Monument - Unleashed the dogs
Attitudine!!! E’ celato dietro questa semplice locuzione la propensione artistica che muove l’animo degli inglesi Monument, giovane formazione che, con la realizzazione della loro seconda opera “Hair of the dog”, e’ riuscita a farci rivivere le atmosfere cariche di misticismo enfatico, le stesse che si respiravano fra i solchi polverosi di molti dischi di formazioni underground di fine anni ottanta.
Anacronistici, fuori dal tempo, si, ma anche dannatamente autentici e tenaci, questi sono i Monument, prendere o lasciare….. a voi l’ardua sentenza…
Intervista raccolta da: Beppe Diana
Ciao Pete e benvenuto sulle nostre pagine, partiamo subito con la prima domanda, il primo album dei Monument ha ottenuto molti feedback soddisfacenti quando è stato pubblicato, pensi siano stati tutti meritati?
Ciao Beppe. Certamente penso di sì, a mio modesto parere “Renegades” era il perfetto equilibrio tra il vecchio Heavy Metal britannico e i suoni più contemporanei degli ultimi anni. Questo è stato il nostro obiettivo con il primo album e credo che lo abbiamo raggiunto, non trovi?
Beh, penso di si, per cui mi fai capire che è stata l'esperienza che avevate maturato ai tempi di "Renegades" che vi ha reso più sicuri sul da farsi per le registrazioni di "Hair of the dogs"?
"Hair of the dogs" è un album più maturo del primo, penso che il songwriting dei brani sia nettamente migliore e, se lo ascolti attentamente, ti fornisce la sensazione molto più reale di quello che sono i Momument rispetto a “Renegades”.
Quindi a parte il vostro batterista Giovanni Durst che si è unito alla band da qualche mese, siete insieme da qualcosa come cinque anni. Avete trovato qualche formula per poter appianare le problematiche che di solito si hanno suonando in una band?
Nella scena musicale odierna è piuttosto difficile mantenere una line up insieme, soprattutto quando i guadagni sono sempre inversamente proporzionali al lavoro svolto. Fortunatamente per noi, siamo tutti molto amici anche al di fuori della band, ed il nostro legame va oltre la musica. Questo ha sicuramente giocato una parte fondamentale nello stare insieme per così tanto tempo.
Come per il precedente disco anche per il nuovo sei ancora il principale compositore della band, questo mi fa capire che hai in mano le redini della band in prima persona, è veramente così?
Non ho alcun problema ad utilizzare idee compositive di altre persone, l'unica cosa che conta per me è che ogni canzone sia perfetta, non c'è spazio per l'ego o cose di questa natura, se uno dei ragazzi ha un idea migliore della mia, la utilizziamo, tutto qui.
Quante settimane avete passato in studio per ottenere questo imponente muro di suoni? Com'è stato lavorare con Scott Atkins nei suoi Grinstone Studios?
Conosco Scott da anni, lui è un grande ragazzo e un ottimo produttore. Siamo totalmente soddisfatti del suo lavoro negli Grinstone Studios.
Abbiamo trascorso alcune settimane per tutto il processo, dalla registrazione al mix finale, ma sono sicuro che sei d'accordo che i risultati ne sono valsi la pena.
Indubbiamente si, cambiando argomento, anche se i testi sono abbastanza personali, siete sicuri che l'ascoltatore possa relazionarsi in qualche modo con loro? A che cosa ti sei ispirato quando hai scritto le liriche delle dieci tracce? Hai trovato degli stimoli leggendo le metriche di altri autori?
Non so dirti se ho tratto ispirazione dai testi di altri musicisti, anche perchè ho un modo molto personale di scriverle, certamente mi ispiro alle mie band preferite quando si tratta di scrivere la parte musicale, ma non dei testi. Scrivo testi che mi diano sicurezza cantandoli e che mi facciano sentire naturale.
Cerco sempre di mantenere un punto di domanda anche quando scrivo testi personali, lasciando trapelare che c'è ancora spazio per l'interpretazione e che la gente può ancora relazionarsi con le mie parole.
Perché proprio "Hair of the dog"? Pensi sia un buon titolo per questo album?
Beh, è ovviamente un gioco di parole e ha un doppio significato. “Hair of the dogs” è il classico “giorno dopo” una grande serata passata fuori, nella quale per essere approvato dal gruppo l'unico modo è bere di più.
Per cui “Renegades” rappresenta in qualche modo la grande serata passata fuori, e “Hair Of The Dog” è il giorno successivo, quando di solito facciamo tutto di nuovo.
Inoltre il cane nel titolo è la nostra mascotte, Jack, quindi abbiamo trovato che fosse divertente e abbiamo deciso che era il titolo migliore per l'album.
Domanda classica: è innegabile non sentire evidenti influenze di Maiden e Priest che brillano nel suono dei Monument, qual'è il vostro rapporto con queste bande sia per quel che concerne il vecchio che il nuovo materiale? Quale tipo di influenza hanno esercitato?
Sia Maiden che i Priest sono le nostre principali influenze e noi ci vediamo in qualche modo come la banda responsabile che continerà a tramandare quel tipo di suono dopo che questi ragazzi abbandoneranno la scena, speriamo il più tardi possibile.
Ci sentiamo seriamente fieri di questo stato delle cose, e posso assicurarti che, finché possiamo fare qualcosa, non lasceremo che questo tipo di suono muoia. Personalmente sono un fan di tutti i periodi di entrambe le band.
Voi siete sotto contratto con la Rock of Angel dopo essere stati gestiti dalla MGR in passato. Che cosa è stato più importante per voi quando è stato il momento di scegliere l'etichetta con cui lavorare?
La Rock Of Angel Records è la migliore etichetta che potremmo mai desiderare. Siamo la loro priorità numero uno, credono al cento per cento nei Monument tanto quanto noi, e per una giovane band come la nostra è essenziale avere qualcuno che gestisce almeno la disctribuzione fisica del cd. Eppoi è meglio essere la priorità di una label che ha poche band ma valide, che essere una delle tante formazioni che appartengono ad un rooster con decine e decine di compagini.
A proposito, molte delle vostre release ufficiali sono sold out da molto tempo, penso anche al tuo primo album che è ormai difficile da trovare, pensi che ci sarà la possibilità di una ristampa di tutti i cd?
Sembra che tu ci legga nel pensiero, sono sicuro che alla fine, non so quando, ci saranno delle ristampe di tutte le nostre release ufficiali, mini e singoli compresi.
Pete penso che questa sia la prima volta che vedo una band che rilascia un video ufficiale per una canzone posizionata alla fine di un album, questo mi fa pensare che tutte le canzoni siano importanti per la band, giusto?
Stai parlando del video di “Lionheart” vero? Assolutamente si! Noi non abbiamo canzoni "filler". Ogni brano è importante come quello successivo, altrimenti non sarebbe sull'album.
Se non sbaglio state scrivendo alcuni brani per una nuova release, cosa dobbiamo aspettarci dal nuovo disco? Pensi che la prossima release sarà molto diversa da "Hair of the dog"?
Penso che l'album successivo avrà composizioni migliori di quelle apparse in “Hair Of The Dog”. Per il prossimo album stiamo cercando di provare cose che non abbiamo fatto in passato ma, nonostante tutto, penso che sarà accettato anche meglio dell'ultimo.
Come è la situazione per una giovane band di metal classico come i Monument oggi nel Regno Unito? Possiamo parlare di una rinascita della scena musicale nel vostro paese?
Purtroppo il Regno Unito è il posto peggiore per il tipo di musica che suoniamo attualmente. Tutte le band del settore sembrano interessate a promuovere la loro “roba americana”, il che è veramente ironico perché siamo il paese in cui tutto ha iniziato tutto.
E questo è il motivo per cui non suoniamo molto nel Regno Unito.
Non intendiamo compromettere la nostra visione della musica e le nostre convinzioni per essere intervistati da una rivista britannica. Noi suoniamo per le persone che apprezzano quello che facciamo.
Il prossimo due di giugno sarete parte del bill del Rock Hard Festival con band come Opeth, Fates Warning e Candlemass, pensi di essere più motivato o entusiasta?
La Germania ci ha davvero adottato, soprattutto dopo la pubblicazione di “Hair Of The Dog”.
È sempre un'occasione molto speciale per noi ogni volta che ci prepariamo a suonare per la serata principale di una grande festa europea, per la band è un enorme risultato e questo dice veramente molto su quanta gente crede in noi e ci vuole vedere dal vivo.
Ok, Pete, ti ringrazio per la tua pazienza, faresti un saluto speciale ai nostri lettori?
Grazie per l'intervista. Vorrei ringraziare tutti i nostri fan che ci sostengono sempre e ci rendono una band importante. Ci vediamo ai nostri concerti!
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