Deliria - From the darkness


 Never say die. Si, i Deliria sono tornati. Già, basterebbero queste poche parole per porre fine al silenzio assordante coinciso con una pausa artistica di ben quattordici lunghi anni, tanti ne sono passati dalla precedente release ufficiale dei nostri, ovvero l'album omonimo pubblicato dalla messicana Blower records, un lasso di tempo infinito che ha separato la band dai suoi fan più accaniti, sottoscritto compreso, nel quale, comunque, Francesco Gallo, chitarrista/mentore nonché vero motore compositivo della band calabrese in questione, ed il suo degno alter ego Ivan Ritrovato, sempre presente nella duplice veste di batterista/tastierista non sono rimasti inattivi, fornendo il  loro apporto a diverse realtà della scena musicale della sua zona, esperienze queste che hanno permesso ai due di confrontarsi con musicisti di diversa estrazione artistica.
Una cura rigenerativa che pone l'accento su una versatilità alquanto open mind, esperienza accumulata riversata in seconda battuta sul nuovo ep, il migliore fin qui pubblicato dai nostri,  caratterizzato da un suono magmatico ed al contempo cristallino che cattura perfettamente l'essenzialità delle influenze che vanno dall'approccio seventies style di una certa scuola anglosassone, al dark sound made in Italy, fino al doom metal ossiniaco dei maestri Cathedral e Firebirds.
Caratterizzato da un artwork dall'indubbio gusto arcano, "From the darkness", è un ennesimo step discografico che possiede quel certo fascino crepuscolare sempre presente nelle release ufficiale dei nostri, pregno di riferimenti esoterici alquanto intriganti che trovano il proprio culmine fra le brume di composizioni esemplari come ad esempio la corposa “The Beauty Is Dying” che porta avanti un discorso sonoro posto a metà strada fra un guitar riffing di tipica impostazione hard blues, e quelle armonizzazioni lisergiche di natura doom, la più cadenzata e prog oriented “Winter Bite”, contraddistinta da arpeggi ipnotici che sanno di fughe siderali, o il capolavoro “The Lilith's House” lenta, decadente e fatalista, imperniata ancora una volta su dilatazioni armoniche di chiara impostazione psichedelica. 
A chiudere alla grande il lavoro, la splendida cover del maestro Paul Chain, da sempre fan del combo calabrese, “Lake Without Water” che proviene da quel capolavoro a titolo “Alkahest” anno domini 1995, proprio quello nel quale aveva partecipato il sommo sacerdote Lee Dorrian, reinterpretata dai Deliria in modo magistrale.
Che dire, nei loro venticinque anni di onorata carriera i Deliria hanno sempre dovuto superare difficoltà ed imprevisti che gli si sono presentati lungo il loro cammino, ma hanno sempre dimostrato di saper superare ogni ostacolo con tenacia e determinazione, se i presupposti per un ipotetico secondo full lenght sono questi, beh dobbiamo aspettarci grande cose, l'amore incondizionato per la musica suonata e concepita messa in campo dai nostri sapranno ancora una volta fare la differenza, c'è da scommetterci.
The vampire is back!!! Chapeau 
Voto: 90/100
Beppe "HM" Diana

Anno di pubblicazione: 2024
Etichetta: Self release
Genere musicale: Doom Metal

Line up:
Francesco Gallo - guitar, vocals, bass
Ivan Ritrovato - drums, keyboards

Share on Google Plus

About beppediana

    Blogger Comment
    Facebook Comment

0 comments:

Posta un commento