Cult metal band!!! Un aggettivo appropriato per descrivere quello che sono stati degli stutunitensi Leather Nunn, formazione che, più di altre, riuscì a sfiorare il fatidico salto di qualità, per poi essere inghiottita nella nebbia brumosa, per rimanere legata ai ricordi ed alle emozioni di chi ha vissuto intensamente gli anni ottanta. Con un solo album alle spalle, lo stratosferico “Take the Night”, e la registrazione di una demo rimasta per anni nell'oblio, la formazione originaia di Jacksonville, seppe farsi valere ed apprezzare, grazie alle qualità intrinseche del loro heavy metal tout court giocato su tipiche ambientazioni classiche, attorno alle quali, i nostri, sapevano ricreare un muro di suoni potentissimo, che richiamava alla memoria le lezioni impartite dai maestri inglesi dell'epoca d'oro.
Al bassista della band Jim Mehm il compito di farci rivivere quelle atmosfere.
Intervista a cura di: Beppe Diana
Ciao Jim e grazie per il tuo tempo prezioso, la prima domanda obbligatoria, quando avete deciso di dare vita ai Leather Nunn?
Ciao Beppe. I Leather Nunn sono stati formati nel 1984 da me e da Wade, il nostro cantante.
Ho incontrato Wade in un negozio di musica.
Stava suonando alcuni brani di Ozzy con la sua chitarra, quando sono entrato, gli ho detto "hey, fai parte di una band?", mi ha risposto "No", così gli ho offerto di formarne una, ed è quello che abbiamo fatto quel giorno.
C'è qualche motivo specifico dietro alla scelta del vostro nome così particolare?
Jerry Brewer ebbe l'idea di utilizzare quel nome per la band perchè dalle nostre parti c'era un disc jockey specializzato in heavy metal di una stazione radiofonica minore che si faceva chiamare The Leather Nun, noi abbiamo solo aggiunto una “n”.
Com'era la scena locale a Jacksonville in quel periodo? Ci sono formazioni che ricordi e con le quali avete diviso il palco?
E 'stato molto difficile essere una metal band in una città come la nostra, il pubblico in qualsiasi club di Jacksonville ci chiedeva ad alta voce di suonare una versione di "Free Bird" quasi ogni notte, ma Wade gli ribadiva sempre a suo modo che noi eravamo una band metal, non una band di fottuto Southern RockRicordo gli Stevie Stiletto e gli Switchblades, ottime formazioni di heavy rock, i più pesanti Destroyer al limite del thrash metal, o i Lead Webb, altra grandissima formazione.
Che cosa puoi raccontarci della del vostro mitico studio personale/sala prove chiamato The Coven?
The Coven è stato il nostro ritrovo sin dai primi giorni in cui la band è stata formata, e si trovava sulle strade principale del Riverside sul lato ovest di Jacksonville.
Sapevamo che non c'era posto per band come la nostra in una città conosciuta per essere la patria del rock suddista, così abbiamo trovato quel posto chiedendo al fratello di John di dipingere sulle finestre qualcosa che non desse nell'occhio.
Visto che la sala si trovava proprio nelle vicinanze di una chiesa cristiana ortodossa, i dipinti hanno assunto dei particolari "addobbi" liturgici.
Suonavamo in quel locale il venerdi ed il sabato. In seguito abbiamo cominciato ad invitare altre gruppi a venire ad esibirsi con noi, facendo pagare una piccola tassa con la quale coprivamo l'affitto del locale, dell'equipaggiamento e dell'attrezzatura che usavamo.
Cosa ricordi delle sessioni di registrazione del vostro unico disco? Avete avuto a disposizione uno studio professionale e delle persone competenti che hanno lavorato con voi nella realizzazione di quell'album?
E se non è troppo, la Kay records che ha pubblicato “Take the night” era collegata al tecnico del suono Jhon Key?
Lo studio che avevamo affittato era utilizzato principalmente per registrare “musica da chiesa” per questo abbiamo pensato che fosse perfetto per una band chiamata Leather Nunn.
Credo che la registrazione del disco ci sia costata all'incirca circa 500 dollari.
John Key, il tecnico del suono, era un tipo abbastanza inquadrato e molto, molto credente, abbiamo dovuto trattenerci anche quando ci veniva voglia d'imprecare, ahaha, era anche il proprietario della stessa etichetta.
Una grande mano l'abbiamo avuta da Chip Barr un ragazzo molto famoso per le sue registrazioni in ambito underground a Jacksonville, lui ci ha cucito addosso il suono che volevamo.
Gli amplificatori per la chitarra sono state registrate nel bagno della casa di John, mentre le parti di basso nella stanza accanto alla cucina.
Prima delle registrazioni abbiamo suonato quei brani per dieci volte al giorno, per delle settimane, in modo che, quando siamo andati in studio, molti dei brani sono stati registrati al primo ciak.
Sono sempre stato attratto dall'ingresso con la porta della chiesa che appare nella copertina ufficiale del vostro lp, di cosa si tratta?
La porta raffigurata sull'LP è di quella chiesa di cui ti parlavo prima. Come detto, si trovava in fondo alla strada dal nostro “The Conven”.
E' stato un impulso del momento. Ci siamo presentati una domenica, vestiti di tutto punto, e subito dopo che la messa era finita e la chiesa era vuota, abbiamo fatto qualche foto
Personalmente penso che le canzoni presenti in questo album sono molto particolari, ognuna dotata di una propria anima, anche se, in passato, ricordo che la band è stata più volte paragonata agli dei del metallo Judas Priest, cosa ne pensate di questa affermazione?
Mah, gli altri ragazzi della band potrebbero pensare che questo sia il miglior complimento che abbiamo mai ricevuto, a me invece fa sorridere solo sentirtelo dire.
Mi spiego, penso che la band avesse tutte le carte in regola per fare ottime cose in prospettiva, anche perchè in possesso di alcuni talenti artistici per quel che concerne lo scrivere canzoni.
Tutti noi abbiamo contribuito alla stesura dei brani, ma gente come Jerry Brewer e John Gouchnour avevano un passo in più, con il primo che snocciolava colate di riff pesanti con la sua sei corde, le parti heavy dell'album sono farina del suo sacco, ed il secondo che riusciva sempre e comunque ad inserire i suoi lick melodici nei refrain di ogni song.
In più ti ricordo che avevamo una vera punta di diamante alla voce che rispondeva al nome di Wade Williams.
Quindi quali pensi siano state le band che vi hanno influenzato personalmente, e come band, sulle quali vi ritrovavate tutti d'accordo?
Siamo ed eravamo grandi fan die Kiss, in particolare Jerry, Iron Maiden, soprattutto Wade, Dio, Judas Priest, Ozzy, e di tutte le bande di Los Angeles che sono uscite allo scoperto nei primi anni '80.
Jerry e Wade erano per le band più pesanti. John e Jimmy apprezzano le band metal più melodiche.
A me invece piaceva Barry Manilow, ahhahha. Sto solo scherzando, a me piacevano tutte le band menzionate.
Ho letto che la band riuscì a supportare l'uscita dell'album, suonando dal vivo di spalla a grandi nomi del calibro di Winger, Metal Church e Motley Crue, quali sono i tuoi ricordi personali di quei momenti magici?
Com'è stato suonare dal vivo con quei mostri sacri?
Avete imparato da loro come stare su un palco ed "affrontare" il pubblico?
Le date di supporto alle band da te citate, erano organizzate da un nostro amico di Jacksonville, la nostra città natale.
Le band chiedevano alcuni gruppi di supporto per scaldare il pubblico, e noi ci facevamo trovare sempre pronti. Per noi sono state delle esperienze indimenticabili, le migliori di sempre, eravamo giovani, carichi di adrenalina e pieni di speranze.
Tutti quelli che sono venuti ad un nostro concerto, hanno sempre detto che la band era fantastica dal vivo, d'altronde sul palco davamo il cento per cento di noi stessi.
Cosa è successo alla band dopo la pubblicazione del disco?
E' vero che per un periodo avete avuto una formazione a quattro elementi?
Dopo aver suonato assieme per alcuni anni e trovato il giusto affiatamento, abbiamo deciso che era giunta l'ora anche per noi di compiere il fatidico salto di qualità.
Sapevamo che il passo successivo sarebbe stato quello di iniziare a suonare nei club della nostra città e dei paesi vicini, ed è così che abbiamo dovuto imparare a suonare delle cover di altre band, solo per garantirci alcune esibizioni live, nient'altro.
Questo ci ha permesso di girare parecchio, soprattutto nella zona sud-est del nostro paese, nella quale eravamo molto conosciuti ed apprezzati.
Tornati a Jacksonville, alcuni di noi hanno deciso che non volevano più suonare brani di altri artisti, ma cercare di essere una banda originale in tutto e per tutto, anche se eravamo sicuri che i club della nostra zona ci avrebbero sbarrato le porte.
Per questo John ha iniziato a suonare in una cover band, Jimmy si è preso una pausa smettendo per diversi anni di suonare la batteria, mentre Io, Jerry e Wade abbiamo cercato di tenere duro, ed abbiamo preso Matt a suonare la batteria con noi.
Dopo diversi mesi con Wade e Matt, abbiamo deciso di trasferirsi a Los Angeles, per cercare di dare una svolta professionale al nostro progetto, nella speranza di trovare un contratto discografico.
Qui abbiamo messo insieme una band chiamata semplicemente "Children", con la quale abbiamo suonato in diversi locali sul Sunset Strip, alcuni dei quali sold out.
Su Metal Archives non c'è nessuna menzione della vostra demo che si trova come bonus sulla versione di “Take the night” edita dalla Metal Reunion Records, ne di brani come “Lost the children shout”, “Keep the dream alive”, e degli altri, da dove arrivano quelle canzoni?
Come ti ho deto poco fa, dopo che John e Jimmy ci hanno lasciato, la band ha trovato un incredibile batterista nella persona di Matt Rimes.
Wade, Jerry, Matt ed io abbiamo registrato il demo con quelle song e lo abbiamo pubblicato nel periodo losangelino.
“Lost the children shout” è stato il brano di una “unsigned band” più richiesto sulla stazione radio Z-Rock dell'epoca.
Tornando ai giorni nostri, nel 2010 c'è stata una reunion inaspettata della band con tanto di mini tour di alcune date, ce ne parleresti?
Dopo aver vissuto a Los Angeles per circa sette anni, ho cominciato a ricevere telefonate ed e-mail da parte di molte persone di tutto il mondo che ci chiedevano informazioni sui Leather Nunn.
Nessuno di noi si era reso conto che dal momento in cui l'Lp era stato pubblicato, si era venuto a creare un movimento underground in tutto il mondo di appassionati interessati alla band ed alla nostra musica che, grazie all'avvento del web, era stata resa fruibile in diversi paesi.
Tutto questo è accaduto in concomitanza con la rivoluzione della musica digitale.
Non avevamo minimamente idea della popolarità raggiunta dalla band, e nemmeno che il nostro unico disco fosse uno dei più ricercati da centinaia e centinaia di autentici metal maniac.
Così, quanto ho ricontattato gli altri ragazzi ed ho detto loro che avevamo conquistato il cuore di molti fan in giro per il pianeta che non sapevamo nemmeno di avere, a primo acchito mi hanno preso per pazzo, mentre, dopo le prime telefonate, sono rimasti tutti entusiasti.
Il passo per la reunion si è concretizzato dopo alcune prove estenuanti, ma alla fine abbiamo superato anche le più rosee aspettative..
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