The Headless Ghost - King of pain
Debutto da incorniciare pe r i meneghini The Headless Ghost i quali, oltre a portarsi dietro un monicker alquanto particolare, dimostrano d’essere in possesso di alcuni elementi distintivi, che li hanno condotti, in pochi anni, ad imbastire uno stile musicale ben definito a base di corrosivo heavy metal old style che, durante l'ascolto prolungato di “King of Pain”, riesce a toccare vertici qualitativi veramente sorprendenti.
In più la produzione finale del disco, ottenuta agli Elnor Studio ad opera del mago della consolle Mattia Stancioiu che, naturalmente, rappresenta per i nostri ben più di un semplice trampolino di lancio, aggiunge spessore e vigorosità ad un lavoro che non potrà che piacere ai fan più oltranzisti di una certa frangia del versante più conservatore del metallo nobile per antonomasia.
Teatralità ed enfasi, ecco quali sono le prerogative principali attorno al quale sembra ruotare quest'opera prima pervasa com'è da quell'alone oscuro e mistico, e questo grazie soprattutto ad un versante lirico di natura tipicamente horrorifica elementi questi che, comunque, non pregiudicano un certo aspetto tecnico, e che, combinati a dovere, ci portano al cospetto di otto brani incentrati attorno ad una componente musicale si magmatica, ma di tipica estrazione classica.
Episodi che denotano una certa maturità compositiva, il caso dell’intensa title track, sicuramente fra i brani più riusciti del lotto, o dell’altrettanto valida “Whisper in the dark”, pragmatica nel suo incedere marziale, ben si amalgamano ad atmosfere giocate attorno a soluzioni che risultano essere il perfetto compendio di tecnica, gusto compositivo e pragmatismo come l’ottima “Angel in flame”, rappresentano da sole un valido biglietto da visita.
Beh, sicuramente la determinazione e la tenacia sciorinata dai cinque in questo primo frangente, ci fanno ben sperare per il futuro, si spera ricco di soddisfazioni personali, le qualità intrinseche ci sono, è inutile negarlo. Le capacità tecniche individuali, sono ampiamente sopra la media, e si traducono in una manciata di ottime composizioni nei quali impatto e fisicità si fondono in un intenso ed inebriante tessuto musicale.
Per quel che ci riguarda promossi a pieni voti
Beppe “HM” Diana
Anno di publicazione: 2024
Etichetta: Punishment 18 Records
Genere: Heavy Metal
Line up:
Steven Crow – vocals
Aurelio Parise . guitars
Alberto Biffi - guitars
Simone Pesenti Gritti - bass
Omar Capetti - drums
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