Ancora Napoli, un altro pezzo di storia della scena musicale di quella splendida città pregna di suoni e di colori, questa volta ad essere presi in esame, sono nientemeno che i Marshall, terzetto capitanato dai fratelli Ferrigno, Sasà alla chitarra e voce, e Mario al basso, ed il drummer Lino Mazzola a completare la line up ufficiale di quella formazione che, grazie soprattutto ad una incessante attività concertistica, che li portò più volte su e giù per i palchi dello stivale, seppero conquistarsi i favori del pubblico, che tributò i giusti omaggi al loro “Magic Diamonds”, da sempre oggetto di collezionismo da parte di migliaia di trasure hunter nostrani...
Intervista raccolta da Beppe "HM" Diana
Ciao Mario e benvenuto sulle nostre pagine, incominciamo dagli inizi della storia dei Marshall, formazione che nasce in un periodo di transizione della scena napoletana dopo il grande boom fatto registrare da formazioni seminali come Napoli Centrale ma soprattutto i grandiosi Osanna, cosa mi dici dei primi anni della band?
I Marshall nascono a Napoli nel 1985 fondati dai fratelli Salvatore e Mario Ferrigno, in un periodo appunto di transizione della scena musicale napoletana , dove gruppi come Napoli Centrale ma soprattutto gli Osanna erano abili ad imparentare il proprio sound con certe sonorità hard rock e a svelare il notevole valore di quella scena rock progressiva, l’unica in grado di farci assaporare i primi segnali di un rock duro, preludio a ciò che negli anni a seguire, avremmo potuto chiamare hard rock e heavy metal.
La prima formazione dei Marshall vedeva Salvatore Ferrigno (in arte Sasà) alla chitarra e voce, Mario Ferrigno al basso e infine Lino Mazzola alla batteria.
Il sound della prima formazione spaziava tra l'Hard Rock anni '70 e l'Heavy Metal di stampo americano.
Le nostre origini e influenze musicali sono quelle legate al primo periodo degli anni '70 che aveva come principali interpreti Led Zeppelin, Black Sabbath, Deep Purple e Van Halen, esordirono nel 1985 nel loro primo live al teatro "La Perla" dove impressionano critica e pubblico per l'impatto della loro dimensione live,successivamente i Marshall si apprestano a registrare delle demo contenenti brani come "Believe In The Night", "You Are My Star" ,"Simphony", e "Call Me Today" però per la scadente qualità di registrazione non furono fatte circolare nei circuiti underground .
Quindi la vostra era una famiglia di musicisti ben affermata, una cosa quasi normale visto l’immenso bacino e la musicalità della vostra splendida città, non trovi?
Napoli è una città che ha la musica nel sangue, e la famiglia Ferrigno ne è un esempio, quasi tutti in famiglia abbiamo in comune la forte passione per la musica, a cominciare dai miei nonni paterni che erano musicisti ,mia nonna era una violinista mentre mio nonno chitarrista, mio nonno materno suonava la chitarra nei locali di Napoli interpretando i classici napoletani, i miei due fratelli Vincenzo chitarrista, e Sasà anche lui chitarrista e vocalist nei Marshall, ed io (Mario) che sono bassista, ma suono anche la chitarra .
Una curiosità, ma il vostro nome era una sorta di omaggio-tributo ai famosi amplificatori omonimi?
Contrariamente a quanto si possa pensare, il nome MARSHALL non è un omaggio-tributo ai famosi amplificatori, bensì un idea di Sasà di rendere omaggio a uno dei suoi più grandi idoli James Marshall Hendrix prendendo appunto il suo secondo nome.
Ok, non tutti sanno che il primo lavoro ufficiale della band è lo splendido ma ancora cerbo demo tape "In the race of rock" del 1987 che, nonostante i problemi di una giovane band al debutto, riesce nel giro di pochi mesi a vendere circa quattrocento copie, una cifra molto importante per l’epoca, anche perché i mezzi di comunicazione non erano certamente quelli odierni…
Il primo lavoro ufficiale della band è la demo tape "In the race of rock" del 1987 che riesce nel giro di pochi mesi a vendere circa quattrocento copie, nei primi 5 mesi dell'88 ,questo grazie anche ad un'attenta opera pubblicitaria fatta attraverso oltre 70 radio libere Nazionali ed alcune fanzine italiane ed estere.
Visto che non ho mai avuto occasione di ascoltarlo, mi parleresti dei brani che facevano parte della track list del vostro debutto assoluto?...e se non è troppo, che genere di affiatamento si era venuto a creare fra te, tuo fratello Sasà ed il buon Lino Mazzola?
Si, l' incisione esemplarmente limpida della demo tape "In the race of rock" permette di gustare appieno le nostre doti .
"Run Alone" ha un inizio piuttosto slow e carico d' atmosfera,poi il ritmo sale gradualmente verso momenti tipicamente Hard,che sfociano nel rituale solo-guitar,
" She's cow" si snoda più o meno sulla stessa falsariga della precedente ,con in più un pregevole escursus chitarristico,che prosegue nella strumentale e conclusiva "Sibille".
Il nostro era un affiatamento perfetto e quindi il nostro sound risultava molto compatto, un trio di rockers veramente impeccabili tecnicamente e dall' indubbio gusto compositivo.
Ricordo che le recensioni che riceveste dall’allora nascente stampa specializzata, erano tutte più o meno entusiastiche, molti sottolineavano il vostro filo diretto con i maestri Zeppelin, tu che ricordi hai?
Ricordo che avevamo delle ottime critiche dai giornali Metal Shock, Flash, HM e diverse fanzine da tutta Italia, pensa che ho ancora conservate le numerose lettere dei fan che ci arrivavano da tutta Italia ed Europa (Svizzera, Francia, Londra) Infatti in quel periodo la band si sbizzarrisce in un'intensa attività concertistica suonando anche alcune covers dei mitici Led Zeppelin, Black Dog, Rock and Roll...
Elementi questi che si rafforzano nel successivo “Marshall II” un lavoro che fomenta il vostro approccio professionale e compositivo, e spinge la band ad un livello qualitativo davvero sorprendente….
Dopo esserci impegnati a far girare il demo in tutta Italia, suonando in festivals a Pescara, Reggio Calabria, viene registrato un secondo demo, un nastro ben curato, sia nella confezione che nella registrazione, intitolato semplicemente "Marshall II", c'era l' obbiettivo di conquistare una platea più vasta di quella che poteva offrire il metal in sè per sè, si puntava quindi al grosso pubblico Rock e difatti fin dall' inizio lo stile del gruppo si era inserito in schemi più rock e hard che metallici.
"Believe to night", "Get out" , "Can't you know" erano esempi di totale devozione a stilemi compositivi di una band davvero lontana dai soliti stereotipi “baffetto e pantalone a righe” di molti comprimari dell’epoca, che mi dici?
Le influenze sevientes riscontrabili sul primo demo, sono ancora più tangibili in questo nuovo lavoro molto sentito e tecnicamente ben realizzato, "Believe to night"rientra in canoni assolutamente hard riportando alla memoria gruppi come Iron Butterflye, Uriah Heep, “Get out" ad esempio propone un paragone inevitabile con i Led Zeppelin, visto che Sasà Ferrigno si lancia sulle orme di Robert Plant ,il pezzo si fa apprezzare anche per il lavoro basso e batteria. Molto orecchiabile "Can't you know" piacevole ballata che , come si deduce dal titolo, è tinteggiata da atmosfere blueseggianti
"Blues For Us".
Un successo quello del demo, che vi porta ad organizzare un vero e proprio mini tour di supporto al demo, come a dire, proprio altri tempi….
Successo ottenuto anche grazie agli innumerevoli concerti tenuti in ogni angolo della penisola un vero e proprio mini tour appunto a partire da giugno dell'88 che tocca diverse città: Salerno, Bari, Latina, Potenza, Francavilla, Reggio Calabria, Siderno, L'Acquila, Pescara, Caserta, Nola, Pozzuoli e Napoli, tutte con buon successo di pubblico.
Quante dose di convinzione e quanta di follia si nascondeva dietro alla band? Mi sembra di capire che per te, tuo fratello e Lino la band rappresentasse molto di più di un semplice viatico per esprimere i propri sentimenti, la rabbia e perché no, anche la frustrazione di vivere in una città lontana dal fulcro della scena che contava, è così??
Il pregio principale dei Marshall era la volontà coriacea di voler cercare una propria identità musicale che non fosse derivativa.
Questo è dimostrato dalla scelta del gruppo di auto-produrre il disco presso i famosi Executive Studios di John Ryan, uno dei più blasonati ingegneri del suono di Napoli.
Voleva essere la summa sonora delle fatiche e dei sacrifici fatti nei primi anni della nostra carriera, nel tentativo di uscire dall’anonimato dell’underground italiano, anche perchè vivevamo a Napoli , una città lontana dal fulcro della scena che contava .
Un esempio di follia potrebbe essere il fatto di aver rifiutato l'opportunità di fare da gruppo di apertura di uno dei gruppi più famosi d'oltreoceano che venivano in concerto in Italia. Parliamo dei Black Sabbath. Eravamo oberati di lavoro, di impegni in quel periodo e decidemmo di rinunciare.
Nel 1990 è la volta del tanto agognato debutto discografico per la Metalnews, deal che arriva a conclusione di un concorso per band emergenti che vi vide primeggiare…
Il 1990 per i Marshall fu un anno che ci vide conquistare il primo posto ad un concorso per band emergenti ( Ligabue era al 6 posto), ci aggiudicammo il titolo di "miglior emergente italiano" su una selezione di oltre 500 band in tutta Italia .
Fu anche l' anno del nostro debutto discografico per la Metalnews, fu molto impegnativo in quanto, sia prima che dopo l'uscita del disco, avevamo in programma numerose date, alcune delle quali organizzate dalla Musical Box Promotion di Klaus Byron, in più parti d' Italia .
Prodotto e registrato da John Ryan, un tecnico americano che ha lavorato con molte formazioni di rock americano e blues, “Magic Diamonds” è un disco che, ancora oggi, suona frizzante e fresco, che ricordi hai di quelle sessioni di registrazione?
Ottenuto il contratto discografico con la Discomagic, con la collaborazione di Klaus Byron, siamo entrati negli Executive Studios di Napoli dove abbiamo registrato il nostro album “Magic Diamonds“.
L'album fu registrato da John Ryan un tecnico americano, il quale aveva già lavorato con molte formazioni di rock blues acquisendo molta esperienza, quindi ha contribuito senz'altro a dare un tocco in più al nostro lavoro.
I ricordi che ho di quelle sessioni di registrazione sono quelle di un esperienza indimenticabile .
Disco il vostro, che riprendeva vecchi classici da sempre nel repertorio della band, ed alcune nuove composizioni, ce ne puoi parlare?
L'album composto da sette songs colpisce innanzitutto per la predominanza che viene data alla parte strumentale rispetto alle cantate.
Dal tipico Heavy Metal di "It's magic", "In the race of the Rock" e "She's a coward" si va a pezzi più lenti come "Run Alone" e " I can see" ad un tipico Rock 'n' Roll come "Dance Lady".
"She's a coward" e "Run Alone" fanno parte dei vecchi classici da sempre nel repertorio.
Ok, capisco, quindi mi pare di capire che la band è esistita fino a metà degli anni novanta, che cos’è successo di così determinante che vi ha portato allo split definitivo?
Lo split definitivo del gruppo è avvenuto sia per motivi esterni (la chiusura della casa produttrice del disco) che interni (Lino Mazzola aveva lasciato la formazione nel 1991, per poi fare alcune collaborazioni successive, come il concerto allo stadio di Bacoli nel 1994), i Marshall si fermano nel 1996 perchè uno scioglimento vero e proprio non c' è mai stato.
Personalmente ho sempre continuato ad interessarmi alla musica, una delle mie più grandi passioni, continuando a suonare ,scrivere canzoni e da oltre 2 anni ho un associazione musicale" Music Sensation" della quale sono il presidente.
L' associazione si occupa principalmente di far emergere i giovani, un progetto dedicato alla musica, con l'aspetto sociale di mettere la musica a disposizione dell’umanità.
Qualche annetto più tardi Lino Mazzola decide di ritornare all’attività concertistica con una nuova line up, ma con il vecchio moniker della band, tu e Sasà siete stati esclusi a priori o cosa?
Assolutamente, circa 5 anni dopo che la band era inattiva, fu Sasà Ferrigno, che decise di riformare i Marshall richiamando sia me che Lino Mazzola. Io all' epoca per problemi personali, non potei impegnarmi, ma promisi a Sasà che appena risolti i miei problemi, sarei ritornato a far parte della band. Lui mi disse che appena erano pronti i pezzi da registrare, mi avrebbe chiamato, nel frattempo la band era attiva con una nuova line-up, ma successivamente Sasà si ritirò dalla scena musicale.
Si, capisco, una brutta notizia anche per noi semplici appassionati, qual è il ricordo più importante che ti porti dentro di Sasà?
Quando seppi, circa sei mesi fa, mi sentii svuotato, qualunque pensiero non poteva consolarmi , ricordo solo che ho pianto tanto... Non ho realizzato all'inizio, il difficile è venuto dopo il funerale, quando ho avvertito questa mancanza, mi sono sentito come se un peso mi fosse caduto addosso.
Sentivo il peso, un fratello che non c' è più, che manca, un dolore grande, un forte senso di nostalgia il ricordo di tutti i bei momenti condivisi con lui sia in famiglia che nella musica.
Con il tempo il dolore della perdita non muta, ma cambia il rapporto con il proprio dolore.
Ci si abitua, si impara a portarlo con sè , la sua mancanza si sente tantissimo, il ricordo che ho di lui, è di un fratello maggiore protettivo nei miei confronti.
Mi ha insegnato tanto, era una persona molto solare, con un animo sensibile , era un grande talento, molto carismatico con i suoi assoli di chitarra indimenticabili....
Il suo ricordo mi incita a continuare il discorso musicale da lui interrotto e purtroppo non più ripreso ,ed ogni volta che suono lo sento vicino proprio come se ci fosse lui accanto a me .
Sasà mancherà tanto a tutti noi, ma resterà sempre vivo nei nostri ricordi.
Visto che sei un musicista con una certa esperienza alle spalle, che cosa ti sentiresti di consigliare ad una band che sta muovendo i suoi primi passi all’interno del famigerato music biz??
Di crederci sempre e di studiare . Non dimenticando mai che la preparazione e l’umiltà sono alla base di questo mestiere.
Un’altra cosa che consiglio a tutti i musicisti, è di confrontarsi cercando di apprendere sempre da altri musicisti, mantenendo l’orecchio sempre attivo e sperimentare nuove sonorità.
“Qualsiasi esperienza, anche negativa, può portare una crescita professionale e umana”.
Rimboccarsi dunque le maniche e diventare manager di se stessi, costruendosi dei canali di promozione con le proprie forze e proporsi a locali per suonare dal vivo.
Oggi fortunatamente si hanno a disposizione tanti mezzi di promozione come i social networks, che consentono di far ascoltare la propria musica veramente a chiunque.”
La musica e' intangibile, magia, creativita', comunicazione, tuffi nel mistero senza rete, passione, sfogo, gioia ,lacrime ed emozione; il business e' il tentativo empirico e distorto di rendere tutto cio' quantificabile in soldi.
Elementi che stai cercando di inculcare anche a tua figlia che sta cercando in qualche modo di ripercorrere la tua carriera di musicista?
Essendo la musica una componente fondamentale della mia vita sicuramente ho cercato di inculcare a mia figlia Giusy questo mio amore incondizionato per la musica, facendogliela ascoltare ed apprezzare sin da piccolissima e devo dire che mi è riuscito alla grande!!
Infatti Giusy sin da piccola ha dimostrato un interesse e talento per il canto, all' età di 11 anni ha iniziato a scrivere canzoni, vincendo anche un concorso canoro indetto dall' Universal Music Italia con un una interpretazione di un testo da lei scritto in inglese.
Ok Mario, siamo alla fine, ti lascio campo libero!!!
Beppe, ti ringraziamo tantissimo per questa grande iniziativa, vera e soprattutto sincera, veramente pochi sono gentili e disponibili come te. Un saluto a te e a tutti quelli che credono in cio' che fanno con passione!
Grazie di tutto
ROCK ON \m/
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