Formazioni come quella dei ritrovati Sacred Alien infondono sentimenti di rispetto ed ammirazione, e non solo da parte del sottoscritto, visti i proseliti e l'accoglienza entusiastica che hanno ricevuto grazie alla loro precedente fatica discografica, una raccolta retrospettiva, edita dalla sempre attenta Skol Records, che conteneva tutto il materiale pubblicato dai nostri agli albori della loro carriera, i primissimi anni ottanta, e che metteva in risalto il duro lavoro di una compagine che, oggi come allora, perseguiva un discorso di totale indipendenza ed integrità artistica, grazie ad un heavy rock primigenio nel quale, naturalmente il versante lirico di natura tipicamente schi-fi, rappresentava una componente di fondamentale importanza.
Ripresentatisi ai nastri di partenza con una formazione ufficiale che può contare su tre dei quattro membri ufficiali di quella storica line up, i ritrovati Sacred Alien, dicevamo, dimostrano ancora una volta, se ce ne sarebbe bisogno, che il nuovo corso intrapreso non è tanto distante dal sentiero tracciato in passato, e le nuove composizioni sul quale si edifica il nuovo “The universe doesn't care about you”, mettono in mostra una proposta musicale scevra da barriere e preconcetti, grazie alla quale i nostri sono riusciti a coniare un suono che, facendo leva su partiture strumentali ed arrangiamenti sempre più sofisticati, è divenuto un vero e proprio di trade mark.
Nove tracce grazie alle quali il combo con base operativa a Manchester, ha saputo dare nuovamente libero sfogo alle sue innumerevoli velleità artistiche, è questo grazie ad poliedricità compositiva che alterna con sapienza incursioni in territori heavy, aperture melodiche di scuola seventies, e soluzioni di stampo progressivo.
Produzione sobria, uno splendido lavoro d'artvork, elementi questi che rappresentano senz'altro delle ulteriori chiavi di lettura di un album che cresce con gli ascolti da assaporare a piccole dosi....
Beppe “HM” Diana
Anno di pubblicazione: 2021
Genere: Heavy Rock
Etichetta: Classic Metal Records
Line up:
Sean Canning - vocals
Martin Ainscow - guitars
Dave Clowes - bass
Chris Lea - drums
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