Rod Sacred - The Day After

 


Non vivere di ricordi, ricordati di vivere!!! Torna a risplendere d'una rinnovata intensità artistica la stella del firmamento dei Rod Sacred, autentici prime movers della scena heavy tricolore, che con il nuovo album “Resurrection”, uscito da qualche mese sul mercato grazie ai servigi della Metal Zone Records, sono riusciti a dimostrare, più con i fatti che con le parole, non solo di godere di un ottimo stato di salute, ma soprattutto di aver raggiunto quella maturità compositiva in precedenza solamente paventata, coincisa con l'ingresso in pianta stabile di due giovani ed ottimi musicisti che hanno apportato nuova linfa vitale ad una vecchia guardia ben lunghi dal mollare la presa.
Nelle parole del leader Franco Onnis la genesi del nuovo arrivato in casa Rod Sacred....

Intervista a cura di: Beppe “HM”  Diana


Ciao Franco e grazie di cuore per il tempo che ci stai volendo dedicare, partiamo proprio dal successo che mi sembra abbiate riscosso a Villasor all’interno della manifestazione Sorres in Rock, un vero e proprio bagno di folla, ce ne puoi parlare? 

Ciao Beppe, grazie a te per quello che fai per il Metal Italiano.
Sorres in Rock è stata una manifestazione fantastica, era dal 2017 che non suonavo nel mio paese e la tensione era tanta ma quando ho visto il parco riempirsi la tensione si è tramutata in adrenalina pura!! É arrivata tantissima gente da molte parti della Sardegna e questo mi
Ha veramente fatto piacere, avevamo il nostro spettacolo completo dall'audio alle luci ed un palco gigante ed eravamo gli Headliner  io ero anche l'organizzatore quindi rischiavo doppio ma è stato tutto perfetto.
Ora spero che il festival abbia un seguito sempre più importante per dare risalto anche alle altre band di Villasor e ricreare un sottobosco di giovani che credono nella musica.
Manifestazioni come Sorres in Rock nascono  con il duplice scopo di fare uno spettacolo in primis ma anche dare visibilità a band emergenti, giovani, che non sono mai salite Su un palco importante e che vogliamo stimolare alla crescita professionale, chiaramente solo musica originale, deve essere uno stimolo alla creatività.

Visto che siamo in argomento, cosa puoi raccontarci della serata in cui avete fatto di spalla ai Lacuna Coil? Com’è stato cimentarsi con un’audience che “non era li per voi”? Avete ricevuto un buon Feedback da parte di Cristina e del suo entourage? 

Il concerto coi Lacuna Coil dalla nostra parte è stata una esperienza fantastica, sicuramente a parte qualcuno il pubblico è arrivato per i Lacuna Coil ma appena abbiamo iniziato a suonare vedevo sempre più teste muoversi....è stato piacevole vedere come improvvisamente
Il pubblico ha iniziato a divertirsi con noi al punto di essere risentito quando abbiamo dovuto concludere la nostra esibizione, nei giorni successivi ho ricevuto centinaia di foto e di video di persone che non ci conoscevano e tantissimi attestati di stima e commenti sui social!!
Chiaramente questo può solo far piacere, I Lacuna Coil con noi sono stati molto affettuosi, abbiamo condiviso i camerini e anche Cristina, devo dire che è una bella persona, il loro manager poi  ci ha fatto veramente tanti complimenti anche in pubblico sui social ed è possibile che inizi qualche collaborazione tra noi.

Si, anche perché in terra di Sardegna siete considerati alla strenua di eroi nazionali, o quasi…

Diciamo che in Sardegna siamo molto conosciuti ma sopratutto ad un pubblico che ha vissuto la musica degli anni 80, i ragazzi più giovani in genere non ascoltano Metal anche se una  nicchia resiste....sta a noi far si che ascoltino di più una certa musica con coerenza e credibilità delle esibizioni. In Sardegna abbiamo sempre suonato moltissimo ed esistiamo dal 1983, siamo stati i precursori del metal e fatto dischi quando sembrava solo fantascienza....questo ha contato parecchio su come siamo visti dalle nostre parti.

Quali sono state le reazioni del vostro pubblico rispetto ai nuovi brani presenti nella track list di “Another Day”? C’è secondo te qualche brano del nuovo disco che, in sede live, potrebbe rappresentare un ipotetico “cavallo di battaglia”? Personalmente penso a “The Ring is Broken”…

Abbiamo iniziato a suonare qualche brano come Another day e Try to understand già nel 2022 e abbiamo visto che funzionavano bene, quindi con il released party del 3 Giugno dove abbiamo eseguito tutto l'album abbiamo visto ai nostri fans piacevano parecchio, ed abbiamo incrementato le vendite, riprova che anche live i pezzi funzionano. Un brano su tutti che colpisce è proprio Another Day che apre i nostri concerti...colpisce nella sua complessità ma anche facilità di ascolto....The ring is broken in genere lancia la seconda parte del live e riesce molto bene nel suo intento di tirare su nuovamente l'attenzione con il suo ritornello cantabile a squarciagola!!

Ok, visto che siamo in tema, parliamo proprio del vostro ultimo lavoro che esce per l’indipendente Metal Zone records la bel che, a quanto mi sembra, ha dimostrato più con i fatti che con le parole, di puntare forte su di voi, sbaglio?

Submission è uscito per la Pure Steel Records che è una importante casa discografica Tedesca, ma io non ero contento...sono una potenza come promozione sui media ma ci sono stati atteggiamenti quanto mai discutibili sulle loro scelte... cercavo una label Italiana anche piccola ma con uno stretto rapporto con il suo boss e dopo vari contatti anche interessanti ho deciso che Gianfranco Belisario e la sua Metal Zone Italia era quello che cercavo.
Con Gianfranco è bastata una telefonata forse di due ore solo perché abbiamo parlato di metal come due vecchi amici e abbiamo praticamente chiuso il nostro contratto verbale, si  avete letto bene .....contratto verbale....con lui non c'e' stato bisogno di nessun contratto scritto,
Tutto quello che abbiamo deciso di fare lo abbiamo fatto senza nessun patema d'animo con una ipotetica stretta di mano a distanza, Tra noi c'è una grande intesa ....sono molto contento.

Cosa puoi dirci del processo di composizione degli otto brani in scaletta? È stato più fluido rispetto al passato?

Direi di no ........la fluidità non è di casa nei Rod!! Another day, Freeman, I Miss you, e Try to understand erano già stati scritti nel 2021 poi c'è stato un cambio di line-up con l'uscita della band di Jimmy (Carboni) il chitarrista e Ricky (Sedda) il batterista e nel 2022 abbiamo terminato gli altri quattro brani con Manu (Pes) alla chitarra e Jack (Macis) alla batteria poi c'è stato l'ingresso definitivo di Mattia (Murtas) alla batteria e abbiamo iniziato coi Live.
Insomma non mi sono annoiato....

Credo che abbiate registrato i brani nei vostri studi personali, avevate bene in mente come avrebbero dovuto suonare, oppure in fase di step finale, avete deciso di apportare delle modifiche strutturali?


Io e Flavio Laconi che abbiamo prodotto il disco avevamo le idee abbastanza chiare, il disco suona più o meno come lo avevamo deciso in partenza..Flavio d'altronde è anche il Sound Engineer ed abbiamo  deciso assieme di registrare e produrre tutto nei Rod Studio...è stata una esperienza diversa dal solito...avere molto più tempo a disposizione, a volte è un grande vantaggio...altre quelle di non avere la pressione giusta con la sensazione di avere sempre tempo a disposizione per cambiare qualcosa....ci dobbiamo abituare in modo da non allungare eccessivamente i tempi di produzione. L'unico cambiamento strutturale è aver cambiato musicisti in corso d'opera... ma devo dire che è stata una bella esperienza anche questa.

Negli ultimi anni si è assistito nuovamente ad un ritorno degli album “snelli” con poche tracce e trenta/quaranta minuti di musica, anche voi avete optato per questa soluzione per non “appesantire” il fruitore finale?

 
Devo ammettere che non amo tanto i dischi lunghissimi, personalmente preferisco quelli che non annoiano, cioè mi piace l'idea che se il disco è molto fruibile l'ascoltatore arriva all'ultimo brano pensando che avrebbe continuato volentieri ad ascoltarlo piuttosto che si interrompa perché diventa lungo e noioso. Rimane quel tocco di voglia e di attesa per il disco successivo.

Perdonami l’ardire, personalmente avrei puntato su una presenza più cospicua di brani d’impatto, tu come la vedi?

Forse si o forse no ...non saprei.. quando arriva l'idea di fare un brano nuovo non so se alla fine sarà di grande impatto o no, abbiamo semplicemente registrato quello che avevamo in testa al momento senza fare tanti calcoli, cioè non è che avevamo decine di brani da cui attingere e abbiamo scelto quelli meno d'impatto....si forse potevamo osare di più....spero di farlo nel prossimo album.

L’artwork del disco sembra spieghi tutto, il demone del disco di debutto che sembra risollevarsi dalle macerie del passato, come una sorta di araba fenice che rinasce dalle proprie ceneri….

Caro Beppe hai visto giusto, questa era l'idea che volevamo trasmettere sin dal titolo....Another day, Another Life....Another Chance....volevamo riprovarci e Dario Cali col suo disegno credo abbia riportato in vita la nostra mascotte che ci segue sin dal primo disco.
La vita di tutti noi si copre negli anni di macerie....volevamo scrollarcele di dosso...non mi piace l'idea di voler rivivere il passato per me il momento più bello è sempre quello che verrà! I Rod Sacred vogliono essere una evoluzione e non una riedizione ....

Si, non a caso rispetto ad un recente passato, ci sono stati degli innesti in seno alla line up ufficiale, elementi che mi sembra abbiamo apportato nuova linfa vitale, non trovi?

Assolutamente si, senza nulla togliere a chi in vari momenti della vita della band ha portato il suo valido contributo, devo dire che attualmente abbiamo una grande formazione, chi ci ha visti tutta l'estate nelle varie tappe del Another Day tour lo può confermare.. oltre ad un batterista di 22 anni che abbassa notevolmente l'età media della band ed ha una forza disumana sia in live che in studio,  abbiamo un vero Guitar Hero come Manu che con lue acrobazie melodiche impatta tantissimo sul nostro nuovo sound. Tutto questo genera freschezza e  motivazione nell'intera band.

La sei corde del maestro d'ascia Manu Pes riesce davvero a fare il buono ed il cattivo tempo soprattutto all’interno di brani come la strumentale “The day after”, è un brano di tua/vostra composizione, oppure lo avete adattato al vostro repertorio?

Proprio The Day After è nata da una session in studio, ci siamo messi ad improvvisare ed è nata qualche idea ....che poi ho cercato di strutturare e su cui Manu ci ha ricamato  fraseggi e melodie ....la parte di basso e moog iniziale invece l'avevo in testa da un po' così come
If fraseggio di basso in Tapping su cui Manu ha sviluppato tutto l'assolo principale....diciamo che è stato un brano dove il vaneggio di due visionari si è incontrato è ha dato vita ad un brano inusuale.

Essere un appassionato metallone al giorno d’oggi avere venti anni oggi e possedere pochi soldi, ti spinge a delle scelte selettive nonostante l’aiuto della rete, puoi spiegarci perché un giovane ascoltatore dovrebbe acquistare il nuovo cd dei Rod Sacred e non doversi pentire in futuro?

Io lo motiverei cosi!!  facciamo ormai parte della storia del metal Italiano...fatto di sacrifici e cuore, di passione e di amore per la musica e l'orgoglio di essere Italiani nonostante tutto e sopratutto perché siamo dei visionari ancora nel 2023, penso che tutto questo si senta nel nostro disco e non faccia pensare di aver buttato dei soldi.

Siete forse l’unica band sarda degli anni ottanta legata a sonorità heavy che è riuscita ad arrivare al disco di debutto o full lenght come lo chiamano i sapientoni, che cos’è che a fatto la differenza rispetto alle altre band isolane del periodo? Penso a band come Skull, Lochness e Twilight Zone, che cos’è che vi ha premiato? Testardaggine, determinazione, voglia di farcela o cosa?

Tutto quello che hai elencato messo insieme, parlo per me che ho portato sempre avanti i Rod Sacred ....sono testardo, sono determinato, ho voglia di farcela e non mi do' mai per vinto....per me mollare è ammettere che gli altri hanno ragione, quando dicono che non ne vale la pena, oppure tanto in Italia non cambieremo mai, o che so io chi te lo fa fare......la risposta è semplice ...lo faccio perché mi piace ....perchè mi fa stare bene...perchè mi fa sentire vivo.

Prima di concludere, ci parleresti dall’esperienza in terra elvetica con i Golden Ace e del vostro disco di debutto? Ci sono in giro ancora delle copie in cd? 

La storia dei Golden Ace è una triste storia...eravamo divertenti...e ci divertivamo, siamo partiti in Svizzera chiamati da un produttore imparentato con Maurizio Cois il cantante...abbiamo iniziato a registrare in un grandissimo studio ....secondo me il disco era validissimo ma al momento di registrare la voce Maurizio ha avuto grossi problemi per via anche del suo lavoro che lo portava spesso a stare a contatto con banchi frigo e ghiaccio....è stato un disastro...il resto era tutto registrato, siamo rientrati in Sardegna pensando di sistemare le cose in breve tempo, io sono riuscito ad avere dei tape con dei premix con e senza voce ...cercando delle soluzioni come quella di riversarla su un otto piste e facendo cantare sui brani Antonio Deriu dei Rod....risultato fighissimo ma intanto il produttore ci comunica che la Polygram si è tirata indietro..e tutto è finito con un anno di live in giro con Antonio alla voce, di quel prodotto solo io ho qualcosa di registrato.

Ok Franco, siamo alla fine, vorrei che ci lasciassi con un messaggio particolare per l’amico Joe Perrino che in questo momento sta combattendo una sua personale battaglia….

Questo è doloroso, Nico(Joe)è un fratello per me ...ci penso tutti i giorni...aspetto solo il momento di poterlo rivedere in piedi .....COMBATTI BRO!!!!! SEI FORTE E IL ROCK'N'ROLL NON PUO' FARE A MENO DI TE!!!!!!

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