Chi semina raccoglie!!! Cresce a dismisura la scena legata a sonorità classiche del capoluogo piemnontese e, se anni addietro l'interesse non adava di pari passo con la proposta musicale delle formazioni che alimentavano il movimento, oggi il discorso sembra cambiato e questo grazie soprattutto a musicisti che si sbattono da una vita nell'underground pur di cercare di raggiungere i propri obbiettivi personali. Uno di questi è senza ommbra di dubbio il nostro interlocutore Alexx Panza che, nonostante abbia raggiunto il proprio eden artistico prima con gli iberici Hitten, poi alla corte dei Burning Star del chitarrista Jack Starr, è riuscito a portare a compimento il disco di debutto dei Vigilhunter, nuova creatura musicale veramente molto ma molto interessante, lasciandosi circondandare da amici di vecchia data che lo hanno aiutato a portare a compimento un disco di debutto che per qualità peculiari e di songwriting, non ha lasciato indifferenti le decine e decine di sostenitori della scena US Metal di fine anni 80. Band con una propria identità personale, o semplice progetto da studio? Leggete l'intervista e lo saprete....
Intervista raccolta da: Beppe "HM" Diana
Ciao Alexx e benvenuto sulle nostre pagine, dunque il vostro primo vagito ufficiale è in giro relativamente da qualche mese, eppure mi sembra di capire che l'entusiasmo attorno all'uscita di “Vigilhunter” abbia contaminato il popolo underground, come ti spiegate tutto questo affetto nei nostri confronti?
Ciao Beppe! Stiamo ricevendo degli ottimi feedback da ovunque nel mondo e non potremmo chiedere di meglio. Penso che nel nostro sound si possano trovare diverse influenze appetibili a diversi palati, e forse è quello proprio il suo punto forza, il dinamismo della proposta musicale dà la possibilità di accomunare fan di diversi sotto generi (seppur sempre di HM classico). Non saprei… siamo solo molto contenti che il frutto di tanto duro lavoro stia venendo apprezzato!
Toglimi subito una curiosità, ma dobbiamo guardare alla band come ad un tuo progetto personale, oppure come ad una band con una propria identità artistica? No, perchè vedendo la line up coinvolta, mi sembra di capire che gli altri tre musicisti mi sembra di tutto tranne che dei semplici sparring partner, dico bene?
Vigilhunter nasce come progetto personale, ma con il tempo, e specialmente dall’ingresso di Mirko (basso), divenuto presto partner in crime nella composizione dei brani, è diventato indubbiamente una band a tutti gli effetti. So che conosci chi più chi meno tutti i soggetti convolti e sai dunque che siamo tutti amici di vecchia data.
Stilisticamente parlando, com’è nato il vostro approccio musicale così articolato ed elegante, rispetto a quello che attualmente la scena classic metal propone con maggior frequenza? Solo “colpa” del vostro background musicale, oppure la precisa volontà, unita al desiderio, di provare qualcosa di realmente vicino ad una corrente heavy/prog di fondo?
Il progetto nasce tantissimi anni fa, circa nel 2011 ai tempi in cui suonavo ancora nei Walpurgis Night, dalla volontà di fare brani più in stile Metal americano, mio grande pallino da sempre, che non avrebbero potuto funzionare per i Walpurgis Night essendo un progetto sicuramente più Euro-sound oriented. I primi brani erano più classico US Power Metal di fine anni 80, molto influenzati da Riot (Thundersteel/The Privilege of Power) e Vicious Rumors (influenze che chiaramente ancora si possono sentire nel full lenght) ma che presto è virato verso un sound più progressivo...da grandissimi fan di Queensryche, Fates Warning, Crimson Glory etc… è stato un cambiamento naturale che ha fatto si che i primi brani composti siano stati poi scartati in quanto non più in linea (ad eccezione di Shadow Rider e Outburst of Rage, anche se quest’ultima largamente rivista dalla sua concezione originale, che guarda un po son proprio i brani più Heavy Power del disco). Inoltre penso che nella scena HM odierna ci sia una grande mancanza di band che si rifanno a quel sound Heavy/Prog o Prog/Power che dir si voglia di fine anni 80/primi anni 90, e che il tocco prog (senza cadere nel puro progressive e negli show-off virtuosi) dia una grande boccata d’aria fresca al compositore, dando molto spazio di manovra senza dover rimanere tra i binari imposti dai dettami di un genere fatto e finito.
Anche il logo, spettacolare, e la copertina di cui si fregia il disco sembrano trascendere dai primi anni 80, come se voi Vigilhunter foste piombati nel presente direttamente dal 1988, dobbiamo considerarvi dei viaggiatori temporali o cosa?
Ottimo, significa che abbiamo centrato il bersaglio ahah. La volontà di Vigilhunter è proprio quella di rievocare un preciso momento storico, che possiamo identificare tra l’88 e il 93 circa, attraverso un sound e un iconografia persa nel tempo. Anche come produzione abbiamo cercato per quanto possibile di avvicinarci al sound del epoca, usando anche attrezzatura di quegli anni...quel hi-fi dei primi 90s indubbiamente prodotto e arrangiato ma ancora ben organico, che sono le nostre (almeno le mie ahah) produzioni preferite a mani basse.
Visto che molti di voi facevano parte di altrettante formazioni valide del panorama torinese che cosa pensi abbiate portato del vostro bagaglio personale all'interno della nuova creatura musicale? Che cos'è che è riuscito veramente a fare la differenza fra il vostro nuovo lavoro e le precedenti release ufficiali che vi hanno visto coinvolti in prima linea? Magari l'esperienza accumulata in tutti questi anni, un differente approccio nel songwriting, o cosa?
Sicuramente la tanta esperienza fatta in questi ultimi 10 anni ha fatto sì che questo disco suoni indubbiamente più maturo di qualsiasi cosa abbiamo prodotto in precedenza. Personalmente, il debutto di Vigilhunter marca il mio 10° lavoro discografico, e negli ultimi 10 anni mi son trovato a lavorare con tanti artisti in diversi contesti, da Hitten (la mia band principale dal 2017 a questa parte) a Jack Starr’s Burning Starr e non solo...in questi anni ho imparato a gestire la pipeline della concezione di un disco letteralmente dalla A alla Z, cosa che 10 anni fa non avrei assolutamente saputo gestire.
Siete entrati in studio a registrare i brani avendo già bene in mente come sarebbero venute le nuove song, o qualcuna di queste ha subito in fase di step finale di piccoli accorgimenti?
Come dicevo prima, Vigilhunter nasce davvero tantissimi anni fa...e in realtà già attorno al 2016 i brani del disco erano pressochè ultimati. Purtroppo ho dovuto mettere il progetto da parte per tanti (troppi) anni per diversi motivi (lavoro, il grande impegno con Hitten...insomma, la vita è un viaggio complesso…), fino a che poco più di 2 anni fa, in un periodo in cui son tornato a imbracciare la chitarra dopo tanto tempo, si è riaccesa la fiamma e ho pensato che sarebbe stato uno spreco gettare via tutto quel lavoro, e che quei brani avessero un buon potenziale...dunque ho richiamato Mirko (basso) e Marcello (batteria) e assoldato Mattia alla seconda chitarra, per ritornare in saletta, fare una cernita dei brani, decidere cosa tenere e rifinire e lavorare sulle pre-produzioni, che hanno portato alla registrazione del disco in estate 2024. Dunque si, il 99% di quello che è sul disco era già stato minuziosamente delineato in fase di pre-produzione.
Ok, capisco, adesso a mente fredda, secondo te il nuovo arrivato rappresenta fedelmente quelli che sono i Vigilhunter attuali, oppure in futuro dovremmo aspettarci dei cambiamenti stilistici sostanziali con un ipotetico prossimo lavoro?
Essendo i brani stati originati così tanti anni fa, ti direi che probabilmente non rappresentano fedelmente i Vigilhunter ordierni, però ti posso anche dire che i nostri gusti non hanno avuto cambiamenti radicali nel corso degli anni...più che altro siamo maturati come musicisti, quello sì. Dunque un secondo lavoro (su cui tra l’altro ti preannuncio che siamo già al lavoro) non penso vedrà un cambio stilisco radicale, ma probabilmente vi saranno alcune differenze dovute dal fatto che non siamo le stesse persone/musicisti di 10 anni fa. Detto questo, è ancora troppo presto per dirlo...only time will tell!
Potenza e melodia, sembrano questi i caratteri distintivi della band, ma quando siete in fase di composizione, avete cercato di bilanciare a priori questi due elementi, oppure vi siete lasciati andare al vostro istinto di musicisti?
Penso che “l’istinto ragionato” sia il miglior approccio alla composizione, ovvero, scrivere ciò che esce dalle budella ma senza dimenticare alcuni “standard” che fanno si che il pezzo possa funzionare e non sia una cozzaglia di riff immemorabili. Il bello del US Metal/Power/Prog o come lo si voglia chiamare, sta proprio nella sua dinamicità e nel equilibrio tra momenti più atmosferici e raffinati e momenti in cui si “spinge sul pedale”.
Se devo dire la verità, il musicista che mi ha sorpreso positivamente è stato Mattia artefice di una prova davvero sopra le righe, per uno che ha quasi sempre suonato thrash metal, dimostrare d'avere quel tocco fatato, non è da tutti, una sorta di Skolnick periodo “Handful of rain”!!!
Hehe, se no mica lo chiamavo eh! Ahah. Hai preso il punto, ha un tocco sopraffino ed è una bella macchina da shred ma con un ottimo gusto melodico. Ha fatto un lavoro stupendo e personale, è facile differenziare i suoi assoli dai miei sul disco (i più belli sono i suoi ahah).
Quali sono le difficoltà oggettive a cui avete fatto fronte nel momento immediato alla realizzazione di un disco oggettivamente ambizioso come il vostro?
Le stesse di tutti penso, ovvero cercare di arrivare alle orecchie della gente in un mercato saturo di musica che vede centinaia se non migliaia di release ogni giorno… o la battaglia al algoritmo persa in partenza...Siamo comunque molto contenti di come il disco stia girando bene anche solo nella maniera più organica di tutte, ovvero con il vecchio caro passaparola.
Cosa vuol dire per voi nel 2025 portare avanti un discorso musicale, che si muove ormai in un ambito sempre più ristretto di sostenitori e che, spesso, sembra essere snobbato perfino da certa cosiddetta “stampa specializzata”?
Non son capace a vivere senza scrivere musica, è una mia necessita. Vigilhunter più di qualunque altro progetto passato è qualcosa che ho fatto al 100% per me stesso. Chiaramente son felice e curioso di sentire i feedback della gente e spero che il frutto di questo lavoro arrivi a più orecchie possibili e che gli ascoltatori possano apprezzare...viene da se...però in primis è qualcosa che faccio per me...anche perché se facessi musica per ricercare qualcosa di più (soldi...fama…) sicuramente non farei Metal e tanto meno un genere così di nicchia e ricercato come il nostro.
Eppure nonostante tutto il movimento ribattezzato new wave of traditional heavy metal sembra davvero inarrestabile…
Assolutamente! Negli ultimi 15 anni (quasi 20!) son usciti una miriade di dischi di Heavy Metal classico e, seppur tante release mediocri, tanti gran bei dischi che verranno ricordati per tanti anni! Nessuno ha la pretesa di reinventare un genere che è già stato visto e rivisto in tutte le salse, anche snaturandone totalmente l’idea iniziale...ma penso che ogni artista possa mettere il suo marchio di fabbrica, apportare il suo approccio totalmente personale anche al più classico dei generi, e chi ci riesce son proprio i creatori di quei dischi che fanno la differenza.
Non temi che si venga a creare una sorta di saturazione come era accaduto tempo fa con il riavvento del thrash metal? Visto che siamo in argomento, che fine hanno fatto gli Endovein? Sai dirmi se Paolo suona ancora oppure ha mollato la presa definitivamente?
Il mercato del Metal classico è saturo già da tanti anni, senza ombra di dubbio! E la semplicità con cui al giorno d’oggi uno possa autoprodursi un disco nella sua interezza, partendo dalla registrazione home-made alla facilità di distribuzione data dal digitale, non può che aver aiutato a saturare il mercato con produzioni dalle dubbie qualità artistiche...ma insomma è il bello e il cattivo tempo del mercato libero penso. Gli Endovein si son sciolti nel 2014. Mirko ha militato nei Ruler (prima della loro sparizione) e come session live nei Konquest, e ora chiaramente è full-on con i Vigilhunter! Steve (batteria) è super attivo nella scena Power-Violence et simila e sta facendo molto bene con le sue band Failure, So Close e Ape Unit, oltre ad aver recentemente aperto una etichetta discografica specializzata nel genere PV/grind-core etc.. “Jungle Noise Records”. Paolo si è trasferito da diversi anni in Portogallo, dove ha avuto una band “Critical JoJo” il cui stato attuale non son a conoscenza...so che sta cercando membri per fondare una nuova band ma sta faticando a trovare le persone adatte.
Anni addietro, assieme ad altri tuoi coetanei, ti sei reso artefice di quel sogno chiamato White Lion un piccolo club famoso per ospitare concerti di band più o meno famose, che tipo di esperienza è stata quella? La ripeteresti in un altro contesto?
Il White Lion è stata una esperienza favolosa e spericolata di tre 20enni (letteralmente avevo 20 anni ahah) squattrinati e folli che cercavano in tutti i modi di pisciare più lungo del vaso, ma che in realtà sono caduti sempre in piedi ahah. Abbiamo avuto l’opportunità di rilevare quelle mura al momento sfitte a prezzo favorevole e ci siamo lanciati. 1, 2, a volte addirittura 3 live alla settimana solo ed esclusivamente di Metal e affini nella provincia di Torino non penso li abbia mai fatti nessuno. Chiunque abbia mai organizzato un concerto sa quanto lavoro (e quanti mal di testa) vi sono dietro all’organizzazione di un evento, quindi ci si puo immaginare la mole di lavoro nel organizzare mediamente 2 live alla settimana, la ricerca attiva per organizzare quello che volevamo NOI e portare band/tour che altrimenti avrebbero saltato l’Italia a piè pari, e l’organizzazione effettiva della serata, dalla gestione degli ingressi, alla gestione del bar, alla pulizia dei cessi, 100% tutto sudore della nostra fronte. Nella mia mente ancora naive, giovane e speranzosa, speravo che un locale di riferimento del genere avrebbe fatto la differenza nell’unificare la scena locale e non, e che sarebbe potuto diventare un punto di riferimento...e invece no, Leinì (a 15 min di macchina da Torino) per alcuni è troppo distante per vedere una band storica americana o la sensazionale band del momento canadese sulla bocca di tutti...Sia chiaro non voglio piangere, le serata sono sempre andate più o meno bene e siamo sempre fortunatamente andati in pari...però dopo un anno di White Lion siamo stati costretti a chiudere in quanto il propietario ha trovato un acquirente intezionato a comprare le mura del locale, e ci siamo fatti volentieri da parte, felici di aver fatto una bellissima esperienza, ma senza alcuna intenzione di ripeterla in futuro ahah.
E la Nightbreaker Productions? Avevi dato la possibilità di farsi conoscere a diverse realtà underground della nostra area, ed avevi scovato il pezzo da novanta in Canada con i Droid, come mai anche in quell'occasione non sei andato avanti?
La Nightbreaker è stata un’altra bellissima esperienza e son fiero di aver tirato fuori alcune release davvero ottime, su tutti proprio i Droid, che son state una delle miglior uscite Thrash del panorama internazionale negli ultimi 20 anni a mio avviso. Diciamo che avevamo costruito delle buone basi ma ci siamo resi conto che ad un certo punto bisognava andare avanti, e provare a dare il passo e investire qualche somma un po più importante, o non avrebbe avuto senso andare avanti rischiando di diventare una delle tante label mediocri….anche per via della mancaza di tempo da dedicare a un progetto così impegnativo abbiamo preferito tirarci indietro.
Conoscenze che poi ti hanno portato dapprima a entrare negli iberici Hitten, e poi a suonre fianco di mostri sacri come Jack Star e Rhino, un sogno che si avvera o cosa?
Assolutamente, entrare negli Hitten è stata la più grande svolta della mia vita. Ho trovato una vera famiglia con cui condivido tutto e che mi ha portato a ottenere risultati che mai avrei potuto immaginare nei miei sogni più selvaggi. E che come dici tu, attraverso Bart Gabriel l’allora manager dei Burning Starr, mi ha portato a suonare con pezzi di storia come Jack, Rhino e Ned, gente che ha davvero vissuto la golden era. Da fan della band quando mi è arrivata la proposta non ci potevo credere...l’idea di dover poi essere il next in line di una scuderia di cantanti impressionanti...Da Rhett Forrester, a Mike Tirelli a Todd Michael Hall….non potevo rifiutare, dunque gli registrai una demo di quella che poi divenne la titletrack del disco uscito nel 2022 “Souls of the Innocent”, e rimasero entusiasti.
Prima della fine ti porgo la domanda che tutti vorrebbero farti, ovvero se ci saranno delle date dal vivo di supporto all'uscita del disco, se si, quando.
Vigilhunter nasce come studio project, ma date le tante richieste che abbiamo ricevuto abbiamo deciso di portare il progetto live per qualche speciale data selezionata...ti preannuncio infatti che abbiamo già confermato la nostra presenza ad un festival nel 2026 che verrà ufficializzata molto presto...
Ok Alexx, siamo arrivati alla fine, ti lascio campo libero per le considerazioni finali..
Grazie Beppe per lo spazio dedicatoci e a tutti quelli che stanno supportandoci acquistando il disco, sia in formato fisico che in formato digitale sul nostro bandcamp. US Metal reign supreme!
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