platter per gli americani Wretch da Cleveland, che da quel "Reborn" datato 2003, sembrano veramente inarrestabili, rappresentando sempre più un sinonimo di garanzia, perseveranza e qualità, quella stessa che è si è plasmata nei quasi quaranta anni di carriera della band in questione che, dal lontano demo di debutto omonimo del 1985, ha portato i nostri, via Auburn records, prima alla corte della Pure Steel tedesca, ed ora nel rooster della Arkeyn Steel, etichetta per la quale la band pubblica oggi questo nuovo disco a titolo “Visitors“.
Un ennesimo interessante step discografico che rappresenta sicuramente più di una semplice scommessa per i nostri, dopo un trittico di album artisticamente validi, ma che non facevano di certo gridare al miracolo.
Per fortuna il nuovo arrivato supera alla grande la prova del nove e questo grazie soprattutto ad un songwiting ispirato e di alta qualità, legato a doppia mandata ad un US Metal autoctono caratterizzato da un ispiratissimo Nick Ginnakos, ascia nonchè vero motore instancabile del combo statunitense in questione, che guida i suoi prodi in maniera sempre più autorevole.
Ne scaturisce un concentrato di puro heavy metal roboante come nella migliore delle tradizioni ottantiane, un vero e proprio vademecum di integralità stilistica intrisa di richiami alla scuola heavy metal di Obsession, Malice, Omen e Jag Panzer influenze queste, che convergono all’interno di queste nove tracce solide e compatte come il granito, presentate in maniera ancor più autorevole che in passato, grazie anche alla perfetta simbiosi che oramai si è venuta a creare fra le due asce presenti in formazione, che riproducono memorabili riff spaccaossa, caratterizzando brani d’assoluto impatto metallico come la solida “In my time of reckoning” cadenzata ed anthemica, l’oscura e penetrante “The mad butcher of Kingsburry Run”, o la più articolata “Trapped in a lucid dream”, giocata attorno a suadenti armonizzazioni di chitarra.
Di tutt’altro retaggio sonico sono invece la title track “The Visitors”, sicuramente uno degli episodi più riusciti dell’intero disco, il mid tempo “Chernobyl”, memore dei Dio degli esordi, la veloce ed incalzante “Dystopia” up tempo dall’approccio più mediato e melodico, o la deflagrante “Afghanistan” alla quale tocca chiudere alla grande il disco.
Un platter perfetto o quasi, rivolto ad un pubblico in cui la passione per la sacra fiamma nera del metallo non si è mai spenta.
Voto: 80/100
Beppe "HM" Diana

Anno di Pubblicazione: 2025
Genere: US Metal
Etichetta: Arkeyn Steel

Line up:
Juan Ricardo - vocal 
Nick Giannakos - guitar
Mike Stephenson - guitars
Tim Frederick - bass
Mark Koncki - drums





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