STIFF – H.M. MAD ATTACK



Corrado Cecere....non so a quanti di quelli che stanno leggendo questa intervista, il nome del nostro corrispondente risulti familiare, ma a beneficio del dubbio, possiamo solo dire che l’amico Corrado è stato uno dei personaggi musicali più attivi della scena heavy rock nostrana dei primi anni ottanta, essendo stato bassista prima dei cult heroes Stiff, formidabile formazione di hm classico nostrana, e poi come membro portante degli altrettanto validi Miss Daisy, sicuramente più conosciuti al grande pubblico, grazie anche all’unico lp rilasciato “Pizza Connection” prodotto da quel Eddy “Fast” Clarke, già chitarrista dei Motorhead e dei Fastway. Ma è proprio del primo periodo della carriera legata agli Stiff, che vogliamo parlare in questa nostra intervista, una cult band che, con base operativa a Tarquinia, con la pubblicazione di soli due nastri, ha saputo creare quell’aura ammantata di mistero e di ambiguità, che cercheremo di svelare in questa sede.

Ciao Corrado, benvenuto sulle nostre pagine, e grazie del prezioso tempo che ci stai concedendo, come prima domanda volevo chiederti in che occasione conoscesti gli altri ragazzi e soprattutto quando decideste di mettere insieme un gruppo di heavy rock?..e sempre se non è troppo, come mai decideste di adottare un moniker così particolare come STIFF?
Ok, dunque, mi trasferii a Tarquinia da Roma all`eta` di 16 anni, dopo qualche tempo fui chiamato a fare “ i tre giorni”, la visita di leva, che all`epoca era occasione per ogni Italian young man di trascorrere 3 giorni lontano da Mamma per la prima volta...da Tarquinia ci spedirono a Perugia e viaggiai insieme ad un gruppo di Giovani di Tarquinia come me, alcuni dei quali diventarono figure fondamentali durante la mia adolescenza, e con i quali tutt`ora siamo in contatto, 2 ragazzi in particolare erano membri di una Band,Vincenzo Cipicchia, bassista (fratello di Max di Astaroth-iane memorie) e Giancarlo “Giambo” Capitani, il singer-drummer.
Cosi` , di ritorno da una 3 giorni di bagordi e risate a crepapelle ci cominciammo a frequentare. Io all`epoca ero intento a squassare i timpani altrui a casa da solo malmenando un basso, prestato da un amico, e un chitarrone semi-acustico che non ricordo dove rimediai, tramite un ampli senza nome, trovato in un ripostiglio del padre di un amico, un affarone curioso con un rivestimento in finta pelle bianca, uno sportello che non si capiva a cosa servisse e 2 potenziometri.
Con il potenziometro oltre il massimo quel coso produceva un volume straordinario ed un suono distorto che mi faceva arrapare piu` di una foto di Carmen Russo (ok, “come “ la foto di Carmen Russo), ripensandoci, sara` stato il misterioso sportello, ma come suonava quell`armadietto!!
Comunque dopo un po` ai ragazzi servi` un bassista dato che Vincenzo Cipicchia era in altre faccende affaccendato, e cosi` mi unii al gruppo. Il nome era frutto del classico pezzo di carta con 50 nomi da scegliere.

Toglimi una curiosità, quanto era difficile essere una band di rock duro in una città tranquilla come la vostra Tarquinia, città di provincia, apparentemente distante dal grosso circuito romano di quegli anni?
Per la verita` devo dire che il fatto di essere in provincia non fosse un handicapp, anzi. Gli spazi non erano mai un problema, c`era sempre a disposizione qualche rimessa o qualche casale di qualche contadino, per un periodo provavamo nel garage di casa mia, prima che ci cacciassero a causa del volume eccessivo e la presenza delle botti del vino casareccio che continuava a diminuire. Ma la scena musicale Tarquiniese in quegli anni era sorprendente, c`erano molti gruppi e musicisti validissimi che si dannavano cercando di tirare fuori la loro creativita`.
E non era come adesso con le cover-bands,etc., nonostante spesso i gruppi almeno inizialmente si auto-finanziavano facendo serate e veglioni a suon di liscio e mazurke, una volta acquistati strumenti etc., ogni band lavorava duro e cercava di tirar fuori farina del proprio sacco.
C`era veramente del talento grezzo, fuori dai circuiti urbani e libero di dare sfogo alla creativita` a briglia sciolta. Non per niente quella parte della “West Coast” Maremmana ha prodotto negli anni nomi importanti nel “cross-genre” musicale Italiano, giusto per citare qualcuno a caso , Max Annibaldi (Stiff, Raff,), Max Cipicchia (Astaroth),Luca Gatti (Diaspora, Space Police, Dr.Cat Experience), Sandro Pippa (Ennio Morricone) e molti altri.

Il primo demo “Steel Force” era un lavoro che, nonostante la qualità sonoro alquanto deficitaria, presenta un trittico di quattro brani pregni di un humus epico e di armonizzazioni metalliche che, questo te lo dico con il cuore in mano, non risentono minimamente dell’usura del tempo, suonando ancora attuali e fresche come all’epoca, ma durante il missaggio delle bobine, ti saresti mai aspettato di aver lasciato ai posteri delle melodie, diciamo, “immortali”?
Beh` come dicevo, durante il missaggio eravamo eccitatissimi, come di prassi per ogni giovane musicista arrapato che entra in “studio” per la prima volta.....quanto all`immortalita`, non esagererei, anche se devo ammettere che ho quei brani sul mio Ipod e che a volte in macchina quando sono in vena di amarcord,me lo sparo pure io...non troppo ad alto volume pero` senno` si rischiano i timpani con overdose di frequenze medie!

Ascoltando brani come “Crystal Ball” o “Darkness in the grave yard” si ha come l’impressione di essere circondati da un alone di mistero tipico di una cultura se vogliamo enigmatica ed antica, come quella Etrusca, la stessa della vostra città natale, era davvero questo lo scopo che vi eravate prefissati?
Mah, all`epoca e` chiaro che le influenze musicali erano quelle che erano, quei brani ovviamente riflettevano in maniera sfacciata l`ascolto incessante (sino ai limiti di usura dei nastri in cassetta) dei classici Sabbath , R.J.Dio, etc....ma erano comunque tentativi di fare nostre e rappresentare certe emozioni e sensazioni, e percio` in quel contesto rimangono pietre miliari, se non della storia della musica, quantomeno dell`incredibile viaggio attraverso la formazione culturale ed artistica di quattro Teenagers scapestrati e pieni di sogni.
Lo scopo in realta` era semplicemente quello di suonare fino a farsi venire i calli e divertirsi a piu` non posso nel mentre.

Una band la vostra che sapeva abbinare con sagacia partiture che arrivavano da diverse influenze musicali come ad esempio l’hard rock seventies style, vedi l’energetica “Nightlife”, o il metal classico più intransigente ed iconoclasta, segno questo anche di un ottimo background musicale, ma la domanda vera è, come riuscivate ad intrecciare queste soluzioni sonore in un unico tessuto musicale?...e se non è troppo, quali erano all’epoca i vostri ascolti quotidiani?
Ancora, il tutto era semplicemente il risultato dell`ascolto incessante di tonnellate di musica. L`accozzaglia di matrici musicali che si avverte dall`ascolto del demo, generava dai gusti individuali dei singoli, che nonostante avessero un ben preciso comune denominatore, si differenziavano piu` o meno marcatamente.
Ad esempio ricordo all`epoca non mi addormentavo se non avevo il mio chiaccherone (Ghetto Blaster) vicino al letto con una “C-90” piena di Motorhead. Altri avevano altre particolari predilezioni, ma in linea di massima ascoltavamo e apprezzavamo un po` tutto cio` che circolava all`epoca, dai classici `70 Hard-Rock, alla NWOBHM, a cose piu` bizzarre o teutoniche.....

Comunque, se non ricordo male, il successo di “Steel Forces”, riuscì a portare un buon numero di attestati di stima attorno alla band, come ad esempio quelli dell’amico Yako De Bonis degli Steel Crown che rivedeva negli Stiff lo stesso spirito libero della sua band madre, che ricordi hai di quel magnifico ragazzo?
Ricordo bene l`entusiasmo, il senso dell`umorismo e la sdrammatizzazione di certe pose, che ci fece “cliccare” da subito. Ci prendemmo subito bene con Yako e passammo delle belle esperienze insieme.
Ho un ricordo in occasione di un “meeting di tutte le bande”, svoltosi in un Club in Toscana mi sembra a Prato, al quale parteciparono tutte le Bands dell`epoca. Il meeting era stato pensato ed istigato da Yako ed Antonio Ferro, per cercare di organizzare e metter un po` d`ordine tra le decine e decine di Bands che nascevano ogni giorno, per cercare di fare qualcosa di costruttivo anche se non ben definito. Ricordo che sul treno da Tarquinia incontrammo per la prima volta Rocco e Fido che andavano in rappresentanza dei Mausen da Roma e ci facemmo grasse risate durante il viaggio, all`arrivo rimanemmo sorpresi dal vedere quante Bands e personaggi si erano scomodati a partecipare, veramente tanti.
Ricordo che alla fine Yako si incazzo` a bestia perche` tutto fini` un po` a tarallucci e vino.
Ricordo anche che Bud della Strana mi presento` per la prima volta ad una bottiglia di Dranbuje, liquore buonissimo che procedemmo a tracannare insieme ai fratelli Cappanera buonanime.
Quello, e Yako che ci fa` la ramanzina sono gli ultimi ricordi di quella serata..

E se i ricordi non mi ingannano, con Yako suonaste insieme a giugno del 1984 nell’indimenticabile “Heavy Metal Day” di Gozaldo degli Ippoliti assieme a band come Strana Officina, Sabotage e Vanadium, giusto?
Giusto, anche quella bella avventura, ricordo che scrissi una cronaca al riguardo su Metal Militia, storica fanzine romana creata dal mitico Davide “Suan” Macchi.
Ricordo anche furiose partite a pallone nel pomeriggio e la bizzarra apparizione di Pino Scotto nei camerini comuni che esce dalla doccia con l`asciugamano in testa tipo genio della lampada!

Solamente un anno più tardi registrate il promo tape “Madame Claude”, un lavoro di soli due brani che mette in evidenza una crescita artistica ed una maturazione davvero impressionante, non solo i suoni si sono fatti più compatti ed affilati, ma anche la band sembra molto più agguerrita e determinata che in passato, come mai decideste di presentare solo due brani? Forse “Madame Claude”, era l’anticipo di qualcosa di più importante e sostanzioso come un ipotetico full lenght album, o cosa?
No, piu` che altro era la cronica mancanza di fondi a dettare la scelta di solo due brani.
Come si nota giustamente dalla qualita` sonora, lo studio era molto superiore e di conseguenza piu` costoso, quindi 2 brani era tutto cio` che le nostre povere saccocce (anzi le saccocce dei classici vari “benefattori” dato che noi di lavorare non se ne parlava, visto che ancora andavamo a scuola!) potevano pagare.

Toglimi una curiosità, ma all’epoca riceveste mai delle offerte da parte di etichette capestro come la famigerata King Classic?
In quei tempi se ne sentivano di tutti i colori, ogni giorno usciva fuori qualche storia di qualcuno che voleva “produrre”. La situazione era cosi` embrionale e lontana da qualsiasi standard professionale moderno che e` difficile anche solo tentare di comparare.
In generale tutto si basava sulla piu` totale ed esclusiva auto-gestione.
La realta`, a parte le ciance degli esaltati di turno era la seguente: tutto cio` che succedeva era completamente auto-gestito, registrazioni, concerti, pubblicita`, tutto. Una volta in occasione di un concerto al mitico teatro Mongiovino a Roma insieme ai Thunder e Steel Crown, io e Daniele Macchi andammo a bussare all`Assessorato alla Cultura del Comune di Roma per chiedere aiuto, ci offrirono di stampare i manifesti per il concerto gratis tramite la tipografia comunale.
Qualsiasi cosa si decidesse di fare era auto-gestita. Apparizioni come supporto a gruppi famosi erano frutto di intrallazzi, studio-times si ottenevano tramite amici di amici di amici, strumenti e cassette si compravano coi soldi della Nonna, non c`erano Management companies, Record Labels, Magazines, spazi, agenti, promoters, Clubs o Pubs dove suonare, studi.
Nulla di nulla. Tutto cio` che si otteneva era frutto di sforzi personali tremendi.
L'infrastruttura della musica Rock in Italia era semplicemente inesistente.
Ecco cosa si avverte da tutti quei Demos di tutte quelle Bands dell`epoca, una energia e passione, una rabbia ed entusiasmo incanalata nello sfogo sonoro della frustrazione quotidiana!
In una situazione del genere ogni risultato che si riusciva a d ottenere aveva un valore inestimabile.

Un lavoro che, anche questa volta, riscuote comunque un buon successo a livello nazionale, e che vi porta sul palco di uno dei festival più importanti di sempre, ovvero quel “Heavy Mas” passato alla storia come uno degli avvenimenti meglio organizzati in campo hard n’heavy, grazie anche alla supervisione del simpaticissimo Kleever all’epoca esperto Vj di Video Music con il suo programma “Heavy” appunto!!!
Non ho un buon ricordo di quel particolare concerto, e non solo perche` la truppa di Stiff e Thunder in viaggio per Firenze per presenziare allo special di Video-Music antecedente al Festival mi fuse la macchina da me messa a disposizione per il viaggio mentre io cercavo di farmi riformare dal servizio militare!
A parte gli scherzi quel concerto rappresenta per me uno dei “low-points” dell`avventura Stiff.Con Davide Camaccia alla voce senza voce e una generale “poor performance” da parte di tutti, per me fu una serata da dimenticare...

Ecco, dal dicembre 1985 in poi, io personalmente, come penso molti altri appassionati dell’epoca, perdo le tracce degli Stiff, che cosa successe all’interno della band di così inevitabile tanto da portarvi allo split ufficiale dopo qualche mese?
La situazione degenero` da prima di allora.....dopo la dipartita di Giambo Capitani, il cantante-batterista, passammo attraverso un bel periodo creativo, con Maurizio Capitini al drums kit, la solidita` sonora acquisto` immensamente, Maurizio si rivelo` un compare ideale anche a livello personale e con un trasferimento nella capitale passammo un bel periodo, ma la frustrante ricerca di un cantante fisso alla fine si rivelo` debilitante, e almeno per quanto mi riguarda, la formidabile apparizione a Modena come supporto ai Saxon di fronte a migliaia di ragazzi entusiasti, marca la fine di un ciclo.
Si continuo` per un po` piu` per tigna che per altro, ma la direzione artistica comincio` a riflettere in maniera inquietante lo stato mentale generale, finche` fu palese che era ora di prendere delle decisioni serie.

Capisco, comunque è un vero peccato, perché potenzialmente, eravate una delle migliori formazioni di allora, e da quello che si può facilmente evincere ascoltando i vostri brani, le qualità artistiche erano molto elevate rispetto alla media, invece….

Sara` anche vero, ma dall`inizio noi eravamo comunque semplicemente 4 amici assatanati dalla voglia di suonare, che passarono insieme attraverso gli anni piu` importanti della loro adolescenza, facendo delle esperienze artistiche e di vita incredibili, e questo e` cio` che secondo me e` veramente importante ricordare.
Se poi, il fatto che Max Annibaldi sia senza dubbio uno dei piu` dotati geni musicali Italiani, e che capitasse di essere amico di infanzia con un solido “soldato” delle 6 corde nella persona di Cris Tosoni al quali capito` di incontrare un sorprendente cantante –batterista che scriveva ottime liriche al quale si aggiunse poi un entusiasta picchiatore di bassi, abbia fatto scaturire qualcosa di apprezzabile.....so be it!

Toglimi una curiosità, ma nella pagina myspace della band, si possono ascoltare due brani, “Restless Heart” e “Bullet in the sky”, in che sessione furono vennero registrate quelle due song?
Quei 2 brani rappresentano appunto quel periodo finale confusionale descritto pocanzi, durante il quale la direzione creativa si puo` descrivere come “Bizzarra” e “inquietante”, che riflette gli stati d`animo di quel periodo, con cantanti “prestati” e incertezze di ogni tipo.
Bullet in the Sky era` pero` una buona ballad, che risale ai tempi d`oro, quando passavamo giornate intere nel nostro famoso casale-studio di Tarquinia spensieratamente praticando per ore e ore con dedizione certosina i cori e le harmonies del chorus, nel quale tutti , compreso Max, esibivamo le ugole nei contro-canti.
Il risultato dal vivo era sorprendente e suonava “vero”, ma era frutto di buon caro duro lavoro! Tutto cio` nonostante il fatto che il casale era notoriamente posseduto da presenze sopranaturali (non scherzo!) e dimora di vari animali,tra i quali un Capro che se ti prendeva in antipatia non esitava a “caricare” a cornate sul femore! Per noi, pero` era rifugio e ritrovo,oltre che studio.

Comunque, qualche anno più tardi, assieme ad alcuni membri dei Mausen, ti ripresenti con i più famosi, e ruffiani, Miss Daisy, due promo molto professionali ed un disco capolavoro come “Pizza Connection”, prodotto nientemeno che da sua maestà Eddy Fast Clark, come entraste in contatto con un personaggio così di spicco, almeno per l’epoca?
Semplicemente facendo circolare il Demo in Europa. La nostra amica-manager Lisa Villa, lo fece poi arrivare sulla scrivania di Eddie , il quale impressionato lo porto` dal Boss della GWR, etichetta dei Motorhead, il quale ne volle sapere di piu`!

Anche i Miss Daisy dopo l’uscita del disco fanno perdere le loro tracce, cosa successe di così drastico?
Difficile parlarne in 2 parole, ma ancora una volta, come Stiff, Miss Daisy fu un viaggio incredibile, attraverso migliaia di vicissitudini, sangue, lacrime e gioie infinite.
Consiglio la lettura di “I reni di Mick Jagger” e “ Fabbricato in Italia” di Rocco Fortunato, per una “Insight” almeno parziale del Rollercoaster di emozioni!

Dimmi la verità, ma in quegli anni non hai mai pensato di mollare tutto e di trasferirti negli Usa proprio come fecero gli Astaroth all’epoca?
In quegli anni ci si pensava spesso, UK or USA erano all`ordine del giorno, in generale quando poi arrivi a vedere quegli orizzonti da vicino, ti rendi conto che la realta`, almeno per quanto riguarda una Band, e` ben diversa, come Saverio o Massimo ex-Astaroth o Daniele e Davide Macchi o una moltitudine di altri personaggi ti potrebbero ben dire.
Io vivo in UK da 18 anni ed ho passato la seconda meta` dei `90 su e giu` per gli States per lavoro, lo stare a contatto con la realta` in terre straniere apre certamente degli orizzonti, e nonostante da buon Italiano mi lamento spesso, non rimpiango affatto nessuna decisione e consiglierei comunque a qualsiasi giovane di andare a fare esperienze fuori dal “comfort-zone” Italiano, c`e` tutto da guadagnare e niente da perdere, ci sono pero` delle realta` delle quali bisogna tenere conto, specialmente come ripeto se si parla di progetto Band-Casa-Insieme-Convivenza!

Presumo che in tutti questi anni i tuoi gusti musicali siano radicalmente cambiati, ma ti capita mai ogni tanto di mettere su un bel disco che ti riporta indietro nel tempo?
I gusti non sono cambiati affatto, magari si sono espansi, ascolto di tutto, dischi non ne ho, a parte Pizza Connection dei Miss Daisy, ma ho musica in tutte le stanze della casa, specialmente in cucina, in macchina, in ufficio e anche nel garage!

Ok Corrado, siamo veramente alla fine, ti ringrazio nuovamente per la pazienza e per la tua disponibilità, concludi l’intervista nella maniera in cui più ti aggrada!!!!

Well, ROCK ON!.....what else?
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