Leta - The Black Cat
Il gatto nero ha un significato esoterico complesso spesso associato a credenze contrastanti, infatti in alcune culture come la nostra è considerato come un simbolo di sfortuna e stregoneria, mentre in altre, vedi la cultura nipponica ad esempio, è visto come un portafortuna ed un protettore.
Fatta questa dovuta precisazione iniziale, addentriamoci alla scoperta dei Leta interessantissima formazione proveniente dal sud del nostro stivale, dall'Apulia per la precisione, i quali con il qui recensito “Black Cat”, ep che arriva a ben quattro anni dal precedente disco di debutto “Condamned to flame”, riesce nel non facile compito di confermare quando di buono fatto registrare dai nostri in un recente passato, amplificando se vogliamo l'aspetto qualitativo di una proposta musicale che si è fatta nel tempo più matura e ricca di soluzioni musicali.
Oscuro ed a tratti dannatamente spettrale, questo nuovo step musicale dei quattro, presenta sicuramente i tratti somatici insiti nel DNA di band storiche del genere, anche se, pur inserito in un contesto doom metal come dicevamo, cerca di sfuggire alle facile classificazioni, arricchito com'è da un song writing molto elaborato che si districa con abilità fra partiture lisergiche di chitarra, passaggi più dilatati ed atmosferici, che si mischiano ad attimi puramente psicadelici, figli legittimi del retaggio sabbatico di maestri cerimonieri del calibro di Saint Vitus, Trouble, Lost Breed e Revelation.
Infatti, se brani come la devastante “Freedom”, puro heavy metal dalle cadenze pachidermiche vicina ad un una certa corrente NWOBHM di fondo, rappresenta sicuramente il versante più puro e duro dei quattro, scelta anche come primo video ufficiale, sono episodi come l’ipnotica title track da una parte, e la più cadenzata e lancinante “Lame”, con i suoi tredici minuti dall'altra, a fornire ottime credenziali, e questo grazie soprattutto a sonorità cariche di atmosfere lugubri e funeree sullo stile di Catthedral ed Obsessed, con la geniale “Around you, inside you” a raggiungere picchi qualitativi d'un certo interesse artistico, e questo grazie soprattutto alle sue digressioni space rock a la Paul Chain meets Hawkwind, che ne caratterizzano l'incedere sonoro.
Detto che il cd è sormontato da una splendida confezione in digipack, con un lavoro d’artwork volutamente minimale ed adatto al genere proposto dai nostri, non mi resta che consigliarvi caldamente l’ascolto di questo splendido platter, e se pensate che doom metal voglia per forza di cose significare staticità ed inerzia, sono sicuro che i Leta possano seriamente farvi ricredere!!!
Scommettiamo?
Voto: 4,5/5
Beppe “HM” Diana
Anno di pubblicazione: 2025
Genere: Doom Metal
Etichetta: Ivar Records
Line up:
Giacomo Albanese - vocals
Ilario Suppressa - guitars, vocals
Gabriele Tarantino - bass
Damiano Rielli - drums
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