FORGING STEEL

FIDEI DEFENSOR

Entropy - Never say die


 Determinazione! È celato dietro a questa semplice locuzione, lo spirito che da sempre alimenta l’animo artistico degli Entropy, storica compagine con base operativa nell’hinterland napoletano, da sempre artefice di un suono incentrato attorno ad una componente musicale, le cui coordinate stilistiche risultano essere affini ad un power/thrash metal di matrice classica e di stampo prettmente americano, caratterizzato dalla verve e dalla sagacia di versante compositivo che, il più delle volte, riesce a porre l’accento su qualità peculiari d’indubbio valore artistico. Una longeva carriera alle spalle, un nuovo album da poco sulle nostre pagine, di carne al fuoco per un’intervista face to fece ne trovate a iosa, parola al cantante Al Laghi...

Intervista raccolta da: Beppe “HM” Diana

Ciao Al e benvenuto sulle nostre pagine, grazie del tempo che ci stai volendo dedicare, dunque, dopo la pubblicazione di “What's news from Mars” in molti, sottoscritto compreso, si sarebbero aspettati il salto di qualità definitivo da parte degli Entropy, ed invece cos'è successo?

Innanzitutto grazie a voi per la possibilità che ci date , di parlare della nostra musica. Dunque, a parte il fatto che dopo "What's new", sono andati via chitarrista e bassista che avevano partecipato al lavoro, abbiamo incontrato le solite difficoltà delle band che propongono materiale metal INEDITO , in Italia. Scarso interesse,pochi locali che fanno suonare live, nessuna testata giornalistica che ci ha dato rilievo, eppure il lavoro è stato molto apprezzato dalla fan_base.

Capisco benissimo ed anche per questo ti chiederei quanto è stato difficile tenere in piedi una band come la vostra in un momento così delicato? Credo proprio che l'amicizia e la passione che vi lega abbia giocato un ruolo fondamentale, dico bene?

E' naturale che dopo oltre 30 anni di musica e di sudate insieme, anche gli scazzi abbiano prodotto una sana "cementificazione" della band.

Come ed in che maniera siete riusciti a trovare la forza e la perseveranza per il ritorno in grande stile? Ti è mai balenata in mente l'idea di gettare la spugna definitivamente oppure come si dice in questi casi, sotto la cenere ha covato sempre la passione per l'heavy metal?

E' proprio la voglia di fare uscire le nostre idee, che ci ha portato a dare alle stampe il nuovo cd, anche se tante volte , io personalmente ho "traballato", per tutte le vicissitudini che possono assalire uno che di mestiere non fa il musicista.

L'ingresso in pianta stabile di  Biagio Valenti oltre a portare una ventata di rinnovamento ha in qualche modo alzato il tasso tecnico all'interno della band, reputo che il suo egregio lavoro con la sei corde sia di fondamentale importanza all'interno dell'assetto compositivo dei nuovi Entropy, dico bene?

Dici benissimo, l'arrivo di Biagio nella band ,chitarrista dall'alto tasso tecnico e da noi  fortemente voluto, ci ha certamente spinto a dare il massimo,  sia in studio che in sede live. Con quello però sono arrivate anche le difficoltà di "stare dietro" ad uno col suo talento. In sede di incisione delle vocals, mi avrà fatto ripetere una frase,addirittura una parola, anche decine di volte! E' un super perfezionista.

Cosa puoi raccontarci delle sessioni di registrazione di “Dark Signs”, puoi spiegarci quali sono state le emozioni e gli stati d'animo che avete attraversato durante tutte le sessioni di registrazione?Quant'è stato difficile conglobare in un'unica direzione la rabbia, la frustrazione, e perchè no, la delusione provata in tutti questi anni?

Dark Signs è stato un pò come una liberazione, un punto di arrivo che ci ha certamente segnato come band e come persone. Abbiamo passato quasi 10 anni tra incisioni, errori,scazzamenti, depressione per le cose che non uscivano come volevamo, gioia nel vedere che poi alla fine il lavoro è uscito come lo avevamo pensato, il blocco del Covid, la perdita di alcuni file  che ci ha costretto ad iniziare alcuni brani da capo, insoma un inferno ed allo stesso tempo , un bagno di sudore molto gratificante. Senza scordare che il buon Biagio , in sede di produttore, spesso mi faceva cantare in tonalità più alte del mio solito, riuscendo però con tanta pazienza e perizia a farmi superare i miei stessi limiti.

Come ed in che modo siete riusciti a far collimare i vostri impegni lavorativi con le registrazioni del disco? C'è stato un momento durante la fase di composizione del disco in cui avete superato il vostro limite di sopportazione globale?

Più di una volta! Avere famiglia, lavoro e altri impegni "non da musicisti", a volte fa si che l'impresa di riunirsi anche per una semplice prova in sala, diventi un ostacolo difficile da superare.

Avete effettuato una sorta di prova generale prima dell'ingresso effettivo in sala di registrazione?

Si certo, più di una, anche per prepararsi al meglio.

Non avevate timore che un album basato su composizioni alquanto articolate come le vostre, potesse risultare “ostico” ad un pubblico abituato a fagocitare musica “mordi e fuggi”?

La musica di oggi è quanto di più lontano ci possa essere da un album tecnico e complesso come Dark Signs. Dalla nostra c'è che abbiamo sempre inserito una buona dose di melodia nei nostri brani e siamo riusciti ad alzare ancora l'asticella delle backing vocals.Spero che questo lavoro certosino, si possa sentire nell'esecuzione dei brani.

In che maniera è nato il deal che vi lega alla Metal Zome records? È stata l'unica label che avevate contattato?

Il rapporto con Metal Zone è nato telefonicamente, ma appena mi sono sentito con Gianfranco ( il boss),ho subito trovato in lui, il sostegno di un appassionato di musica e non di business, quindi la persona ideale.

Molte volte si pensa che il terzo vagito sia il più importante nella discografia di una band, perché mostra la sua vera inclinazione artistica, tu nel tuo piccolo che mi puoi dire?

Io credo che per una band, ogni album rappresenti un momento di svolta e di riflessione allo stesso tempo.Certo la ns musica è maturata molto negli anni, ma chi ci ascolta da sempre,ha detto di ritrovare sonorità ENTROPYANE, in tutti i lavori. Questo è un bel segno. 

A mente fredda come giudichi i singole brani che compongono il disco? Hai avuto modo di ascoltare tutte le tracce con orecchio critico cercando di prendere le distanze emotivamente parlando?

Io sono sempre molto critico, forse troppo. Soprattuto con le mie prove vocali. Rifarei ogni incisione circa ogni 2-3 anni Ah Ah Ah!!Ritengo però che il lavoro durissimo fatto su questo disco, abbia dato dei frutti importanti. Abbiamo testimonianze di fan e collezionisti che lo ascotano tantissimo , a ruota, senza mai stancarsene.Una suite come The Four Tempters, sulla vita e la morte di Thomas Beckett oppure il brano T.O.T.(Topography of terrror) che parla dell'isolazionismo dei dissidenti antinazisti, durante la 2° guerra mondiale, penso siano in grado di scuotere gli animi ed aprire una sana curiosità su fatti del passato. Senza contare la ballad LOVEMELESS, per la quale abbiamo avuto i complimenti, adirittura dal mitico Mario fasciano.

Pensi di aver dato fondo a tutte le vostre velleità artistiche, o avrete modo di amplificare il discorso nelle prossime e future produzioni della band?

La voglia di musica non è mai sopita, sono le difficoltà che la vita ti mette davanti che possono interromperla o rallentarla, questo vale anche per tutti gli splendidi musicisti che hanno collaborato con Entropy in passato.

Potenza e melodia, credo proprio che la vostra musica sia il risultato della perfetta antitesi di questi due elementi, quindi mi piacerebbe capire se, quando avete composto le singole canzoni, avete tenuto conto di questo equilibrio, oppure se vi siete lasciati guidare dal vostro estro personale.

In effetti la nostra è una commistione abbastanza duratura di potenza e ricerca della melodia, non per niente ci assicuriamo di avere almeno una ballad in ogni lavoro. Ma la cosa , è rilasciata sempre in maniera naturale e mai "voluta".

Quanto è difficile per voi portare avanti un progetto musicale quando suonare in una band come gli Entropy non ti permette nemmeno di pagare le classiche spese essenziali?

Molto, molto complicato. Il metal inedito in Italia(perlomeno al Sud) sta diventando una chimera, un sogno sbiadito, una cosa da cui spesso i gestori dei locali, rifuggono. Questa è la realtà di oggi. Un plauso va a chi, come noie tante band, ancora credono in questa fede, e per esempio, a gente come gli UP THE IRONS, che si sono dannati l'anima, per riportare al sud il mitico South-Hammer Metal fest. 

Ritornando al disco, so che state cercando di organizzare alcune serate live in supporto all'uscita di “Dark Signs”, proprio in compagnia di una nostra vecchia conoscenza ovvero il buon Marco Ruggero ed i suoi Savior from Anger, lui è rimasto un eterno sognatore, tu invece? Dopo tutti questi anni spesi a mordere la polvere, come ti rapporti con la parola “successo”?

Il successo nel metal nostrano , per me non esiste. Esiste la perseveranza , quella si. Ma oggi se organizzi ( e con gli amici dei Savior lo abbiamo fatto), un mini tour , aspettati che prima dello show, i responsabili di un locale ( è accaduto proprio a noi al mamamu di Napoli), ti mandino un messaggio ( neanche una telefonata!), per comunicarti che la tua serata, già pubblicizzata sui social e per strada(alla vecchia maniera) coi manifesti,non si farà. In pratica, tutto quello che organizzi, vuole una forza di volontà ENORME.   

La scena Hard 'n Heavy è notevolmente cambiata rispetto a molti anni fa, secondo te come pensi si sia evoluto il vostro modo di rapportarvi alla musica concepita e suonata?

Ma guarda, noi siamo sempre rimasti fedeli al nostro concetto di musica "comprensibile" ma senza compromessi. Oggi mi sembra che la scena sia un pò commerciale; se non metti una voce femminile o un growl( che fa tanto "moda"), nella band, magari un progetto non nasce proprio. A me il growl ad esempio, fa proprio vomitare, è il non sense della voce. 

Per la provincialità  e l'ottusità  dell'ascoltatore medio italiota, a livello heavy rock, siamo e saremo sempre un paese di serie B zona retrocessione, pensi che prima o poi questo statement cambierà , o siamo condannati a compiacerci fino alla fine?

Il livello  dei musicisti italiani è spesso altissimo ma, questo nn riesce a dare lo scossone giusto ad un sistema che , storicamente , ha sempre visto le band anglosassoni, arrivare a destini migliori. 

Ok Al siamo alla fine, ti lascio campo libero per le tue considerazioni finali

Ti ringrazio per avermi dato l'opportunità di dire ciò che penso e soprattutto di aver potuto parlare del nostro disco in maniera sincera e senza censure. Il cammino di chi oggi vuole fare metal al sud Italia, è difficoltoso ma sicuramente può dare tante gratificazioni, non economiche,ci mancherebbe, ma almeno personali. 


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