Cult metal band. Si, nel 2025 è strano usare questo appellativo, ma è lo status che più si addice ai ritrovati Deliria ed al suo mentore Francesco Gallo che da anni ed anni porta avanti un sogno con passione e dedizione facendo fronte a difficoltà inimmaginabili per chi non ha a che fare con realtà del sud del nostro stivale come l'entroterra calabro. Ed il nuovo ep "Back from the dark", passato di recente proprio sulle nostre pagine è sebz'ombra di dubbio non solo la migliore release pubblicata dai nostri dagli esordi, ma rappresenta l'ennesima riprova che evidenzia una volta più che mai che x suonare doom metal devi vivere e respirare certe sonorità, non puoi suonare doom se non c'è l'hai nel sangue....
Intervista raccolta da: Beppe "HM" Diana
Ciao Francesco benvenuto sulle pagine di Forging Steel e grazie per il tempo che ci stai volendo dedicare, dunque, dall’uscita dell’album di debutto dei DELIRIA al vostro come back ufficiale sono passati più di due lustri, un lasso di tempo immane. Qualcuno vi aveva dati per spacciati anche se a ben vedere non sei rimasto minimamente inattivo, e fra cover band, formazioni di drone doom ed un tuo album solista nel 2018 non ti sei fatto mancare niente, dico bene?
Ciao Beppe! E’ sempre un piacere parlare con te, e ne approfitto per ringraziarti pubblicamente perché ci segui e ci sostieni praticamente da sempre! Dunque, in effetti è passato davvero tanto tempo da quando uscì il nostro primo album omonimo nel 2011 per l’etichetta messicana Blower Records, credo che dopo quello registrammo solo un demo tributo ai Black Sabbath. Certo molti, come dici tu, ci avevano dato per spacciati, anche se nel frattempo ho continuato a scrivere per i DELIRIA e a cercare comunque di tenere vivo l’interesse nei nostri confronti e fortunatamente ci sono riuscito se dopo 25 anni siamo ancora qui. I sostenitori più fedeli mi contattavano spesso per sapere se c’erano novità, persino dall’estero!!! Nel 2016 ricominciai a scrivere qualche pezzo in vista di un secondo album, e nel 2017 registrammo i tre pezzi originali più la cover di Paul Chain che puoi ascoltare sul nuovo Ep. Purtroppo poi per via di vari problemi, tutto si fermò e questi 4 pezzi rimasero nel cassetto per 7 anni, così nel 2024 pensai di tirarli fuori e farne un Ep in edizione limitata completamente autoprodotto e in sole 100 copie, di cui 91 copie in cd e 9 in cofanetto nero comprendente oltre al cd, gli stessi pezzi su cassetta con copertina diversa e vari gadget. Volevo più che altro testare quale fosse il grado d’interesse nei confronti dei DELIRIA dopo così tanti anni, e sono rimasto piacevolmente sorpreso quando l’ep è andato praticamente a ruba. Come dicevi, nel frattempo non sono rimasto inattivo, nel 2013 ho pubblicato prima un cd drone doom con lo pseudonimo di Paul Grave dal titolo “Necronomicon”, lavoro sulla falsa riga di Moss e Teeth Of Lion Rules The Divine(band di Lee Dorrian), sempre nel 2013 abbiamo formato una horror punk band chiamata Karloff con la quale abbiamo pubblicato un demo omonimo in 100 copie, in seguito ho fatto parte di un mucchio di bands di varie estrazioni musicali tra cui anche un trio acustico e nel 2018 ho registrato un album di blues dal titolo “LO-Fi Blues” per l’etichetta Onan Record che uscì solo in cassetta, e ho appena terminato di scrivere i testi per un nuovo cd dark blues da solista sempre in acustico. Di pari passo con la musica, ho continuato anche a scrivere qualche racconto horror per vari siti, e un saggio breve, ”Stregoneria e Inquisizione”, pubblicato in due parti dalla rivista esoterica Primordia e che quest’anno, visto che negli anni mi veniva richiesto, ho ripubblicato come volumetto singolo in 66 copie numerate. Insomma , di certo non mi annoio mai!
Qual è stata la scintilla che ti ha portato a mettere mano al vecchio progetto Deliria? Ti mancava immergerti nuovamente in atmosfere plumbee ed oscure come la pece?
Come ti dicevo prima, pensavo spesso ai 4 pezzi registrati nel 2017 e mi infastidiva sapere che erano lì fermi, anche perché alla fine erano validi, non erano affatto male e così, non avendo trovato un’etichetta disposta a pubblicare un Ep (mi rispondevano che con un album intero si sarebbe potuto fare, ma un Ep era una cosa un po’ più complicata), ho deciso di pubblicarli per conto mio e a mie spese, e a vedere com’è andata ho capito che avevo ragione ad insistere per farli uscire.
Quanto è stato difficile convincere nuovamente Ivan Ritrovato? Si è detto subito disponibile a riprendere in mano il discorso artistico che lo ha visto come il tuo naturale alterego da sempre, oppure ha mostrato qualche reticenza?
I pezzi, come già detto, sono stati registrati nel 2017 quindi quando ancora il progetto era piuttosto attivo, in ogni caso quando si è trattato di riprendere il discorso Deliria nessuno dei due è mai stato reticente, anzi ci sono stati periodi in cui era proprio Ivan a spingermi a riprendere il discorso nonostante entrambi avevamo, e abbiamo, mille altri progetti artistici in corso. Ivan ha addirittura un proprio studio di registrazione, Shado Records, nel quale produce vari artisti di varie estrazioni musicali e anche per quanto riguarda i Deliria, si è sempre occupato lui delle registrazioni. Vedi, anche se impegnati in altri progetti, i Deliria restano per noi una parte importante, fondamentale della nostra vita e non potremmo mai voltare le spalle a qualcosa che abbiamo creato e che dopo 25 anni è ancora vivo.
A livello prettamente compositivo come sono nate le idee che vi hanno condotto alla stesura dei tre brani inediti che fanno parte del nuovo Ep della band? Erano idee e riff che ti portavi dietro da tempo e che hai sviluppato per l’occasione?
In genere per la composizione parto da un riff, ma può capitare che l’ispirazione arrivi anche da un libro o un film che m’ispira il testo prima della musica, poi porto i pezzi in studio e da lì iniziamo a svilupparli aggiungendo o togliendo qualcosa. Quando abbiamo lavorato sui pezzi dell’ep, abbiamo provato a rendere tutto un po’ più tirato a livello di tempi e abbiamo sperimentato aggiungendo qualche parte prog ,e tutto ciò è stato apprezzato oltre che dagli ascoltatori, soprattutto dagli addetti ai lavori. Se ci sarà un prossimo album, vorrei però tornare al doom puro, stile il nostro demo del 2007 The Vampire Is Back, che fu addirittura Top Demo su Metal Shock al tempo, e vorrei farlo anche perché sento spesso gli appassionati dire che purtroppo in pochissimi propongono il puro doom delle origini.
Avete in serbo altro materiale per un ipotetico secondo full lenght ufficiale?
Dunque, i pezzi, 7, ci sono già, vedremo se sarà il caso di aggiungere come al nostro solito una cover, e proprio in questi giorni stiamo parlando di iniziare a lavorarci. Avrei voluto fare uscire un nuovo album quest’anno per festeggiare i nostri 25 anni, ma non è stato possibile, probabilmente, se tutto va bene, uscirà nel 2026, e sempre nel 2026,ne parlavamo l’altro giorno con un’etichetta metal, potrebbe uscire ristampato su cd, tutto il nostro materiale pubblicato dal 2000 ad oggi, una sorta di The Story Of stile quello dei Death SS o dei Requiem. Vedremo, ci sono tanti progetti, speriamo possano andare in porto. Io ci spero…
Quanto è stato emozionante riproporre un brano dal valore storico molto importante come la divina “Lake Without Water” del Maestro Paul Chain che arriva dalle sessioni di registrazione del masterpiece “Alkahest”?
Alkahest è il mio album preferito di Paul Chain! L’altra sera parlavo al telefono con Fulvio Zagato che al tempo gestiva il fan club ufficiale di Paul Chain e parlavamo proprio di questo album e del fatto che è quello più orientato al mercato, quello più ”commerciale”, ma per me rimane un capolavoro. Naturalmente adoro tutta la produzione di Paul Chain e sono talmente “devoto” che qualche anno fa mi sono fatto costruire una cross guitar simile alla sua dal mio liutaio di fiducia e con la quale ho composto i nuovi pezzi dei Deliria! Sempre parlando di Alkahest, oltre al lato musicale, amo la parte esoterica, il progetto magico che c’è dietro e parlando di “Lake Without Water” è sempre stato il mio pezzo preferito di tutto il disco e qualche tempo fa il Mago di Orciano (chi conosce la storia dei Death SS sa di chi sto parlando…) mi disse che il testo nacque proprio da un suo triste sogno “premonitore” che mi raccontò, ma che del quale non dirò nulla per rispetto nei suoi confronti… In più, la mitica Sandra Silver, ex moglie di Paul Chain e al tempo parte attiva del progetto Alkahest, mi ha regalato poco tempo fa un video, che si può trovare anche sulla pagina Facebook dei Deliria o sul mio profilo Facebook, in cui declama il testo del pezzo tradotto in italiano, mentre in sottofondo si sente la nostra versione. Stessa cosa ha fatto con un estratto del mio saggio “Stregoneria e Inquisizione”. Sono onorato di questo, perché sono un suo fan da quando ascoltai il pezzo “Sangue”, presente nello split Paul Chain /Eversor. E’ una cara amica da anni e una persona fantastica, e a volte penso che grazie alla musica sono diventato amico di alcuni dei miei idoli come è successo con Sandra, con il Mago di Orciano e naturalmente il mitico Tony Tears.
Ti offendi se ti dico che preferisco il cantato di Lee Dorrian al tuo? (ahahah scherzo!)
Sarei stupito del contrario!!!(ahahah) Sono diventato il “cantante” dei Deliria solo per necessità, nel 2000 quando formai il gruppo alla voce c’era Luigi Persampieri, oggi cantante dei Nera Luce, lui si che sa il fatto suo. Ma dopo la sua fuoriuscita non siamo riusciti a trovare nessun altro, così ci ho provato io, e a tal proposito ti dirò che questo sarà sicuramente l’ultimo album in cui canterò io, se ci saranno le condizioni per andare avanti, vorrei riformare il gruppo per intero e dedicarmi solo alla chitarra. Come disse il mio idolo Jimi Hendrix “non so cantare, provo solo a sentire che effetto fanno le parole”. Tra l’altro per me è stato un azzardo cantare questo pezzo, volevo il più possibile imitare la voce di Lee, in quel pezzo si è superato, un grande!!! Pensa che nel 2006 la scusa per il mio primo viaggio a Londra fu proprio un concerto dei Cathedral! Quella sera conobbi anche il loro bassista Leo Smee e gli Electric Wizard che suonarono prima di loro.
Mi sembra piuttosto lecito non dover ammettere nel vostro sound l’influenza della scena inglese di fine anni ’70 e l’inizio della decade successiva, come è innegabile l’influenza esercitata dal così detto “dark sound” di casa nostra, quello dei vari Death SS, Requiem e The Black, dico bene?
Dunque, indubbiamente tra le nostre influenze ci sono i Black Sabbath, tanto che negli anni in quasi tutti i nostri lavori abbiamo inserito una loro cover, e tutte le grandi bands americane e inglesi che hanno fatto la storia del genere, ma indubbiamente come si può sentire la nostra ispirazione principale è proprio il “dark sound” di stampo italiano, oltre alle bands da te citate aggiungerei anche Antonius Rex, Jacula e il mio caro amico Tony Tears, sia in versione band che da solista.
Il Doom metal è uno stile musicale che vive attorno agli stessi stilemi ed alle stesse ambientazioni letterali di sempre, eppure nonostante tutto sembra veramente non tramontare mai, riuscendo a catturare l’attenzione di nuovi appassionati, la nascita di siti e fanzine dedite a questo genere, nonché di festival…
Questo perché il Doom non è semplicemente un genere musicale, ma uno stile di vita, adatto solo chi adora certe atmosfere, un certo tipo di letteratura, di cinema, un certo modo di vestire, determinati luoghi che evocano determinate immagini, non è qualcosa per tutti, per questo è considerato un genere di nicchia nonostante sia un genere che esiste da più di cinquant’anni e venga suonato da migliaia di bands in tutto il mondo, specie in Italia dove negli anni abbiamo sviluppato un nostro personale modo di intendere il genere, oltre ai gruppi storici citerei anche i miei conterranei Bretus (nei quali mi fu offerto il posto di chitarrista anni fa e che dovetti rifiutare per via di miei gravi problemi familiari) e Lunar Swamp, o i mitici Doomraiser, e che ha fatto scuola nel mondo, quanti dei più grandi gruppi metal includono spesso tra le proprie influenze i Death SS o Paul Chain? Prendi i Death SS, con il loro face painting erano black metal ancora prima che il black metal nascesse!!! E infatti tra i loro fans che hanno fatto la storia del black metal, c’è addirittura Mortiis, ex dei grandissimi Emperor. Pe non parlare di Lee Dorrian dei Cathedral o della drone doom band inglese Moss, tutti fans sfegatati di Paul Chain. Trovi continuamente su internet nuovi siti dedicati al genere, webzine e libri, nonché alcuni festival storici come il Malta Doom Festival che vanno avanti da anni. Proprio come un vampiro, il doom non morirà mai.
Parlando a livello concreto, quali sono le aspettative che avete posto sull’uscita del vostro Ep? Pensi che la passione consunta alla dedizione che avete espresso da sempre, possa servire in qualche modo a farvi emergere dalla calca che si è formata all’interno della scena musicale tricolore?
Mah, nessuna aspettativa a dire il vero, come già detto volevo solo capire se c’era ancora interesse nei nostri confronti e per fortuna ho avuto risposta positiva. Riguardo al fatto del poter emergere non ci ho mai pensato più di tanto, ci basta fare la nostra parte ed essere apprezzati, poi se qualcosa di più dovesse capitare meglio ancora. Già il fatto che da anni ci considerano una cult band è già motivo di soddisfazione, significa che comunque ci siamo fatti notare nonostante il proliferare di nuove doom bands.
Quanto è difficile per voi portare avanti un progetto musicale come i Deliria nel quale tutto è fatto per pura passione?
Beh, se ti aspetti di fare i soldi o avere successo con questo genere allora e meglio se lasci stare da subito, se invece ragioni sul fatto che fai quello che fai perché adori il genere e tutto ciò che ruota intorno, e lo fai con passione perchè vuoi comunque mantenere vivo il genere allora è ok. Se la guardi in quest’ottica non c’è nulla di difficile. Questo non è un genere per fighetti , ma un genere per chi adora quel mondo e quel mondo non è per tutti, fortunatamente direi…
La scena Hard ’n ’ heavy è notevolmente cambiata rispetto a molti anni fa, secondo te come pensi si sia evoluto il tuo/vostro modo di rapportarvi alla musica concepita e suonata?
Per via dei numerosi progetti musicali di cui abbiamo fatto parte, sia insieme che separatamente, probabilmente abbiamo allargato i nostri orizzonti e questo ci permette di aggiungere qualcosa anche quando lavoriamo nei Deliria e viceversa ciò che abbiamo imparato suonando rock possiamo comunque inserirlo in contesti magari più “morbidi” e farne venir fuori qualcosa di buono o di originale.
A tal uopo non posso fare a meno di chiederti qualcosa inerente alla situazione locale: è triste vedere a volte gruppi che fanno un buon lavoro e poi vengono in pratica ignorati. In Calabria poi sembra che il problema si amplifichi, vuoi per la quasi mancanza di location, o per i preconcetti e conseguente indifferenza del pubblico, dico bene?
La Calabria ha sempre avuto delle bands con un grande potenziale, bands oggi storiche, di culto, vedi i grandissimi Glacial Fear, i Gran’ma Monkey del grande Kelly Gray con il quale sia io che Ivan abbiamo avuto modo di collaborare in passato e che oggi porta avanti una carriera come solista, i punksters Meat for dogs, Lupercalia, Bretus, Lunar Swamp (queste tutte bands della mia zona) o gli storici Headcrasher di Cosenza, insomma quelli della mia età hanno avuto la fortuna di imparare anche da queste bands che nel loro piccolo hanno fatto storia e che comunque hanno sempre avuto un buon seguito. Poi da metà anni 2000 credo, il pubblico ha avuto sempre meno interesse per la musica dal vivo, non parlo solo di rock ma della musica in generale, fatta eccezione per il folk che ormai è suonato per lo più da gente che lo fa per moda e soldi, e per via del disinteresse da parte del pubblico i locali rock della zona sono andati via via sparendo, vedi il mitico B Side di Cosenza.
Per la provincialità e l’ottusità dell’ascoltatore medio italiota, a livello heavy rock, siamo e saremo sempre un paese di serie B zona retrocessione, pensi che prima o poi questo statement cambierà, o siamo condannati a compiacerci fino alla fine?
Dico da sempre che nell’underground rock e metal, l’Italia ha gruppi che spaccherebbero il culo a chiunque nel mondo, perché abbiamo un nostro modo di fare rock, vedi il prog italiano che ha sempre avuto quel qualcosa in più del prog straniero. Ma anche nel doom, all’estero il doom italiano, o più nello specifico quello che è chiamato dark sound italiano, ha fatto e continua a fare scuola. Ti racconto un episodio personale, ero a Londra con il mio carissimo amico Marco Principe (che tra l’altro conosci anche tu) ed eravamo alla Roundhouse per il concerto degli Electric Wizarde tra i gruppi spalla c’erano i Moss. Mentre aspettavamo di entrare vediamo al banchetto del merchandising dei Moss il loro cantante, Ollie Pearson. Il mio amico Marco gli si avvicina e gli dice ”c’è il chitarrista dei Deliria che vorrebbe fare una foto con te” e lui gli risponde “ah i Deliria, il gruppo doom italiano! Li conosco!”. Quando dopo la foto Marco mi ha raccontato questa cosa sono rimasto sorpreso. Questo per dirti quelle che chi suona doom all’estero, si interessa di scovare qualsiasi band italiana suoni questo genere, anche più sconosciute. Ma purtroppo, vista l’odierna ignoranza totale soprattutto dei giovani nei confronti della vera musica, sono tutti impegnati ad ascoltare trap di merda o guardare reality e “talent show” del cazzo, ho paura che tante di quelle bands rimarranno confinate nell’underground e forse tante volte non è un male, almeno vengono ascoltate da chi qualcosa di musica ne capisce e apprezza.
Non possiamo negare il ritorno in auge di certe sonorità classiche da parte di molti artisti che avevano mollato la presa proprio al culmine della loro carriera perché il mercato musicale era in qualche modo cambiato, lamia domanda è, ma quando la maggior parte di loro non sarà più on the road, chi prenderà il loro posto? Io non vedo il classico “ricambio generazionale”, e tu?
Non lo vedo neanch’io, a meno che non si vada a scavare, come dicevo prima, nell’underground! Oggi vedi solo sti cazzo di gruppi costruiti a tavolino, senza talento e che puntano tutto sul look. Terribile!!!
Ok Francesco, siamo arrivati veramente alla fine, ti lascio campo libero per le tue conclusioni finali…
Innazitutto voglio ringraziare te nuovamente per il supporto che ci dai praticamente da sempre! Ringrazio tutti i lettori di Forging Steel e tutti coloro che supportano i Deliria e tutta la buona musica in generale!!! A presto!!!
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