ORDALIA - BLOOD AND FIRE


Capita a volte che, nell’esistenza di molte persone, le passioni rappresentino il vero sale della vita, quell’input in più che li spinge ad andare sempre e comunque avanti, e che, il più delle volte, li aiuta a superare anche le avversità più controverse e spigolose, chiamatela follia o fede cieca, ma in un mondo che oramai non ci offre più modelli a cui ispirarsi, le passioni rappresentano l’unico spiraglio di luce in una notte di tempesta.
E di passione il sig. Mario Di Prima chitarrista fondatore degli Ordalia, ha dimostrato di averne in notevole quantità, anche perchè è proprio a questo suo amore incondizionato per l'heavy metal più nobile ed oltranzista di matrice anni ottanta, che il nome della sua band è tornato a circolare negli ultimi tempi con sempre maggior insistenza tanto che, un come back sulle scene da piu' parti pronosticato non sembra poi così una chimera...

Intervista raccolta da Beppe "HM" Diana


Ciao Mario e benvenuto sulle pagine di Forging Steel, grazie del tempo che ci stai volendo dedicare, come stai? Come stai trascirrendo questi giorni nei quali il nome degli Ordalia e' tornato a circolare con tanta insistenza, soprattutto in ambienti undergound?
Ciao, Beppe, felice di ritrovarti sulle pagine di "Forging Steel" e altrettanto felice di poter scambiare quattro chiacchiere con te.
Veder girare il nome degli Ordalia in misura maggiore rispetto a un tempo mi dà la speranza di poter entrare in studio e registrare brani che attendono ta anni di prender vita.
In tutta franchezza, produrre un album di cui quasi nessuno si accorge dell'esistenza non ha granché senso, ecco perché per me questa cosa di provare a far girare il nome della band prima di entrare in studio, può esser considerata quasi alla stregua di un test: se va bene, si registra, altrimenti...

Il vostro debutto "Return of the king" risdale addirittura agli inizi de nuovo millennio, che cosa hai combinato a livello artistico, e non solo in tutti questi anni?
A questa tua domanda, Beppe, mi piacerebbe rispondere dandole il titolo di un famoso romanzo di Dumas padre "Vent'anni dopo", in cui ritroviamo personaggi e luoghi conosciuti ne "I tre Moschettieri" ma, per l'appunto, vent'anni dopo.
Veniamo al dunque, seppur invecchiato - decisamente male - non ho mutato granché i miei gusti artistici; anzi, li ho orientati sempre più verso una direzione epic metal anni Ottanta e doom anni Settanta, con i primi Rush, quelli di "2112", per intenderci, come ideale e progressivo trait d'union tra i generi di cui sopra.
Tutte le nuove canzoni le ho scritte in questa direzione, cercando delle soluzioni personali - non 'originali', bada bene, soltanto 'personali' -, di volta in volta riaffioranti in brani diversi; ecco, su questo ho lavorato: trovare quel filo conduttore che fa sì che la musica suoni à la Ordalia.
Ho letto migliaia di libri, grande mia passione che si attaglia alla perfezione all'amore nutrito per la musica e ho conseguito l'abilitazione all'insegnamento della Storia e della Filosofia, lavoro che svolgo da insegnante di ruolo nei licei pubblici italiani e che mi soddisfa oltremodo.

Quindi mi fai capire che il tuo "allontanamento" volontario è stato una sorta di rigetto per le decine e decine di bocconi amari che hai dovuto in qualche maniera "ingurditare".....
Il mio "allontanamento volontario" è stato dettato sia dal tempo che ho dovuto dedicare allo studio post-universitario, sia dai risultati fallimentari di "The Return Of The King".
Ascoltare e suonare musica Heavy Metal non è mai stato un passatempo da fine settimana, ma un vero e proprio modo e stile di vita, da me molto sentito. Ho cominciato a suonare con i No Rules, non so se li ricordi, Beppe, nel 1987, all'età di 16 - ascoltavo Heavy Metal dal 1984 - e gli Ordalia sono i No Rules con un nuovo nome, più in linea con il tipo di musica da me preferito.
Con i No Rules, componevo un misto di Heavy Metal tradizionale, influenzato dal power metal americano, dal thrash e dal doom; io avrei preferito suonare sin da subito solo power metal US e doom à la Witchfinder General, Trouble, Saint Vitus, ma il nostro cantante aveva uno stile molto raw, di conseguenza, scrivevo le canzoni lasciando ampie parti strumentali, nelle quali sbizzarrirmi, per poi passare ai riff delle parti cantate per consentire a Franco Buta di cantare nel suo stile.
Dopo la realizzazione del demo "Life's Hell Again" (febbraio 1989), registrato in uno studio analogico professionale, sotto la direzione artistica di Alberto Penzin, la band prese una direzione marcatamente orientata verso l'epic e il doom. Franco e Paolo Carbone si allontanarono dal gruppo e i No Rules, nelle persone dei fratelli Caltanissetta (Francesco gt. e Maurizio bt.) e del sottoscritto proseguirono come Ordalia.
Nel 2000, dopo aver prodotto un demo nel 1997, "Mormegil", gli Ordalia avrebbero dovuto dar vita all'atteso "The Return Of The King", prima per la Nosferatu Record di Roberto Cannavò, grande amico oltre che estimatore appassionato della nostra musica sin dai tempi dei No Rules; poi, per tutta una serie di brighe, sarebbe dovuto uscire per la Elegy Records, etichetta di Salvatore Fichera e del sottoscritto, che nelle intenzioni di Fichera e Cannavò sarebbe dovuta essere una costola della Nosferatu Records e che avrebbe dovuto produrre il CD degli Ordalia e che, invece, produsse solo il demo tape "Mormegil", nonostante la sede legale dell'etichetta fosse la casa dei genitori del sottoscritto; si dà prima priorità ad altri due gruppi siciliani - io ero in attesa con brani pronti e tutto dal 1996 - e quando viene finalmente il mio momento, mi giunge telefonata dal notaio che mi invita a presentarmi in studio perché il mio socio vuol proseguire con la Elegy Records da solo; mi viene restituita la metà del capitale che avevo investito per far partire l'etichetta e mi ritrovo del tutto solo.
Dopo aver fatto lavoretti per accumulare qualche quattrino, entro in studio nel 2000. Studio davvero qualificato, ma che costa cifre non alla nostra portata. Facciamo tutto in fretta e furia e ci restano solo i soldi per andare a stampare 50 copie e spedirle a etichette e fanzine. Risultato? Disinteresse TOTALE da parte di tutti.
Ormai vanno di moda altre cose e noi non suoniamo né black metal scandinavo né alternative. E' la fine non solo di un sogno, Beppe, ma del 50% della mia intera vita. Sono stati anni terribili, che mi hanno portato ad appendere la chitarra al chiodo e che mi hanno via via trasformato nell'eremita che sono oggi diventato.

In che maniera e' nato il deal che vi lega alla Barbarian Wrath? Tutto merito di un potente mezzo di comunicazione come youtube?
Ho conosciuto nel 2012 Hartmuth Schindler - da qualche anno non più su questa terra -, fondatore della Barbarian Wrath tramite Google. Tramite youtube gli feci ascoltare "Blood and Fire" postata da un appassionato di epic metal di nazionalità greca, Sakis Papageorgioy. Harthmuth ne rimase molto impressionato e mi chiese di ascoltare l'intero album; da lì la proposta di stamparlo e distribuirlo.
I brani erano in attesa dal 1996, ben due etichette catanesi avrebbero dovuto dargli vita e, ironia della sorta, sarà solo nel novembre del 2014 che ciò sarà possibile grazie alla passione di Harth e della di lui moglie Cheryl Van Laaber.

Che poi e' lo stesso veicolo che ti ha in qualche modo aiutato a riaccendere la passione dopo piu' di tre lustri... e questo grazie siprattutto ai tuoi allievi, dico bene?
Sì, dici bene. Io non sapevo nemmeno dell'esistenza su youtube di un brano degli Ordalia, la notizia mi fu comunicata in una classe del Liceo Classico Cutelli di Catania; mi chiesero se ero lo stesso Mario Di Prima chitarrista degli Ordalia, basito risposi di sì e loro mi dissero di andare a cercare "Blood and Fire" su Youtube.
Ricordo che la cosa saltò fuori parlando degli filosofo come figura 'eroica', così come la intendeva Giordano Bruno. Il filosofo eroico, la passione per la magia, il rifiuto di baciare la croce anche sulle fiamme del rogo in piazza dei Fiori, con il sangue che dalla bocca colava sin sulle fascine del rogo per via della terribile mordacchia, museruola per gli eretici, diede la certezza alla classe che il chitarrista degli Ordalia e il loro professore di filosofia e storia fossero la stessa persona.

Un album il vostro, intriso di INFLUENZE vicine ad un UN CERTO HEAVY METAL ELITARIO di stampo eighties, ma ED ALLO STESSO MODO legato a doppia mandata ad una concezione LEGATA ALL'HARD ROCK ANNI 70..


Come sai, il mio gruppo preferito in assoluto risponde al nome di Black Sabbath, principalmente nella fase Ozzy e Dio.
Già solo ascoltando loro, con i due cantanti di cui sopra, non avrei bisogno di altre fonti di ispirazione, per il tipo di musica che amo suonare. Un altro gruppo degli anni Settanta, che metto quasi sullo stesso gradino di Sabbath sono gli Zeppelin, inventori con "Immigrant Song" della musica Epic Metal - tralascio tutti i rimandi alla letteratura High Fantasy di Tolkien, alla mitologia gallese pre-cristiana, alla mitologia greca e così via; gli Zeppelin si sentono tanto anche nei primi dischi dei Virgin Steele e sì, il nome inventato per una inventata casa discografica produttrice delle sole e uniche 50 copie in circolazione della prima versione di "The Return Of The King" è un chiaro omaggio agli Zeppelin.
Mi preme aggiungere che, anche per telefono, sei stata la prima persona a riconoscere il mio debito personale verso Jimmy Page, cosa che mi ha fatto capire da subito con quale profonda attenzione tua abbia ascoltato l'album, sin dall'inizio. Te lo devo riconoscere e te lo riconosco, Beppe.

Ahahaah, grazie. La stessa Swans Records mi sembra un omaggio, non tanto sfacciato ai Led Zeppelin...
Mi fa enormemente piacere il fatto che tu abbia posto attenzione anche sull'importanza dei riferimenti letterari. Come dicevo, sono un appassionato lettore, soprattutto di genere - heroic fantasy, horror, storico antico, medievale e rinascimentale - e devo questa passione per i libri alla mia famiglia, che mi ha educato al culto del libro, sin dalle fiabe della buona notte che mia madre mi leggeva senza lesinare amore e passione, saltando dai Grimm a Perrault (oggi nessun bambino sa più chi fosse Barbablu; povero Gilles de Rais!), per concludere con Giambattista Basile de "Lo cunto de li cunti" - oggi le nonne, le mamme e i bambini non sanno manco ch . Ho cominciato a leggere Edgar Allan Poe, E.T.A. Hoffmann, William Beckford e Sheridan Le Fanu sin da ragazzino, grazie ai film della Hammer che vedevo in compagnia di mio padre, appassionato culture del genere. Sul comodino, non avevo la "Bibbia, ma "La Mitologia Classica illustrata" di Felice Ramorino, libro paterno da lui donato al sottoscritto. Per anni, dopo aver guardato al cinema "Excalibur" di John Boorman, nostro passatempo quotidiano era il citare le battute del film a memoria e cercare sull'originale "La morte di Artù", del cavaliere sir Thomas Mallory, esattezze e libertà d'adattamento nel film di Boorman.
Alla passione per i libri - a suola conoscevo i "Canti di Ossian" a memoria e le mie insegnanti di Italiano e Inglese non ne avevano mai letto una pagina -, si aggiunse quella per i fumetti: da Tex all'archeologia misteriosa ed erudita di Martin Mystere, all'horror, esistenzialista in Dylan Dog (ho tutti i numeri, a partire dal numero 1, comprato in edicola nel settembre del 1986), erotico hammeriano in ZORA, per finire in epicità con le tavole in bianco e nero di John Buscema di "Conan la spada selvaggia", che lessi la prima volta a Roma nel 1986 in edizione Corno. Tutto questo aurorale mondo faceva capolino già  nei No Rules. ,

Comunque, cio' nonostante, le undici tracce del disco sono arrivate a travalicare i patrii confini, questo mi fa capire che, oltre alle forte componente emotiva, la musica delgi Ordalia è in qualche modo "immoretale", tu come la vedi?
Sul fatto che, inaspettatamente, i brani abbiano superato i patrii confini, boh, sono sorpreso anche io. In Grecia, per esempio, ci conoscevano e ho visto copie del CD con una copertina super epica - la nostra era indecente tanta la bruttezza - che i metallari greci facevano da sé.

ALL'EPOCA SI ERA PARLATO DI UN TUO COINVOLGIMENTO IN UN PROGETTO INTERNAZIONALE che ti vedeva spalleggiato addirittura dal CANTANTE Sascha Maurer aka Sir lord of Doom CHE LAVORAVA DA HELLON RECORDS, E' VERO?
Ho conosciuto Sascha Mauer su FB e anche in questo caso rimasi colpito dal fatto che egli conoscesse bene gli Ordalia e il disco. C'è una stima reciproca da entrambe le parti e, laddove fosse possibile poter collaborare insieme, non potrei che esserne felice oltre che onorato,

Ricordo che in quegli anni CATANIA ERA DEFINITA LA SEATTLE EUROPEA sia per il proliferare di band, ma soprattutto per LA VOGLIA DI MUSICA che si registrava in citta', tu come l'hai vissuta?
L'ambiente musicale catanese, al di là degli 'strilli' artatamente confezionati - "CATANIA SEATTLE D'ITALIA" - è lo specchio lindo e pulito di ciò che rappresenta il catanese medio: spocchia anche quando inutile e tanta provincialità. Beppe, la città è modaiola, ma da sempre e l'anima di coloro che la abitano trova la sua propria realizzazione interiore vantandosi di paragoni quali "La Milano del Sud" o "La Seattle d'Europa".
Da tempo, vivendo quasi come Diogene di Sinope, con tanto di cani a seguito, non frequento più l'agorà, ho proprio perso il contatto con la piazza e, per quanto io detesti i social, ho trovato più persone con gusti condivisibili, rispetto a quei pochi amici in quel di Catania e non potrebbe essere diversamente, Beppe, perché il catanese medio è SNOB da morire, proprio insopportabile, anche nel modo di allargare le vocali, quasi per appropriarsi dello spazio sonoro condiviso con l'interlocutore di turno.



Qui, a Catania intendo, la musica che amo è considerata gretta anche da molti cosiddetti metallari, persone che magari hanno appena una ventina di dischi a casa, ma che si permettono di pontificare ex cathedra come se conoscessero tutto loro e di questa pretesa conoscenza nulla vogliono condividere, poiché deve servire come strumento per deridere gli altri. In pochi posti ho visto concerti in cui il pubblico è tutto in prima fila, aspettando la stecca del musicista sul palco. La Catania "metal" - attenzione, non "Heavy Metal", solo "metal" - è quella degli Schizo di Alberto Penzin. La loro musica non la conosco bene, perché non appartiene al mio genere preferito. Con Alberto abbiamo provato a metter su un service di amplificazione per concerti, il terzo elemento era Franco Buta, cantante dei No Rules; al di là dei soldi spesi, nessun risultato utile. Ricordo anche che la sorella lavorò con Elegy Records e il sottoscritto dovette portarle copia personale di un mio libro sull'arte dei preraffaelliti in cui faceva bella mostra di sé "Ophelia" di John Everett Millais, tra i lavori più belli dell'arte preraffaellita; io proposi questo dipinto per la copertina dei "Serenades", ma nessuno lo conosceva e nessuno ne aveva a casa un'immagine soddisfacente e così, fui costretto a usare la mia copia, che la sorella di Alberto passò allo Scanner, per poi trarne solo alcuni particolari e tirar fuori la copertina poi andata in stampa. Lavoro di buona fattura, in tutta sincerità. Di questa cosa, se ne trova traccia anche nel libro di FRANCESCO GALLINA, "Dipinto sull'acciaio".

Nell'immagginario del tipico metallaro tricolore Catania e' LA CITTA' DEGLI SKITZO, C'E' QUALCHE LEGAME CHE TI LEGA ad Alberto Penzin e soci?
Ad Alberto Penzin devo, sempre per onestà intellettuale, la produzione artistico-sonora del demo dei No Rules "Life's Hell Again", poiché lo studio era professionale sì, ma dedito soprattutto al neomelodico; se Alberto Penzin non fosse stato presente ora dopo ora a registrazione e missaggio, il demo sarebbe venuto fuori con un suono inascoltabile. Di questo, non posso che ringraziarlo.

Come dicevamo ad inizio intervista, ultimamente si e' vociferato DI UN SECONDO ALBUM PRNTO PER ESSERE REGISTRATO MA ANCORA IN CANTIERE, cosa ci dici in merito?
Ho brani da poter riempire almeno altri due LP. Perché non li metto su, mi chiederai, dunque. Perché non mi fido più del possibile risultato. Nel secondo disco, avremmo voluto mettere anche una cover degli High Tide o dei Dust, ma quest'ultimi erano più nelle nostre corde e la canzone "Suicide" faceva parte del nostro repertorio da sempre. Sì, se registro un altro album, almeno uno, "Suicide" dei Dust farà parte dell'album; glielo devo, mi hanno dato tanto, ho capito meglio come suonare i primi Manowar, proprio ascoltando con maggiore attenzione i Dust e poi Marky Ramone - Marc Bell nei Dust - è non solo un batterista di gradissimo e straordinario talento, ma anche e soprattutto un artista di un'umiltà e sensibilità rarissime; a cena con lui, proprio qui a Catania, mentre tagliava e serviva la pizza (lui a me, per capire che umiltà), dato che io parlavo a raffica, ho scoperto che non solo nutriamo la stessa passione per l'arte fantasy e sci-fi degli anni Sessanta e Settanta (lui è proprio un grande collezionista), ma che gli sarebbe piaciuto se noi Ordalia avessimo suonato come cover dei Dust "From a dry Camel", dal primo album del 1971; ripensandoci forse sarebbe ancora più nel nostro stile.

Prima di concludere una curiosità, ma Tholden Blarna e Mario Di Prima sono le facce della stessa medaglia o cosa?
Tholden Blarna è il riadattamento di Tholdenblarna, la cittadella degli dèi comparsa nel racconto fantasy "The Bride of the Man-Horse", contenuto nell'antologia di racconti "The Book of Wonder" (1912) di Lord Dunsany, tra i miei scrittori preferiti, nonché fonte inesauribile di ispirazione del "Solitario di Providence", H.P. Lovecraft. Ho adottato lo pseudonimo di Tholden Blarna nel corso della traduzione in italiano del libro "The Gods of Pegana", opera prima di Lord Dunsany. La traduzione, completata anni fa, avrei voluto allegarla agli acquirenti italiani del secondo disco degli Ordalia, contenente un lungo brano ispirato proprio dal libro di cui sopra; il libro era, inoltre, illustrato da Sime, illustratore fantasy d'eccezione e la mia traduzione era stata approntata proprio sulla prima edizione del 1905, di cui sono in possesso. E' nata così il vezzo di firmarmi come Tholden Blarna, che sì, è il mio alter ego, ma non una maschera per nascondere l'identità di Mario Di Prima, non è in questo senso che la uso, al contrario, invece di nascondere, Tholden Blarna svela cos'altro sia in più Mario Di Prima.

Ok Mario siamo realmente alla fine, ti lascio campo libero per i saluti finali...
Cosa aggiungere? Ringraziare te e i lettori di Forging Steel - cui spero si aggiungano gli amici Bruno Lanchi, Salvatore Fallucca, Marco Gulino, Pietro La Barbera - è più un punto d'onore che un debito da saldare. Forging Steele, da quanto letto sinora, conserva alta e ardente la fiamma della musica Heavy Metal, così come fanno band del calibro di Gothic Stone, Smoulder,  Briton Rites, Claymorean, Cauldron  Born,Atlantean Kodex ed Eternal Champion.
Grazie, Beppe e a presto!


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