Arkon - Arkon
Sardegna terra di cultura nella quale tradizione, miti e leggende si concatenano in un unicum per dare forma e sostanza a quell’alone di “unicità”, mi si permetta il termine, che da sempre delinea i tratti somatici e caratteriali di un popolo fortemente legato alle proprie radici formative.
Elementi questi che, naturalmente, convergono in maniera univoca all’interno del tessuto lirico e compositivo dei new comer Arkon, formazione classica a quattro elementi che arriva dall’hinterland di Oristano, qui al debutto sulla lunga distanza dopo un ep ed un singolo, che si pregia dei servigi della rediviva Doom Symphony, etichetta satellite della più rinomata label di Novi Ligure, la stessa che in un passato non tanto recente aveva portato alla luce le fatiche discografiche di band di assoluto rilievo come i nostrani Silent Hill, e gli svedesi Faith e World Below.
Il risultato è una sapiente amalgama che verte attorno ad un approccio heavy/doom viscerale, tipico delle lande albioniche degli ’80ies, con un retrogusto dal taglio squisitamente dark, che si permea attorno a composizioni edificati su intriganti architetture melodiche ricche di sfumature armoniche, sottolineate dall’ugola salmodiale ed espressiva dell’istrionico Alberto Melis, teatrale ed enfatico, abile a sottolineare le trame horror-ifiche e plumbee all’interno di un escursus sonoro che cinge in un unico abbraccio elementi che arrivano dalla scuola dei maestri High Tide, Dust e Sir Lord Baltmore, fino ad arrivare alle dissonanze più marcatamente doom metal di Black Sabbath, Pentagram e Necromandus.
Riferimenti mistici che trovano il proprio culmine fra le brume di composizioni esemplari come ad esempio “Oclubaria” che porta avanti un discorso sonoro posto a metà strada fra un guitar riffing di tipica impostazione doomish, e quelle armonizzazioni lisergiche di natura tacitamente classica, la più cadenzata e marziale “Sacrifiziu”, contraddistinta da un basso ipnotico e giri armonici che sanno di fughe siderali, o il capolavoro “S'erchitu” lento, decadente e fatalista, imperniato ancora una volta attorno a lunghe fughe strumentali di chiara impostazione psichedelica.
Album da ascoltare con la mente sgombra da qualsiasi tipo di pregiudizio legato al cantato in lingua sarda vero e proprio trademark della band sin dagli esordi.
Zero innovazioni, tutta sostanza, questi sono gli Arkon prendere o lasciare..
Beppe “HM” Diana
Etichetta: Doom Symphony
Genere: Doom Metal
Anno di pubblicazione: 2024
Line up:
Alberto Melis - vocals
Italo Pitzalis - guitar
Giuseppe Maisola - bass
Angelo Ucheddu - drums
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