Skanners - Dirty Armada


Genere: Heavy Metal
Anno di pubblicazione: 1986
Etichetta: CGD

Line up:
Claudio Pisoni – voce
Fabio Tenca – chitarra
Massimo Quinzio – chitarra
Luigi Sandrin – batteria
Corrado Gasser - basso

Bolzano terra di confine da sempre divisa fra l’amore/odio di due popolazioni, quella italiana e quella germanica, costrette a vivere fianco a fianco sotto lo stesso lembo di terra, elemento che, per “incomprensibili” ragioni socio/politiche, da sempre rappresenta quella linea sottile della burocrazia odierna…..
Ed è proprio in questo scenario atipico che nei primi anni ottanta si forma una delle migliori heavy metal band nostrane, gli Skanners. Infatti, era il lontano 1982 quando cinque amici, Claudio Pisoni alla voce, Fabio Tenca e Massimo Quinzio alle chitarre, Luigi Sandrin alla batteria e Corrado Gasser al basso, decidono di mettere in atto le lezioni impartite in quegli anni dalla scuola heavy anglosassone, plasmando una band inossidabile, vivace e grintosa che, grazie al successo della loro prima demo del 1984, seppe mettere a ferro e fuoco un’intera regione, spargendo la propria ira anche nella vicina Austria.
Già, nella loro prima apparizione ufficiale al festival “Pop O’drom” in terra austriaca, i cinque si imposero nella categoria hard rock sbaragliando totalmente la concorrenza, un successo che si prolungò, quando i nostri furono chiamati a supportare i tour italiani di Twisted Sister e Motorhead. La leggenda vuole che, proprio in uno di questi concerti, gli Skanners furono notati dai responsabili della CGD Italia che, nel tentativo di allargare il proprio mercato discografico, ed il proprio rooster con formazione hard’n’heavy, li misero sotto contratto producendo il primo capitolo della saga Skanners a titolo “Dirty Armada”.
Da questa collaborazione ne scaturì un album solido, ingenuo, ma tremendamente intrigante e travolgente, diviso in dodici episodi grondanti energia e rabbia repressa che fruiva nella carica dirompente di brani dal calibro di “TV shock”, due minuti e trenta di rabbia pura, un assalto selvaggio perpetrato dalla coppia di asce Tenca/Quinzio, che si inerpicano su scale armoniche e in solos davvero degni di menzione, o nell’heavy tout court aspro e provocatorio di “Starlight”, brano ereditato dal già citato demo dell’84, dal quale vengono recuperate anche la ritmata “Skanners”, un heavy roll da sballo, capace col suo ritmo di far smuovere i culi più flaccidi e lardosi, impossibile non farsi travolgere da questa song, e la conturbante “Scorpion Rider” song che ad una partenza molto atmosferica e dilatata, contrappone delle sferzate metalliche degne dei migliori Judas Priest degli esordi.<br />Una band mai doma, capace di raggiungere vette metalliche finora mai esplorate da una metal band italiana, così che se con “Black Eagle” si ritorna a rockare di brutto con un classico esempio di brano da headbanding dal ritmo sempre sostenuto, interpretato alla grande da un Claudio Pisoni davvero in stato di grazia, ottimo sia sugli acuti che sul costruito, la più easy “Rock Rock city”, è un brano più rilassato e per certi versi godibile, atto a spianare la strada alla power ballad “Walking on the wall” che arriva più che altro a smorzare la tensione venutasi a creare, prima che il rumore di un vetro che si squarcia sotto l’effetto del riffing travolgente di “Steel and fire”, torna a spargere la rabbia famelica di un gruppo di baldi giovani pronti a tutto pur di riuscire a professare il verbo dell’heavy metal sulle sponde del bel paese.
C’è ancora spazio per il conturbante hard/boogie della title track “Dirty Armada” che, assieme a “Metal Brigade” della Strana, credo sia un manifesto esemplificativo di cosa volesse dire realmente essere metallari in quegli anni, mentre è con la reprise della già citata “Rock Rock city”, che gli Skanners ci stupiscono davvero, una versione acustica, da fumoso pub inglese per intenderci, che proietta i nostri in una nuova dimensione totalmente inedita, in cui Pisoni e soci si districano in maniera disinvolta e da artisti di fama internazionale.
Com’è facilmente prevedibile, un album di tale portata, all’epoca ottenne un gran successo, guadagnando grossi riscontri sia di critica che di pubblico, successo che aumentò con il conseguente tour di supporto alle inglesi Girlschool, che fece innalzare le quotazioni di una band che da sempre ha mostrato una professionalità ed una dedizione alla sacra causa del metallo nobile che non ha confronti.
….roba d’altri tempi, davvero

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