Ardityon - Spirit of Fire


 Professionalità. E' celato dietro questa semplice parola l'animo intraprendente che da sempre alimenta le scelte artistiche degli Ardityon, agguerrita formazione tricolore con base operativa in quel di Treviso, i quali con il nuovo Tranchslayer, da poco passato fra le nostre pagine, sono tornati a ribadire quanto di buono espresso con l'album di debutto omonimo, amplificandone la portata, è questo grazie soprattutto ad un songwriting che nel tempo si è fatto sempre più articolato ed intrigante, pregno com'è di locuzioni che riescono a sintetizzare la quintessenza del verbo Heavy Metal, grazie ad un concentrato perfetto di potenza e melodia, che si concatenano in unità sinergica, per dare anima e corpo ai dieci brani che compongono la track list finale del disco.
Un estenuante tour de force musicale durato due anni, un nuovo capitolo di un'esistenza artistica si travagliata ma al contempo ricca di soddisfazioni personali, queste le tappe di un percorso che hanno portato gli Ardityon a scelte difficili, ma comprensibili, per cercare di raggiungere obbiettivi che, sino a qualche tempo addietro, sembravano realmente una chimera.
Nelle parole del batterista Denis Novello la genesi di un album di metal classico fra i migliori oggi in circolazione
Intervista raccolta da Beppe “HM” Diana


Ciao Denis e benvenuto sulle nostre pagine, grazie del tempo che vi stai volendo dedicare, partirei con la prima domanda, dunque, dopo la prima pubblicazione del disco auto intitolato c'è stata una sorta di rimpasto a livello di line up ufficiale degli Ardityon, non a caso i video del nuovo arrivato Trenchslaye vedono la formazione a tre elementi, puoi spiegarci cos'è successo negli ultimi sei anni alla band ? Credo che la crisi del 2020 abbia in qualche modo sancito un nuovo inizio anche per voi, dico bene?
Ciao Beppe! Grazie a te per il tempo e lo spazio dedicatoci, un saluto a tutti i lettori.
Confermo pienamente quanto dici. Gli ultimi sei anni sono stati ricchi di eventi e impegni di vario genere: familiari, lavorativi e, soprattutto, molti progetti secondari. A un certo punto, però, la "mancanza" Ardityon si è fatta sentire così forte da non poter più essere contenuta. Abbiamo quindi deciso di riorganizzare la lineup, che (news bomba) "per ora" è composta da tre elementi: il sottoscritto alla batteria, Valeriano alla voce ed Andy alle chitarre e arrangiamenti. Ci siamo dedicati anima e corpo, a testa bassa, per concretizzare Trenchslayer, a cui abbiamo lavorato per ben due anni. Ti dirò di più, non vedo l'ora di fare il prossimo heheheh! 


Fra la pubblicazione dei due album avete "ingannato" il tempo pubblicando una serie di singoli, alcuni dei quali sono delle cover di vecchi classici, altri invece come l'ottima "The cursed storyteller" un inedito vero e proprio, come mai non ha trovato spazio nel disco appena uscito? Non la trovavate adatta alla scaletta di brani presenti in nel nuovo album?
Siamo contenti che tu abbia apprezzato 'The Cursed Storyteller'! È un brano a cui siamo particolarmente affezionati e, onestamente, penso ci sarebbe stato benissimo nel disco. Però la scelta di non includerlo nell'album è dettata dal desiderio di tenerlo come una sorta di 'saga a sé stante', per noi ha un significato, una narrazione ed identità propria. Vogliamo che abbia il suo spazio e la sua importanza al di fuori del contesto di un album specifico, quasi fosse un racconto che si sviluppa per conto proprio. Forse abbiamo in serbo un proseguo? lo spero davvero!

Ascoltando attentamente dietro le trame delle dieci tracce si evince che portare a termine un lavoro enorme come il vostro abbia richiesto il dispiego di grandi sacrifici e non solo economici, in che maniera siete riusciti a portare a termine le registrazioni di questo colosso musicale? Treviso e San Marino, luogo in cui si trovano i Domination Studio, non sembrano molto distanti, avete fatto la spola con tappa a Bologna, oppure avete preferito lavorare in remoto?
Assolutamente! Abbiamo curato ogni singolo dettaglio, passaggio per passaggio, nota per nota, minuziosamente. Tanto sudore e fatica in ogni fase, ore e ore in sala prove a sperimentare e perfezionare ogni elemento fino a trovare la soluzione che più ci convinceva. Siamo felicissimi che tutto questo si percepisca! Con Simone abbiamo avuto diverse chiamate nel mentre e ci siamo visti solo verso la parte finale, diciamo vicini al confezionamento del lavoro finito , è sempre uno spasso essere lì con lui al Domination Studio. La fase di registrazione invece è stata gestita in autonomia, da remoto. Ci ha permesso di organizzare al meglio e a ciascuno di esprimere appieno sè stesso. Credo sia stata una scelta vincente.

Visto che siamo in argomento, com'è stato lavorare con un personaggio importante come il buon Simone Mularoni che, oltre ad essere un chitarrista eccelso, é anche un sound manager anche abbastanza rinomato? Vi ha seguito passo dopo passo cucendo addosso alle vostre composizioni quelli che erano le vostre direttive, oppure è stato lui a fornirvi un tracciato da seguire?

Simone ha dato un tocco di classe, lavorare con lui è stata un'esperienza eccezionale. Il suo contributo al sound dei brani è stato decisivo: ascoltare il mix ci ha dato la pelle d'oca!
Nonostante avessimo chiesto un suo aiuto nella stesura, da vero professionista, ha preferito limitarsi a piccole rifiniture strutturali su due/tre brani. Per lui era essenziale che la nostra musica rimanesse autentica, rispettando il fatto che fosse interamente "farina del nostro sacco". Cosa che abbiamo apprezzato tantissimo. 
Il suo tocco poi ha valorizzato al massimo le composizioni senza snaturarle. Quindi è stato l'elemento aggiunto, un numero uno.

Un disco eccelso che non fa segnare cadute di tono o passi falsi, quindi che cos'è che è riuscito veramente a fare la differenza fra il vostro nuovo lavoro e le precedenti release ufficiali che vi hanno visto coinvolti in prima linea? Magari l'esperienza accumulata in tutti questi anni, un differente approccio nel songwriting, o cosa?
È stato un mix di cose.
Certo, l'esperienza di tutti questi anni ha contato molto. Siamo cresciuti, abbiamo imparato un sacco di trucchi del mestiere e siamo più maturi. Ogni disco è un gradino in più, e questo debbo dir si sente. La musica per me è un discorso, un dialogo, si parla, si esprimono idee, riflessioni, concetti, che ogni giorno evolvono e crescono pari pari alla persona  forgiando la propria identità ed anche fortificandola. 
Poi secondo me la vera svolta è stato l'approccio al songwriting. Questa volta ci siamo buttati con più libertà e coraggio. Prima, magari, eravamo un po' frenati, pensavamo troppo a come e cosa "dovevamo" suonare. Stavolta, invece, abbiamo dato spazio a ogni idea, anche le più folli ("The Livestock" è un ibrido trash/heavy se vogliamo) e ci siamo fidati del nostro istinto.
Insomma, lo definirei un disco vero che rispecchia gli Ardityon all'ennesima potenza. 

Quindi pensi davvero che gli Ardityon MkII siano diventati nel tempo una band perfetta o quasi?

Penso che il concetto di perfezione (ammesso che esista!?!) sia molto soggettivo, specialmente nella musica.
Una grande unità d'intenti e la coesione hanno concretizzato Trenchslayer. Così continueremo con la determinazione e lo spirito con cui i veri Arditi andavano all'assalto, questo è poco ma sicuro! 

Potenza e melodia, sembrano questi i caratteri distintivi della band, ma quando siete in fase di composizione, cercate di bilanciare a priori questi due elementi, oppure vi siete lasciati andare al vostro istinto di musicisti?
Certo, per noi, potenza e melodia sono cruciali, ma in fase compositiva ci affidiamo anche all'istinto. Cerchiamo quello che a noi "suona" con il giusto equilibrio. Arricchiamo con un filo di tecnica, a noi piace, assicurandoci che sia sempre al servizio della musicalità e mai fine a sé stessa.

La presentazione del disco è stata accompagnata dalla pubblicazione di due splendidi video, "Everything is lost" sembra abbastanza semplice e diretto, al contrario "Spirit of Fire" è molto ma ma molto più intrigante e d'impatto, anche in questo caso credo che la sua realizzazione vi abbia portato via parecchio tempo ed energie, e non solo a livello economico, dico bene?
Allora, i due video sono legatissimi e raccontano un vero e proprio viaggio.
In "Everything is Lost" trovi tutta la rabbia e la disperazione, con le immagini sporche, le catene e la desolazione che ti avvolgono. Qui il fuoco comincia a divampare e palesarsi, segnale che malgrado tutto l'ardore in ognuno di noi non si spegne mai ma è pronto al riscatto.
Poi arriva "Spirit of Fire", ed è una vera e propria rinascita. Il fuoco cambia significato, diventa la fiamma che ti libera dalla schiavitù dei telefoni e della TV. Si passa da un'esistenza, se vogliamo spenta e frustrata, ad una vita in cui si è di nuovo umani, vivi e liberi. 

Molte volte si pensa che il secondo vagito sia il più importante nella discografia di una band, perché mostra la sua vera inclinazione artistica, tu nel tuo piccolo che mi puoi dire?
Si! Il secondo album è spesso visto come cruciale per una band, si consolida quanto fatto al debutto. Tuttavia, secondo me è il terzo la consacrazione vera e propria. Se il secondo "aggiusta il tiro", il terzo "affonda il colpo". Poi di sicuro la crescita di una band è un percorso continuo che va oltre i primi lavori, quindi non credo ecco ci sia una regola precisa. 

A mente fredda come giudichi i singole brani che compongono il disco? Hai avuto modo di ascoltare tutte le tracce con orecchio critico cercando di prendere le distanze emotivamente parlando? Pensi di aver dato fondo a tutte le vostre velleità artistiche, o avrete modo di amplificare il discorso nelle prossime e future produzioni della band?
Ascoltare i propri brani "a mente fredda" è sempre difficile, provo ad essere il più critico possibile! Senza dubbio mi ritengo davvero soddisfatto della dinamicità dell'album.
La prima parte è decisamente più heavy / speed, con "Subhuman World" come mio brano preferito per l'energia che sprigiona. La seconda parte invece esplora atmosfere più ricercate e riflessive, mostrando la nostra versatilità.
Abbiamo dato il massimo in questo disco, ma la creatività regna sovrana in casa Ardityon! Abbiamo già una quindicina di brani abbozzati, quindi debbo dir che questo è solo l'inizio. Garantisco, c'è molta carne al fuoco per il futuro.

Parlando a livello concreto, quali sono le aspettative che avete posto sull'uscita del vostro disco? 
Cosa vuol dire per voi nel 2025 portare avanti un discorso musicale, che si muove ormai in un ambito sempre più ristretto di sostenitori e che, spesso, sembra essere snobbato perfino da certa cosiddetta stampa specializzata ?

Le nostre aspettative per il disco? innanzitutto stare con i piedi per terra, suonare ciò che amiamo e puntare alla massima professionalità, sempre. Tutto il resto è secondario.

Tu che lo segui da tanto tempo, com'è suonare in una band con un mostro come Valeriano? Sembra quasi che riesca a raggiungere note impossibili con una naturalezza disarmante, è proprio così?
Confermo! Vale ha un timbro unico che unito ad un'estensione vocale fuori dal comune lo rende semplicemente perfetto per esser il frontman degli Ardityon. Sentirlo cantare è ogni volta un'emozione. Non servono Autotune o stratagemmi analoghi quando si ha talento e preparazione da vendere, lui ne è la prova in carne e ossa. 

Cosa significa per te suonare in una metal band? È una valvola di sfogo per mettere da parte le problematiche della vita quotidianità, oppure un semplice hobby/passione, come ce ne sono tante?E visto che ci siamo, che cosa vi spinge dopo tutto questo tempo a rimettervi in discussione ancora una volta?
Suonare in una metal band, la batteria, ascoltare l'heavy metal, andare ai concerti, ... Tutto ciò è parte integrante della mia vita! Sai, difficile smettere. È parte del nostro DNA e son sicuro tu Beppe capisca benissimo quello che sto dicendo. Continuiamo perché non ne abbiamo mai abbastanza, l'emozione, l'adrenalina, la voglia di sfida, il legame con la band... Poi vuoi mettere salir in auto e alzar il volume  a palla con il tuo album appena sfornato?? Non se ne può fare a meno!!! 

La scena Hard 'n Heavy è notevolmente cambiata rispetto a molti anni fa, secondo te come pensi si sia evoluto il vostro modo di rapportarvi alla musica concepita e suonata?
Anni fa la scena era diversa, sono totalmente d'accordo. Viviamo nel pieno dell' era digitale, totale accessibilità e un'immensa disponibilità. Miriadi di band a portata di click. Ahimè, ammetto di cadere anch'io spesso in ascolti usa e getta. La cosa, dà da fare. Serve sempre ricordare e sottolineare che l'essenza dell'heavy metal è sul palco, non sul telefono o in cuffia. Solo in live fuoriesce la vera potenza che caratterizza il genere. Sto spingendo molto gli Ardityon sotto questo punto di vista e anticipo che a breve ci saranno grandissime novità. 

Parliamo dell'argomento scottante del download e del peer-to-peer. I pareri sono contrastanti, c'e' chi parla di danno alla musica , c'e' chi ne esalta le qualità promozionali  ....
Penso si tratti di comodità purtroppo. Si tende a tralasciare con troppa leggerezza un aspetto tremendamente importante e vitale per le band e i musicisti. Non acquistare un album o del merch dai canali diretti dell'artista significa semplicemente una cosa... non supportare!

Intelligenza artificiale ed uso delle tecnologie moderne in studio di registrazione, anche qui vorrei conoscere il tuo parere personale.
Credo che l'AI e le tecnologie moderne siano da accettare e da conviverci, anche in studio di registrazione. Velocizzano e semplificano la produzione di gran lunga. 
Tuttavia, è fondamentale che la sensibilità, la creatività e l'emozione umana rimangano sempre al centro. La tecnologia deve essere un mezzo, non il fine.
Viva l'umanità, sempre!

Ok Denis, grazie ancora delle emozioni che mi avete saputo regalare, ti lascio campo libero per i saluti finali...
Un super salutone e ringraziamento a tutti i nostri amici e fans lì fuori, grazie ancora a te Beppe della chiacchierata, un piacere, davvero!



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