Arrivano al disco di debutto anche i qui recensiti Damantion, formazione con base operativa in quel di Torino, che si ripresenta ai nastri di partenza, solo qualche mese dal loro ep di debutto, e lo fa grazie ad un nuovo platter che, sin dal titolo che lo accompagna, mette ancora in evidenza lo spirito agguerrito in possesso dai nostri, spirito che anima ed infiamma le torride incursioni musicali del combo in questione, quasi sempre incanalate su tessuti musicali e sonori, fortemente debitrici di un certo retaggio classico di scuola thrash metal, naturalmente bay area.
Un disco pregno di un humus metallico degno dei maestri del genere, suonato con il cuore e con la passione da gente che ha fatto dell’heavy metal più di una semplice ragione di vita, contornato da una produzione più che soddisfacente, incentrata soprattutto sull'impatto e sulla fisicità di un versante compositivo che, comunque, non pregiudica un certo aspetto tecnico, anche perché il loro thrash metal, si potente e quadrato, presenta diverse armonizzazioni melodiche.
E nei tre quarti d'ora scarsi di durata, “Scream all my hate” riesce veramente a convincere, sprigionando una carica a volte davvero disarmante, grazie soprattutto a composizioni mirate come nel caso dell’irrefrenabile “Destroy the war machine” e delle sue incursioni in ambito classico, la più quadrata “The Master The Priest and the Death” che mette in evidenza il lavoro ritmico di una sezione che non sbaglia veramente un colpo, la claustrofobica “Kill by the dawn” che abbina intensità, groove metallico e pulizia d’esecuzione, o della stessa “Damned” mid tempo capace d’infervorare anche gli animi più pacati grazie ad un incipit tagliente come una lama di rasoio.
Sicuramente, i Damantion non inventeranno nulla di nuovo, non è nella loro natura, continuando forse a proporre pedissequamente quanto propinatoci in passato da decine, forse centinaia, di formazioni prima di loro, ma ciò non toglie che i cinque, almeno, credono ciecamente nel proprio operato, e lo espletano nella maniera più professionale possibile che, il più delle volte, si traduce in composizioni dal forte retrogusto ottantiano, spruzzato pur sempre da un dinamismo sonoro che, se non altro, è un vero toccasana per lo spirito e per l’animo metallico di noi vecchi appassionati, e chi li ha visti dal vivo non può che ribadire quanto asserito fin'ora …
Voto: 78/100
Beppe “HM” Diana
Anno di pubblicazione: 2025
Genere: Thrash Metal
Etichetta: Punishment 18 records
Line up:
Pi Kebrah - vocals
Domenico Surace - guitars
Paolo Carrone - guitars
Davide Tieri - bass
Alessandro Cau – drums
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