Crystal Skull - Glory or Damn

 


Passione nobile sentimento, che accompagna l'essere umano in molteplici sfaccettature della propria esistenza, che ci permette di compiere e portare a termine anche le azioni più improbe che all'inizio sebravano fuori portata, un motore potente che ci spinge a perseguire i propri desideri con determinazione e fervore. E di passione, quella vera, il nostro interlocutore ne ha dimostrata d'avere a iosa incarnando di volta in volta le vesti prima di fanzinaro, poi di sedicente discografico, semplice fruitore e infine nobile musicsta, lascandosi coinvolegere di volta in volta in avventure disografiche che hanno portato i propri frutti con formazioni tutt'altro che di secondo piano come i Sacro Ordine dei Cavalieri di Parsifal, Black Raven, Animalhouse, Violent Assault e non utlimi i suoi Crystal Skull, formazione che si è ripresentata ai nastri di parenza con un secondo capitolo discografico che amplifica, se vogliamo, la propensione old school di quella che adesso è a tutti gli effetti una vera e propria band, faendo compiere ai nostri quel sospirato salto di qualità verso lidi compositivi sempre più proirttati su binari consoni ad un power metal di matrice classica e di scuola prettamente teutonica.  Lasciamo dunquela la parola al nostro interlocutore Claudio Livera in arte The ripper, il quale ci ha svelato alcuni dei tratti salienti legati ad "Arcane Tales".

Intervista raccolta da Beppe "HM" Diana

Ciao Claudio e benvenuto sulle nostre pagine, grazie per il tempo che ci stai volendo dedicare, partiamo subito con la prima domanda, qual è lo spirito che aleggia all'interno della band oggigiorno in questo periodo di apparente stasi mediatica? Puoi in qualche modo rassicurarci che il futuro dei Crystal Skull sarà con la line up a tre elementi?

Innanzitutto grazie a te Beppe per lo spazio che ci dai e per il supporto che dai ogni giorno al Metal Underground, quello ancora vero, sanguigno e incontaminato! Avendo io stesso provato in un lontanissimo passato con la fanzine Dream Warriors’zine capisco benissimo quanto lavoro ed impegno ci sia dietro! Ma non divaghiamo ahaha! La band al momento è solidissima e soprattutto super carica! Anzi mi vien da dire che in certi frangenti sono forse ancora più carichi di me gli altri dopo l’uscita del disco! La band però al momento ufficialmente è composta da me, Fabio Tomba (batteria) e Alessandro Visintin (chitarra). Lorenzo è stato un professionista incredibile che si è reso disponibile per la registrazione del disco, però per i suoi molti impegni, non sarà un membro fisso della band al momento. Questo però non esclude che possa un domani essere ancora il nostro vocalist per il nostro terzo capitolo. Questo comunque non rappresenta un problema per noi, io ho praticamente già scritto tutti i brani nuovi per il terzo disco, Fabio sta lavorando per scrivere le sue parti e poi tutti insieme lavoreremo in seguito sulla forma e adattamento delle canzoni. Insomma il motore è caldo e non vuole spegnersi!

Parlaci appunto dell'ingresso in formazione di Lorenzo e Fabio che molti di noi conoscono come musicisti degli ottimi Silverbones, come mai hai deciso di puntare proprio su di loro?

Diciamo che è stato tutto un susseguirsi di eventi in realtà. Parliamo del periodo sotto Covid, e io avevo praticamente scritto le tracce di Arcane Tales. Mandai un paio di tracce a Giovanni (ex-Black Raven) per avere una sua opinione e parlando del nuovo disco è stato lui stesso a suggerirmi di contattare Fabio. All’epoca suonavano insieme nei Moonchild, tribute band degli Iron Maiden, e io non lo conoscevo ancora. Lo contattai e gli mandai un paio di pezzi da provare a suonare e sinceramente mi è bastato ascoltare il primo minuto di Stormbreaker per capire di che pasta devastante era fatto e da lì è partito tutto. Per Lorenzo invece è stato grazie a Fabio che l’ho conosciuto, questo perché eravamo convinti del grande valore delle canzoni, ma purtroppo sentivamo dei limiti nella mia parte vocale, quindi abbiamo provato a chiedergli se era disponibile a cantare lui nel disco e fortunatamente così è stato! Anche perché traccia dopo traccia era un piacere sentire le canzoni cantate da lui, mai avrei immaginato che nelle mie zone ci fosse un cantante così dotato! E soprattutto super professionale!

A mente fredda credi che il loro apporto sia stato di fondamentale importanza nella gestazione di Arcane Tales? A parte la loro esperienza, cosa pensi abbiano portato di realmente tangibile all'interno della band?

Assolutamente sì! Non poteva essere diversamente! Con il lavoro di Fabio le tracce hanno preso una maggiore potenza e un’espressione incredibile, sia nelle parti veloci come Gates o Stormbreaker, sia nei pezzi più atmosferici come Underdark o Homecoming. Lorenzo poi ha lavorato molto sulle armonizzazioni di voce dando uno spessore dieci volte superiore a cori e ritornelli, senza dimenticare la parte lead dove in tracce come Homecoming, Queen e Prisoner è stato magnifico per me! Ma in tutto questo è stato veramente essenziale, secondo me, la stessa passione che condividiamo per il Power Metal teutonico vecchia scuola! Ci sono molti grandi musicisti con cui suonare, ma se non hai un certo feeling ed intesa poi è difficile raggiungere certi risultati.

Disco questo che amplifica se vogliamo la propensione metallica del disco di debutto Ancient Tales che, seppure concepito in maniera ottima, peccava di una certa "staticità", per cui, in che maniera sono nate le idee compositive dei brani inerenti al vostro nuovo capitolo discografico? È stato un processo naturale, o la loro stesura è stata in qualche modo travagliata?

In parte sono d’accordo con te, ma per Ancient Tales è stato un viaggio un po’ diverso. Il progetto Crystal Skull come ben sai è nato molto prima dell’uscita di Ancient Tales, ma prima di questo ci sono state, diciamo, un po’ di problemi e turbolenze… In realtà intorno al 2010/2012, più o meno, avevo iniziato già a registrare un disco in studio per questo progetto (eh sì, un disco zero). Avevo registrato tutte le tracce di chitarra e basso e le batterie all’epoca me le aveva registrate il mitico Stefano Rumich (Kryptonomicon, Revoltons, Karnak). Poi a causa di un guasto o forse del destino lo studio perse tutte le tracce… Puoi immaginare la rabbia, i casini e la delusione. Quindi misi da parte l’idea di proseguire a registrare e mi presi una pausa… La svolta è giunta quando iniziai la collaborazione con Marco Falanga (Moonlight Haze, Overtures) nel momento delle registrazioni del disco dei Sacro Ordine dei Cavalieri di Parsifal (Heavy Metal Thunderpicking). Fu lui in quel periodo a spronarmi a riprovarci. Quindi ripresi in mano qualcosa del materiale vecchio perso (Stormaxe e Lake of Dreams), quelle duecento canzoni che avevo scritto a casa nel frattempo (perché non mi sono mai fermato dal scrivere) e mi rilanciai in questa scommessa. Sì perché alla fine era una scommessa con me stesso se ci sarei riuscito o meno. Insieme a Marco lavorammo ad una selezione dei pezzi più veloci e da “tiro”, da qui probabilmente la staticità del disco, e poi lavorai sul concept del disco, le parti vocali, i testi e tutto il resto. Poi perché fare le cose facili? Ormai ero in gioco, quindi andai fino in fondo e recuperai le vecchie pagine che avevo scritto (ma mai finite) di un libro fantasy, che appunto era ambientato nel mondo di Arendal, e ho ripreso in mano l’ambientazione, i personaggi e le storie che avevo scritto molti anni prima ancora che iniziassi a suonare. Quindi sì, è stata un po’ travagliata la nascita di Ancient Tales, soprattutto per il dover affrontare tutto da solo e anche in maniera nuova per me. Non ero abituato a registrare e a gestire un album completamente da solo.

Potenza, velocità e melodia, credo proprio che la vostra musica sia il risultato della perfetta antitesi di questi due elementi, quindi mi piacerebbe capire se, quando scrivi i brani per i Crystal Skull, tieni sempre conto di questo equilibrio oppure lasci che l'ispirazione che arriva, diciamo la verità, in maniera del tutto spontanea dal tuo amore sconfinato per le leggende Running Wild, soprattutto quelli degli albori, ce ne parleresti?

Hai centrato perfettamente il nostro credo! Almeno il mio hahah! Da quando ho comprato i miei primi cd Power Metal, che ricordo ancora ed erano Follow the Blind dei Blind Guardian e Masquerade dei Running Wild, sono sempre stato innamorato di questo genere. Parti veloci, doppie casse a palla, ritornelli indimenticabili da cantare a squarcia gola, i riff di chitarra, le melodie… quindi non è una cosa che cerco, nascono proprio così le canzoni! Non posso farne a meno e rari sono i casi dove scrivo parti più lente e ritmate. Underdark è una mosca bianca infatti e mi preoccupava nel contesto del disco perché un po’ fuori dai miei soliti canoni, ma è una canzone così spettacolare e poi importantissima in chiave della narrazione della saga, quindi non poteva mancare all’interno di Arcane Tales. Molto alla fine fine viene dal momento, dall’ispirazione e anche dal caso. Molte melodie del disco sono nate puramente a caso nella mia mente mentre ero al lavoro e poi una volta finito correvo a scriverle a casa. Stormbreaker praticamente l’ho scritta nella mia testa mentre ero a camminare nei boschi. Sicuramente per questo secondo capitolo, forte dell’esperienza del primo, ho lavorato con più attenzione sui punti deboli delle mie canzoni, ma non per vendere di più, bensì per dare all’album la potenza e la profondità della storia che volevo raccontare. Poi non ho mai nascosto, e neanche mi interessa farlo, il fatto che adori alla follia Running Wild e Blind Guardian. Traspare da ogni nota dei dischi che ho scritto e questa è la via. Molti hanno criticato la poca originalità, ma è una cosa che non mi ha mai toccato minimamente. Sarà così anche per i prossimi dischi, per quanto avranno comunque un loro colore ed un loro spirito a differenziarsi dai precedenti.

Sì, infatti so che ultimamente hai avuto il piacere di rivedere il capitano Rock N'rolf al Luppolo in Rock, com’è stato?

Sì sono stato a rivederlo finalmente dal vivo, dopo che l’ultima volta era stata al Wacken del 2018 (se non sbaglio l’anno). Ricordi quando aveva annunciato che non avrebbe più suonato? Quella volta comprai sia il biglietto del concerto che quello dell’aereo solo per andare il giorno in cui suonava lui! Riuscire a rivederlo a poche ore da casa è stato pazzesco! Ha suonato una scaletta al limite della perfezione! Chiaramente mi sarebbe piaciuto se avesse suonato altre cento canzoni, ma già così è stata un’emozione indimenticabile! Purtroppo non sono riuscito a incontrarlo di persona, ma anche nel caso sarei rimasto a bocca aperta senza parole ahahah. Un musicista come lui è sempre stato tra le mie maggiori fonti di ispirazione!

Ok, tornando al disco, visto che questa non è la prima registrazione a cui partecipi, mi sembra di capire che hai maturato una buona conoscenza in studio, pensi che al giorno d'oggi l'uso della tecnologia sia più un fattore positivo o negativo, visto che su uno stage l'80% dei musicisti non riesce a ripetere le evoluzioni strumentali espresse in sala di registrazione?

Secondo me, e questo in tutti gli ambiti, dipende molto dall’utilizzo che ne fai. La tecnologia e il progresso sono importantissimi ed è importante non demonizzarli, perché una pistola è un pericolo solo a seconda di chi la tiene in mano e di come la usa. In certi casi può essere certamente un’arma a doppio taglio, ma sta tutto nella testa dei musicisti e nell’essere consci delle proprie abilità e onesti con se stessi. La musica, soprattutto la nostra, è fatta per essere suonata dal vivo, sanguigna e pura. Quindi devi sapere i limiti che hai, perché poi la gente se ne accorge, o almeno i vecchiacci come noi lo fanno ahah. Anche a me piacerebbe, per esempio, avere un’orchestra ed un coro completo per registrare il prossimo disco, ma poi dal vivo come potrei mai portarlo nel caso? Lo posso capire su un pezzo particolare, ma vedere molte band che suonano con tonnellate di basi certe volte mi rattrista, pensa che io sono ancora della vecchia scuola che usa testata (pesantissima) e cassa! Non a caso i suoni di chitarra su Arcane Tales li abbiamo lavorati appunto con delle Engl tipo la mia. Alla fine la tecnologia non può sostituire il talento e quando sali su un palco, sali sul banco di prova della verità.

Credi che la band abbia dato fondo a tutte le sue velleità artistiche, o avrete modo di amplificare il discorso nelle prossime e future produzioni dei Crystal Skull?

Arcane Tales è solo il secondo capitolo della saga e con il terzo album si chiuderà la storia di Turok, Erevyn e Regdar, ma il mondo di Arendal ha molte altre storie da raccontare e i Crystal Skull le stanno annotando e preparando. Poi come ti raccontavo in precedenza stiamo già lavorando al terzo capitolo che, secondo me, sarà un’ulteriore evoluzione del mio modo di scrivere. Sia chiaro: si correrà parecchio anche nel prossimo, ma ci sarà un ulteriore avanzamento sulle parti corali. E poi… poi abbiamo in progetto una piccola chicca, più per sogno personale, da portare alla luce verso fine anno o nei mesi del nuovo anno, ma vediamo come riusciamo a lavorare con i tempi. Un qualcosa che sarà disponibile solo in vinile in tiratura limitatissima… ma qui mi fermo per non darti troppe anteprime ahah.

Mi piacciono i brani giocati su velocità sostenute, ma credo che l'episodio migliore del disco sia proprio il mid tempo di “The Underdark”, brano che mi ha favorevolmente impressionato per la carica intrinseca che riesce ad emanare, grazie a un approccio heavy dark, che lo differenzia dal resto delle altre composizioni, ce ne puoi parlare?

Underdark è molto particolare per me e come ti scrivevo in precedenza ho avuto anche dei dubbi se potesse stare all’interno del disco, ma è proprio questa particolarità a renderla incredibile. Infatti non a caso l’abbiamo scelta come secondo singolo del disco. Questo anche per dimostrare che sappiamo anche non correre. Diciamo che è nata mentre mi immaginavo il viaggio di Erevyn nei meandri e l’oscurità dell’Underdark (sono un grande appassionato di fantasy e di D&D sappiatelo), mi sono fermato ed ho immaginato la sua solitudine e il freddo, il buio e l’oscurità che l’avvolgevano per tutto il viaggio attraverso i meandri del sottosuolo. Quel senso di dolore e morte che respiri passo dopo passo in quelle valli nascoste dalla luce del sole. Un viaggio guidato solo da una fievole speranza di vita. Questo è quello che mi sono immaginato mentre la scrivevo e credo di essere riuscito a trasportarlo bene in forma musicale. In sé Underdark non è solo un pezzo Heavy/Dark, ha un non so che di quell’anima Hard Rock dei vecchi tempi secondo me e credo sia veramente tra i pezzi che migliori che ho scritto finora.

Arcane Tales vede la luce grazie ai servigi della gloriosa Underground Symphony, label che nonostante abbia portato il movimento del metal italiano a un livello superiore, non ha mai goduto della giusta visibilità ed importanza, ti va di spezzare una lancia nei confronti di Maurizio e della sua label?

Innanzitutto lasciami ringraziare ancora Maurizio per l’opportunità e il sostegno che mi ha dato fin dal primo disco! Al giorno d’oggi è difficilissimo, praticamente impossibile, pubblicare un disco solista senza pagare cifre folli all’etichette a meno che non hai un nome famoso. Quindi posso solo che ringraziare di cuore Maurizio e l’Underground Symphony per avermi dato la possibilità fin dal primo disco di uscire con il marchio della loro gloriosa label. Riguardo al tuo discorso concordo pienamente sul fatto che non abbia mai avuto la giusta visibilità che meritava, però vedi purtroppo il metal italiano è sempre stato bistrattato dai metalheads esteri e di riflesso anche le stesse etichette che lo supportavano stampando i loro dischi. Il mercato stesso poi non ha aiutato, perché molte volte la gente preferisce comprare il gruppo sconosciuto norvegese o l’ennesimo disco copia e incolla della big band piuttosto che supportare le validissime band italiane. E tutto questo, dopo trent’anni di lavoro in quest’ambito, non l’ha mai scoraggiato! Maurizio ha sempre lavorato per portare le nostre band alla ribalta, pensiamo a band come Labyrinth, White Skull, Doomsword... Quindi meriterebbe molto più rispetto e sicuramente molta più attenzione, anche perché tutt’ora continua a pubblicare dei dischi stupendi! Oltre alle band ormai storiche come Great Master e Dark Horizon (adoro l’ultimo disco), penso a band come Witchunters, DreamGate, Darking, Sangreal, Odyssey (ex chitarrista dei power metallers Guardians of Time norvegesi!), per non parlare del disco degli Arkon (sotto Doom Symphony)! Chi avrebbe mai pubblicato un disco metal cantato in sardo? Se non è coraggio e massimo supporto alla scena questo… Quindi, se posso, io consiglierei alle band nostrane di guardare più alle nostre etichette italiane, invece di andare in cerca di fortuna sotto etichette straniere che cercano solo band da sfruttare…

Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un ritorno in voga di molte formazioni del passato, band che negli anni passati non avevano raccolto che semplici briciole, oggi sono diventate formazioni considerate da culto, va bene che una seconda chance la si concede a tutti, ma non ti sembra un controsenso? Per non parlare di quelle band tipo Last in Line, Operation: Mindcrime che cercano di vivere di luce riflessa....

Allora qui è un po’ difficile rispondere e spero di riuscire a spiegare bene il mio pensiero. In primis diciamo che sarei falso a dire che non dovrebbero tornare, perché se così fosse non sarei mai riuscito a vedermi più e più volte i miei amati Manilla Road. Però quella volta, parliamo del 2002 credo, chi se li calcolava? Mi ricordo benissimo che quando hanno suonato per la prima volta in Italia a Porto d’Ascoli eravamo massimo cento persone, delle quali almeno trenta dalla Grecia. Solo che negli anni a seguire è nato un vero e proprio “movimento” per le vecchie band. Non ricordo esattamente l’anno, credo dal 2007 o dal 2008, ma da lì in poi abbiamo avuto un incremento assurdo di band dagli eighties che si riformavano. Band magari riformate da uno o massimo due membri originali. Quindi, per quanto mi renda felice potermi vedere band che non avrei mai potuto vedere all’epoca (vedi Heavy Load e Cirith Ungol), in alcuni casi quando vedo l’ennesima band riformarsi mi chiedo “ma perché”? Con questo non voglio dire che siano loro a portar via mercato alle nuove leve, anzi sono un esempio di coraggio e spirito nella musica che noi tutti amiamo, però in alcuni casi sembra quasi creata a tavolino… Riguardo invece a quelle band che vivono di luce riflessa penso sia un fatto solo di lavoro/guadagno. Sono abbastanza convinto che in questo caso non c’entri niente la passione e la nostalgia, ma solo la sostanza che gli porta il nome del passato ed è molto triste.

Dai tempi delle prime prove con i Sacro Ordine dei Cavalieri di Parsifal fino ad oggi, come pensi sia cambiato in tutto questo lasso di tempo il tuo modo di rapportarti alla musica suonata e concepita?

Sicuramente si è evoluta, anzi continua sempre ad evolversi, giorno dopo giorno. Se metto a confronto come pensavo e componevo canzoni all’epoca dei Black Raven ad oggi troviamo un abisso. La base di partenza sicuramente rimane sempre, come nell’immaginare un ritornello, un riff di chitarra o una storia da raccontare, ma è cambiato il modo di elaborarli. Ma anche tutte le esperienze vissute mi hanno fatto crescere in qualche modo, sia nel bene che nel male. Per esempio la breve esperienza nei Violent Assault (dove ho imparato a suonare il basso ahah)! Con i cavalieri poi è stato come fare un doppio level up. Lavorare alle canzoni con un grandissimo chitarrista come Carlo e un genio come Paolo mi ha fatto capire e imparare tantissime cose. Per non parlare del suonare un genere completamente diverso da quello che suono di solito come faccio negli Akroterion. Anche lì mi ha fatto evolvere tantissimo a livello di idee, spunti e creatività. Anzi devo confessarti che sono veramente orgoglioso delle parti di basso che ho scritto per il prossimo disco degli Akroterion (oltre ad essere un disco veramente stupendo), ora lo stiamo mixando in studio e non vedo l’ora che venga pubblicato. Una cosa che non è mai cambiata invece è il come vivo la musica, per me non è mai stata una mera forma di intrattenimento o di guadagno, ma una vera espressione di arte (nel mio piccolo) e di miei racconti ed emozioni trascritti in musica.

Non tutti se lo ricordano, ma anni addietro sei stato complice della rinascita dell'interesse per la famigerata vendetta del disco nero per antonomasia con la tua Dream Evil Records, che ne è stato di quell'esperienza molto pionieristica ma altrettanto gratificante?

Addirittura “complice” non credo dai! In quegli anni c’erano già molte piccole etichette che stampavano in vinile, vedi per esempio l’Iron Pegasus Records o la Merciless per citare i primissimi che mi vengono in mente. Però devo ammettere che nel nostro piccolo io e Andrea, cofondatore con me della Dream Warriors ’zine prima e della Dream Evil Records poi, abbiamo comunque fatto qualcosa di importante. Siamo partiti dal voler stampare 7” contenenti solo canzoni inedite in versione limitatissima e il destino vuole che siamo partiti proprio con gli Stormwarrior (che poco dopo la pubblicazione firmarono per la Remedy Records mi sembra). All’epoca ci avevano inviato il loro secondo demo per la recensione sulla nostra fanzine e mi ricordo ancora che fummo veramente travolti da quella cassetta! Da lì nacque l’idea di partire stampando loro nel nostro primo vinile. Io tra l’altro ero alle prime armi con le parti grafiche e se riguardo oggi la copertina mi chiedo come posso aver fatto una cosa del genere ahaha! È anche vero che c’erano altri mezzi quella volta (qualcuno ricorda publisher98?). Possiamo dire che sono in pochi in Italia che hanno pubblicato dei sette pollici di Stormwarrior, Metal Inquisitor, Ritual Steel, Sabbat (Jap), Metalucifer, Not Fragile, Vexed e Hatework. Quindi sì, è stata davvero una grande esperienza, dietro alla quale ci sono state ore e ore di lavoro, lettere (cartacee) scritte, pacchi da spedire, corse a destra e manca per grafiche e stampe… Milioni di ore e birre a discutere e a studiare come fare le cose, perché all’epoca nessuno ti insegnava come fare l’”etichetta” discografica. Men che meno avevamo una scena così florida nella nostra zona dove poterti appoggiare. La Dream Evil Records è nata dalla passione che io e Andrea abbiamo sempre avuto per il vinile e per l’Heavy Metal vero, mentre intorno a noi ruotavano o gli amanti del Black Metal melodico o gli amanti del powerino post 2000… una vera sfida quella volta!

So di averti letteralmente scassato la minchia con i miei post inutili, ma te lo ribadisco ancora una volta, non è giunto il momento di rispolverare anche i Black Raven del glorioso The Day of the Raven? Una demo che ascolto ancora molto volentieri, che ne è stato degli altri ragazzi?

In realtà mi rende solo felice sapere che c’è qualcuno che si ricorda ancora di quel demo! All’epoca ebbe un gran successo anche all’estero, in una webzine greca rimase per mesi nella top ten! E per quanto sia un demo, per me è stato veramente un passo essenziale nel mio percorso musicale e di vita, non solo per il fatto di aver pubblicato un grandissimo demo, ma per tutta l’esperienza che c’è stata con la band, i concerti e le feste insieme. Quel demo è stato il primo timbro in calce che rappresentava le mie composizioni, la dimostrazione che potevo raggiungere certi obiettivi. Rimpiango ancora oggi moltissimo il non aver potuto pubblicare il full length che avevamo scritto all’epoca, ci sono delle canzoni che ancora oggi vorrei tanto pubblicare, come Nihal of the Wind e Dragon’s Edge. Ricordo che quella volta avevamo parlato con la My Graveyard che era pronta a pubblicarci il disco una volta pronto, ma poi con l’uscita del cantante dalla band tutto andò a rotoli… Però quella era un’altra epoca, sono stati dei momenti stupendi che hanno rappresentato e rappresentano molto per me, però ormai sono passati.  Con gli altri ragazzi sono sempre in contatto, Marco (bassista) è il mio tatuatore ufficiale, ha cantato come corista in tutti e due i dischi dei Crystal Skull e più volte ci ha aiutato con i Sacro Ordine dei Cavalieri di Parsifal, con Giovanni (chitarra) ci vediamo sempre e il rapporto non è mai venuto meno. Anche Andrea (cantante) lo vedo ogni tanto e anche lui ci ha aiutato con delle date dei Sacro Ordine quando il nostro cantante non riusciva. Quindi non vorrei proprio chiudere tutte le porte per un ritorno dei Black Raven, perché non si sa mai nella vita, ma però al momento la vedo una cosa molto lontana ahimè….

Prima di concludere l'intervista, pensi ci sia la possibilità concreta un giorno di poter vedere i Crystal Skull su un palco live?

Ok, lo ammetto, ci stiamo lavorando! Ora non voglio garantire niente al 100%, ma stiamo lavorando per organizzare una band completa da sei o sette membri per portare uno spettacolo di dieci o dodici canzoni dal vivo. Al momento la scaletta che ho pensato contiene maggiormente pezzi di Arcane Tales chiaramente, ma un paio sicuramente saranno tratti da Ancient Tales e certamente non mancherà Dragons & Steel all’interno. Se andrà tutto in porto contiamo di uscire nella prossima estate, magari con una serie limitata di date. A livello organizzativo non è facile, anche perché mi piacerebbe ricreare anche sul palco l’atmosfera epica della saga, ma è un obiettivo reale che puntiamo a raggiungere.

Ok man, siamo alla fine, per cui....

Per cui la smetto con una marea di ricordi da vecchio metallaro ahah, scherzi a parte in primis ci tengo a ringraziarti infinitamente Beppe per lo spazio che ci hai dedicato, il supporto e la bellissima recensione del nostro disco. Poi per il supporto che dai da sempre alla musica che tanto amiamo, ormai siamo sempre di meno al giorno d’oggi a mantenere viva la fiamma del vero Heavy Metal. Voglio ringraziare di cuore tutti quelli che ci hanno supportato comprando cd e magliette del disco, ed infine voglio ringraziare e salutare tutti quelli che leggono le tue pagine, sia digitali che cartacee. Ci tengo ad invitarli ad ascoltare il nostro nuovo disco (ci trovate anche online su un sacco di piattaforme, ma il cd suona meglio!) e tutti i nuovi dischi delle band italiane underground. Le piccole band come la nostra vivono grazie alla passione e al sostegno di chi ama davvero la musica: ogni ascolto, ogni condivisione e ogni parola di incoraggiamento è una scintilla che tiene acceso il fuoco del vero Heavy Metal!

May the Lords of Crystal ride with you…

…May the Lords of Skull rise again!

Claudio The Reaper


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