Centvrion - War Red Skies


I Centurion sono vivi e vegeti, questo è quanto ci è dato sapere, per cui, anche se il progetto musicale è stato messo in stand-by, sotto la cenere arde sempre la fiamma della passione, quella stessa passione che da sempre, era la fine del millennio, aveva portato la formazione marchigiana alla ribalta, e questo grazie ad un trittico di album incentrati attorno ad un heavy metal classico, sia nella forma, che nella sostanza, grazie al quale i nostri erano riusciti ad attirare su di loro la stima e l'affetto dei metallari di casa nostra, ma non solo.
Dopo un decennio di apparente stasi mediatica, contraddistinto da alcuni cambiamenti in seno alla line up, fra i quali quello l'inserimento dell'ottimo screamer Roberto "Robo" Cenci, i Centvrion sono tornati a farsi sentire grazie all'eccellente "V", ennesimo sigillo di una formazione che, nonostante tutto, ha ancora parecchie cose da dire.
Nelle parole dello stesso singer la genesi che si cela dietro ad un disco atteso per tanto, troppo tempo.

Intervista raccolta da: Beppe Diana


Ciao Robo, ti chiedo subito qual'è lo spirito all'interno della band in questo ultimo periodo, state pianificando delle attività inerenti la produzione di un nuovo album? Come procede il versante del songwiting?
Innanzitutto Beppe grazie a te per lo spazio che ci concedi! La prima domanda che mi fai è sicuramente quella a cui non ho una risposta precisa da dare. Triste ammettere che per il momento siamo praticamente fermi! Non vedo i ragazzi della band da un po', se non separatamente e in altri contesti, e il nostro ultimo live è stato ad Agosto dello scorso anno, di spalla ai Metal Church.
La cosa non è dovuta ad alcun risentimento, siamo persone piuttosto impegnate, ognuno coi rispettivi lavori e con le famiglie, nonché con altre band.
Giovanni, Luca e Fabio continuano a suonare insieme, sebbene in altri progetti, e per il momento non c'è in cantiere nessun nuovo disco.
Non che la cosa sia preoccupante, visti i tempi intercorsi tra “Invulnerable” e “V”.
Giusto un paio di settimane fa mi sono sentito con Fabio, e la nostra volontà è di NON abbandonare il progetto.
Dovremo risolvere il problema di un secondo chitarrista, dato che Leonardo ha lasciato la band da diversi mesi.
Personalmente, non ho scritto nulla negli ultimi mesi, anche se sto leggendo moltissimo, e questo è il mio modo di cercare nuove idee e stimoli che potrebbero confluire in un nuovo disco dei Centvrion.
Quello che ci manca è come sempre la costanza.

Il vostro ultimo disco in studio è uscito già da qualche mese, ti andrebbe di tirare delle somme? Come ed in che maniera è stato accolto il vostro “V” da stampa ed addetti ai lavori? Potete ritenervi soddisfatti dei risultati ottenuti?
Ci riteniamo tutti estremamente soddisfatti. E' stato un disco agognato, difficile, più per le pressioni in senso negativo che abbiamo avuto addosso, che per le effettive difficoltà realizzative, anche se la sfiga ci ha messo davvero del suo.
Il disco arrivava dopo 10 anni dalla precedente uscita ufficiale, dopo diversi e importanti cambi di
line-up, quindi oltre al tempo per l'amalgama, è stato necessario dare nuova forma alle idee di tutti.  Capivamo tutti l'importanza della nuova uscita: dovevamo scrollarci di dosso questi dieci anni di attesa e creare quello che io ho sempre visto come un punto affermativo nella storia della band. La line-up era, ed è ancora oggi, perfetta. Nessun “personalismo” a livello compositivo, solo la volontà comune di scrivere un gran disco che mettesse a tacere, coi fatti, dieci anni di silenzio.A sentire Fabio e Luca, veterani della band, è forse il disco migliore che abbiamo realizzato, e come nuovo singer ciò non può che farmi felice.

Secondo un mio modesto parere la band avrebbe meritato molto di più del deal siglato con la SG Records che, da quanto capito, non ha supportato a dovere una band del vostro calibro, pensi che, con il senno di poi, i Centvrion avrebbero potuto puntare ad un accordo prestigioso?
Qui entriamo in un argomento abbastanza delicato. Eravamo in parola con un alcune etichette, tra cui la SG. Erano tutte rimaste entusiaste della pre-produzione, ma, mentre alcune si sono defilate,la SG ci ha offerto le condizioni migliori e soprattutto, essendo della nostra zona, la capacità di interagire immediatamente per qualsiasi evenienza.
Sicuramente il supporto post-realizzazione è stato carente, e per un disco, anche ben fatto. Se non hai un grandissimo nome, il disco non si promuove da solo.
La scelta, oltre che per le condizioni, è comunque stata giusta, anche perchè eravamo stufi di attendere. Però sì, ci aspettavamo decisamente di più.
Nonostante tutto il disco è comunque presente su ogni piattaforma virtuale che si rispetti.
Non che ci abbia mai interessato il lato economico della questione, ma lavorando nel commercio credo si sapere come funzionino certe dinamiche. Avevamo chiarito che non avevamo né i mezzi né il tempo per promuoverci “da soli” e che una larga esposizione era importante, e credo che il disco potesse meritare molto di più. Ad ogni modo, quel che è fatto è fatto, ed è inutile guardarsi indietro, ad maiora!

Nonostante tu sia della partita oramai da qualche anno, ti è sembrato di capire che, grazie proprio all'apporto di “voi nuovi arrivati”, si possa parlare di una vera e propria rinascita artistica per la band?
Decisamente sì. Come ti dicevo, la line-up della band la considero la migliore di sempre. I musicisti che ne fanno parte sono tutte persone preparate. Anche sul versante live, ci ha sempre interessato fare delle buone performance dal punto di vista tecnico, tralasciando anche l'aspetto “visivo” che può far colpo sui ragazzini, ma che lascia il tempo che trova.
Niente è stato lasciato al caso, e l'attenzione nei dettagli, che forse mancava in alcuni lavori precedenti, è stata la chiave di volta della nostra soddisfazione.
Venendo ai singoli, Giovanni è un batterista preparatissimo e soprattutto giovane, che oggi vanta un'intensa attività live e che non si è mai tirato indietro anche quando proponevamo soluzioni più complesse o fisicamente impegnative.
Leonardo ha dato un apporto fondamentale al disco, col suo modo di suonare totalmente diverso da quello di Fabio.

Curiosità da fan della band, ma che fine ha fatto Luciano Monti fratello di Fabio? Sai dirmi se il suo split con la band si è consumato in maniera amichevole?
Lo split non è avvenuto in maniera amichevole, ma per questioni che prescindono dall'ambito musicale e che sono strettamente personali. Se posso dare un'opinione personale, secondo me ci abbiamo decisamente guadagnato!

Capisco, quindi a parte il tuo ottimo screaming, che cosa pensi d’aver portato veramente all'interno dei Centvrion?
Questa è una domanda alla quale dovrebbero risponderti gli altri ahahahaha.
Beh, nei primissimi tempi della mia entrata nel gruppo, ho sentito molto il ruolo che mi era stato assegnato. Non mi interessava pensare chi sostituivo, quanto a far bene il mio lavoro e dare il massimo di ciò che potevo.
E' stato un processo graduale, perchè comunque ero il “nuovo” e non sapevo quanto spazio potessi prendermi in maniera autonoma.
Sono stati Fabio e Luca a darmi il “via libera”, a voler ascoltare le mie idee e a rendermi partecipe di ogni singola sfumatura compositiva, organizzativa e stilistica. Fino al punto in cui, certe decisioni, erano affidate totalmente a me, anche se comunque sottoscritte da tutti.
Comunque credo di essere stato il filo che ha tenuto insieme i singoli componenti, i rapporti con l'etichetta, con lo studio e, da frontman, anche il rapporto con il pubblico. Nonostante l'aspetto burbero, la gente faceva riferimento a me per molte cose riguardanti la band.
Quindi mi sono assunto il ruolo di portavoce, di intervistato, di referente principale, insomma, e tutto questo con orgoglio.
Per ciò che invece riguarda l'aspetto compositivo, credo di aver dato davvero molto. Volevo un disco che non lasciasse nulla al caso, nel quale i testi fossero scritti direttamente in inglese, che potessero essere composti ed abbracciati alla musica, e non “appiccicati sopra”.
Ho cercato di variare registro in diversi pezzi, di portare al limite certe mie capacità senza cadere nell'esagerazione, di dare una struttura unitaria ma variegata al disco nel suo complesso, e ho anche inciso le chitarre delle due ballad presenti.
Insomma, volevo mettermi in gioco totalmente per sentire tutto fottutamente “mio”. Infine, per esagerare, mi sono tatuato la copertina del disco sul braccio, ahahahaha!

Parliamo appunto delle liriche che ruotano attorno all'intero disco, che genere di difficoltà hai incontrato nel portare alla luce delle metriche che si calassero nel pieno contesto “ideologico” del Centvrion-pensiero?
Innanzitutto mi sono voluto distaccare definitivamente dall'immagine destrorsa e politicizzata di certi testi dei dischi precedenti. Era un'immagine che aveva fatto il suo tempo .
Il mio approccio ai testi è stato duplice. Mi sono posto due domande fondamentali. La prima è stata: “cosa si aspetta un fan da un disco dei Centvrion?” e la seconda: “come posso far miei questi testi?” La risposta ad entrambe è arrivata adottando due livelli di stesura dei testi. Il primo, diciamo più “superficiale”, è quello letterale, quello che ogni fan del gruppo potesse intendere con la semplice lettura. Le tematiche, in questo livello, risultano essere sempre le stesse del passato. Guerra, richiami all'impero romano, nostro trademark fin dagli esordi, e una certa dose di aggressività. Ma dovevo anche far sì che anche per me i testi avessero un significato ben preciso.
Ed è qui che è entrato in gioco un secondo livello, che potesse darmi il giusto mood per eseguire i brani dal vivo senza pensare di raccontare semplicemente “storie”.
Perciò ogni singolo testo ha un significato personale e privato che, volutamente, la gente non conosce.

Molte formazioni dedite al classic metal dell’ultimo periodo, si sono rese artefici di dischi caratterizzati da produzioni con suoni troppo puliti e chirurgici, registrazioni che, seppur potenti, risultano piatte. Per quel che mi riguarda si sta perdendo di vista la vera essenza di questo genere musicale “estremo”, quel fascino old school oriented che ha reso speciali alcuni gruppi ed altrettanti album del passato. Qual è la tua opinione?
Beh, non è un discorso che generalizzo. Diciamo che, essendo aumentato il grado di qualità delle produzioni, molte vole è quasi impossibile pubblicare prodotti che non rientrino nella “modernità”. Questo tipo di suono viene scelto anche per far leva anche sulle orecchie dei più giovani che, ascoltando sì e no due tracce per gruppo, se non abituati all'old school, passano oltre.
La vera essenza però, hai pienamente ragione, si è persa. MI è capitato di parlare con alcuni ragazzi giovani dei gruppi così detti storici, purtroppo mi sono accorto che conoscono davvero poco, se non quei pochi pezzi che hanno sentito per caso, on line.
Non so, forse è solo una fase evolutiva del genere che ancora non riesco a comprendere. Quello che mi sorprende ancora sono quei brani che sono stati registrati anche quaranta anni fa e rimango assolutamente indifferente a certe bands moderne.

So che nel recente passato avete avuto la chance di supportare parecchie formazioni di lungo corso, che cosa avete imparato da queste artisti? Si sono rivelati personaggi alla mano, o si sono semplicemente “atteggiati” da star?
Abbiamo supportato i Metal Church come ti dicevo ad inizio intervista, che stati disponibilissimi, pronti a scherzare con tutti e assolutamente “non montati”. I migliori con cui ho avuto a che fare sono stati Edu Falaschi, con il quale sono salito sul palco per una cover dei Maiden dopo la mia esibizione con l'altra mia band, i Neurotics, e Russell Allen. Edu è davvero una persona dolcissima, mi ha riempito di complimenti e conservo gelosamente l'autografo con dedica che mi ha fatto dopo la serata insieme.
Russell Allen, invece, mi ha proprio conquistato. Oltre ad essere un cantante stellare, con un timbro e una tecnica spaventose, si è rivelato un compagnone come pochi.
Abbiamo scherzato per due ore dopo il suo concerto, e lì ho davvero capito che è proprio questione di carattere, a prescindere da quanto hai realizzato nella vita.
Paradossalmente, l'unico davvero che si atteggiava da star è un noto cantante metal italiano. Ovviamente non mi estorcerete mai il nome ahahahaha!

Quale è il vostro rapporto con internet e con la rete estesa? Social media come Facebook o Twitter vi hanno permesso di intrecciare rapporti di amicizia “virtuale” con fan di altri paesi?
Credo che internet sia una risorsa fondamentale per qualsiasi band. Ti offre promozione, contatti diretti, visibilità. Ammetto che il più “social” dei Centvrion sono io, ma la miaesperienza lascia decisamente a desiderare.
Amo la tecnologia, ma lei non ama me.
Le pubbliche relazioni le gestisco io da sempre tutto, ma per certe cose sono totalmente ignorante! La maggior parte delle interviste sono partite dall'estero, da nazioni che nemmeno pensavo potessero aver ascoltato il disco, e invece...
L'unico contraltare di questo enorme mezzo è, come da prassi, il suo abuso, che si è ripercosso sull'industria musicale e su una eccessiva libera fruizione della musica che ne ha snaturato quasi totalmente il senso. Era una cosa in luce già anni fa, che si è tentato di arginare ma che, ormai, credo sia un fenomeno irreversibile. Gioie e dolori, insomma.

A parte la musica, qual è il tuo maggiore interesse che ti tiene attivo quando non sei on stage con la band?
I miei interessi sono davvero moltissimi. Sono in un periodo in cui, alla classica uscita con gli amici per far casino o vedere un concerto, preferisco viaggi in solitaria o tentare di acculturarmi un po'.
Quando suoni in una band di inediti e scrivi i testi, ci sono momenti di produzione e altri di reperimento di informazioni.
Essendo fermo con la band, questo è per me il momento “spugna”, come lo chiamo io. Cerco di “assorbire” qualsiasi cosa catturi il mio interesse, che siano filmo letture.
Ho ripreso in mano molti libri di filosofia, accompagnati spesso dai classici greci e latini, che credo siano davvero le basi di ogni idea e movimento artistico, di qualunque tipo.

Quali saranno le mosse principali della band da qui a qualche mese? Pensi che riuscirete a suonare dal vivo quest’inverno cercando di dare manforte alla promozione del disco che, nonostante tutto non si è mai fermata?
Per ora, come ti dicevo, non c'è alcun progetto in cantiere. Sicuramente c'è il desiderio di tutti di riprendere da dove abbiamo lasciato, mettendo a posto la formazione in primis, e vedere cosa abbiamo ancora da dire.
Ma, ancora una volta, non si farà un disco se non per noi stessi prima di tutto. Se avremo la possibilità di suonare in contesti adatti e divertenti, sarà per noi un assoluto piacere farlo, a prescindere dal fattore economico.
E la promozione del disco per noi è sempre valida, “V” è un caposaldo al quale siamo tutti intimamente legati.

Ok Robo, siamo alla fine, vuoi fare un saluto ai lettori di Forging Steel?
Di nuovo grazie per questa bella chiacchierata Beppe e grazie a tutti i lettori di Forging Steel.
Continuate a supportare il cartaceo, andate sempre controcorrente, è lì che si trova il meglio!
Aggiungetemi su Facebook per seguire le date mie e dei Centvrion, supportate la pagina della
band. E ovviamente ascoltate "V", è davvero il nostro miglior disco! Grazie ancora!
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