Messerschmitt - Metal Lethal

 


Quanta passione ci vuole a portare avanti un progetto musicale in un paese da sempre considerato di seconda fascia come il nostro nel quale anche le band storiche fanno fatica ad andare avanti e ad imporsi all’interno di una scena musicale asfittica arrivando a raccogliere solo briciole? Risposta: tanta, tantissima, soprattutto quando, superati abbondantemente gli anta, ritorni a farti sentire, a livello puramente discografico, dopo un lungo periodo di apparente stasi mediatica, e decidi di rituffarti a capofitto nella mischia con l’ostinazione e la determinazione degli esordi, e quella consapevolezza, questa si, che non tutto è andato perso per sempre. E la passione, nobile sentimento, è l’elemento che da sempre sta alla base della creatura Messerschmitt, leggete l’intervista, e lo capirete, i quali sono tornati nuovamente alla ribalta con una raccolta antologica che si pone da ipotetico spartiacque fra presente e futuro, chiudendo, in parte, un capitolo per aprirne uno nuovo, si spera, sempre più ricco di soddisfazioni personali….

Intervista raccolta da Beppe "HM" Diana


Ciao ragazzi, benvenuti sulle pagine di Forging Steel, grazie del tempo che ci state volendo dedicare, “Still Lethal Metal” è uscito già da qualche settimana sia in versione liquida che su supporto ottico, so che è ancora presto per trarre delle somme, comunque mi pare di capire che sia voi come band che la Metal Zone Italia, siate abbastanza soddisfatti di come stiano andando le cose, dico bene?

(Luca) Ciao a voi e a tutti i lettori! Si, diciamo che soprattutto dalle piattaforme on line arrivano discreti riscontri. Siamo moderatamente soddisfatti.

(Francesco) Questa uscita è stata pensata con fini antologici e anche se per noi era importante fissare alcuni passaggi della nostra storia su cd, sinceramente eravamo un po’ preoccupati che potesse essere accolta come una sorta di riempitivo in attesa del nuovo album. Stiamo scoprendo, invece, che la riproposizione del nostro repertorio di stampo più marcatamente ottantiano raccoglie ancora interesse.

Visto che siamo in argomento, quanto è importante per una formazione underground come la vostra sapere di poter contare sull'apporto incondizionato di una giovane label come la vostra?

(Francesco) Siamo legati a Gianfranco Belisario da una lunga e solida amicizia ed è un piacere lavorare con persone che hanno la tua stessa passione. A parte un vinile del 2015, tutte le nostre uscite sono state prodotte con Metal Zone e abbiamo sempre potuto contare su grande serietà e affidabilità, ma soprattutto c’è grande rispetto reciproco, elemento fondamentale quando si fa musica per passione e quindi non si è molto propensi a piegarsi alle logiche di marketing. Anche grazie a Gianfranco con il tempo abbiamo imparato l’importanza di alcuni aspetti accogliendo quelli che sono sempre stati consigli e mai imposizioni. Questa modalità di collaborazione per noi è perfetta perché ci offre continui punti di vista alternativi e spunti costruttivi senza forzature ed imposizioni. 

(Luca) Conta molto, in particolar modo per l’entusiasmo, che nonostante l’età di tutti e cinque, siamo diversamente giovani over 50, non ci abbandona mai. L’entusiasmo e la voglia di mettersi in gioco continuamente, è indispensabile per una band underground, con Metal zone, l’intesa, da questo punto di vista è incorruttibile.



“Still Lethal Metal” è il classico titolo che, come facevo notare nella mia recensione, risuona come una vera e propria dichiarazione di intenti, dico bene?

(Francesco) Nonostante la nostra lunga carriera (anche se per molti anni la band è stata inattiva) per noi è sempre più importante fissare su CD quello che siamo stati e quello che siamo, perché in passato non siamo riusciti a farlo. Still Lethal Metal nei nostri intenti è a tutti gli effetti una antologia, anche se contiene molti brani che sono ancora in scaletta nei nostri live. All’inizio del 2022, infatti, con Gianfranco (Metal Zone) abbiamo deciso di portare avanti due strade in contemporanea, il lavoro sul disco nuovo e questo progetto (che vedrà una prosecuzione nel 2023). Su Still Lethal Metal il nostro approccio e quello della produzione (leggi Fabio Lanciotti, sempre al mixer di tutte le nostre uscite) è stato quello di riproporre il nostro sound originale, sia come arrangiamenti che come suoni, in modo che i brani non venissero fuori tanto diversi da come li eseguiamo dal vivo. Sulle produzioni nuove, invece, emerge di più la voglia di sperimentare e di uscire dal seminato, anche prendendosi dei rischi. In altre parole, oggi non ci vorremmo sentire forzatamente ed unicamente identificati come una band di metal classico anni 80… ma in Still Lethal Metal le nostre radici vengono fuori in modo evidente perché i brani contenuti sono per lo più di quel periodo.

(Luca) Mah, più che una dichiarazione di intenti è una sorta di suggellamento di alcune cose che ci identificano molto col passato, nel senso che noi siamo stati sta roba qua, guardiamo al futuro e alla modernità, ma non ci sogniamo di rinnegare le radici, seppur le tracce siano state riarrangiate e rese più fruibili in chiave Messerschmitt attuali, un aspetto che, tra l’altro, ci ha gratificato molto

Una sensazione che avevo piacevolmente notato già con il precedente “Raising Hell” e che si è rafforzata con il nuovo album, ovvero secondo me siete una delle poche formazioni oggi in azione sul territorio italiano, che riuscire a trasportare l'ascoltatore in una dimensione spazio temporale parallela, facendogli rivivere le tipiche ambientazioni sonore degli '80ies, come ci riuscite? Avete trovato una formula magica di cui ci volete rendere partecipi?

(Francesco) No, purtroppo, come dicevo prima, sono le nostre radici che, per quanto ci sforziamo di “evolvere”, vengono sempre fuori con prepotenza. La verità è che musicalmente abbiamo vissuto gli anni 80 con grande pienezza ed entusiasmo e il metal di quegli anni è divenuta la colonna sonora della nostra adolescenza (e anche oltre). In termini di approccio compositivo non c’è molto da spiegare: le nostre canzoni nascono da riff di chitarra. In testa suonano nei modi più disparati, perché in questi ultimi 40 di musica e di influenze sotto i ponti ne sono passate parecchie, ma quando passi agli arrangiamenti e hai una sezione ritmica come la nostra… ecco lì che hai di nuovo in mano un disco che potrebbe essere uscito nel periodo tra il 1985 e il 1990! Certe volte questa cosa la viviamo come un limite… ma così è...

(Luca) Raising Hell secondo me mantiene vive le tradizioni, coerentemente con quanto detto prima, ma il nostro intento era quello di rendere suoni e testi più attuali. La formula magica forse e’ proprio questa, mantenere la tradizione di un heavy metal “classico”, dandogli una chiave di lettura adeguata ai tempi, cercando, inutile girarci intorno, di accattivare le simpatie anche di coloro i quali non sono propriamente fan dell’Heavy Metal. L’antologia ha anch’essa questa caratteristica.



Come ed in che maniera è nato l'espediente della raccolta antologica, visto che le vostre pubblicazioni ufficiali si possono contare veramente sulle dita di una mano? Sembra quasi che queste otto composizioni chiudano definitivamente un capitolo per riaprirne uno nuovo, dico bene?

(Francesco) Si, come in parte già detto l’intenzione, che parte da un’idea di Gianfranco (Metal Zone) è di commemorare i nostri 40 anni dalla fondazione (non posso dire di attività) che ricorrono nel 2023 attraverso due cd antologici, con il doppio intento di mettere su CD materiale sparso già pubblicato o ancora nel cassetto ma che per noi merita di essere condiviso, oltre a voler definitivamente chiudere un ciclo e dedicarci, aggiungo io, finalmente, alla musica che stiamo componendo ora. Al di là delle uscite discografiche, come band, infatti, abbiamo un repertorio abbastanza vasto a cui andrebbero aggiunti moltissimi brani composti nel periodo 1986/2006 che non hanno mai visto la luce per problemi organizzativi. Qualcuno, infatti, potrebbe dire che rispetto al tempo di attività dei Messerschmitt le uscite discografiche siano esigue, ed è vero. Ma questo non significa che la band abbia prodotto solo la musica pubblicata. L’antologia per noi, quindi, rappresenta una occasione per riproporre una selezione di questo materiale.

(Luca) Per la seconda parte della domanda, hai colto nel segno, come risposto prima. L’idea nasce dal fatto di pubblicare tracce che non erano mai state realizzate ufficialmente, Metal zone e Gianfranco Belisario in primis, ci hanno spinto a fare questo re-restyling, noi abbiamo accettato con una voglia che, onestamente non ci aspettavamo. Intendo dire che tutti e cinque ci siamo tuffati nel progetto in maniera maniacale.


“Blood and tears” da una parte e  “King of the sky” dall'altra, sono due autentici pezzi da novanta interpretati magistralmente da tutta la band, soprattutto da te Luca, il vero ago della bilancia, cosa mi dite? 

(Francesco) Blood and tears è ancora il pezzo con cui apriamo i live e insieme al nostro inno “Heavy metal fighters” rappresenta l’essenza dei Messerschmitt dediti al metal classico, mentre su King of sky abbiamo voluto proporre una versione diversa da quella già presente sul live “Naked truth” proprio per enfatizzare le qualità di Luca. L’arrivo di Luca nella band, infatti, ci ha aperto nuovi orizzonti, specie rispetto alle melodie e alla possibilità di sfruttare il suo timbro in pezzi più ariosi, giocando con arpeggi e atmosfere. Da qui, proprio grazie a queste qualità di Luca, nasce la nostra voglia di andare sempre di più in una dimensione che ammette nuove contaminazioni, comprese influenze prog e rock. La versione di King of Sky su Still Lethal Metal è proprio un segnale di movimento in questa direzione.

(Luca) Sono due pezzi bellissimi. Il primo è un vero e proprio sganassone, non a caso usiamo aprirci i live. Lo spunto venne dal post terremoto dell’Aquila. Il secondo, nella nuova veste, è un pezzo che per certi versi, a detta di molte persone, esalta il mio modo di cantare anche grazie alla mia “provenienza” musicale (più rockettara, non proprio un metallaro, con tendenze melodiche quasi pop). Proprio questo mio modo di cantare ci ha proiettato in una sfida che abbiamo accettato e, in base ai riscontri che abbiamo, piace parecchio. King of Sky, è davvero un gran bel pezzo.

La band ha cominciato a muovere i suoi primi passi agli albori degli anni ottanta, quindi mi pare di capire che, come musicisti o semplici appassionati, di acqua sotto i ponti ne avete vista passare, il cambiare delle mode, dei gusti musicali, band ed atmosfere più volte rinnegate, ritornare in auge negli ultimi anni, non vi sembra tutto un grande paradosso?

(Francesco) La musica è sempre il risultato di influenze che hanno segnato la vita di chi compone. Sinceramente non ci facciamo troppe domande su qual è il genere in auge, siamo più ossessionati dalla necessità di trovare una nostra cifra stilistica, senza preclusioni. Ogni volta che nasce una canzone sembra un miracolo, perché siamo cinque persone diverse e anche nell’ambito del metal abbiamo gusti e influenze molto diversificati. Non so quanto questo venga fuori perché da un certo punto di vista sembra che qualsiasi cosa facciamo la nostra musica venga sempre associata per lo più al metal classico. Faccio un esempio per spiegarmi meglio: se è vero che a 16 anni ascoltavo ripetutamente e interrottamente i dischi degli Iron maiden, Priest, Kiss, etc.  e a quell’età, si sa, si interiorizza tutto velocemente e in profondità (avercela ancora quella memoria che ti fa imparare i testi in modo indelebile!) è anche vero che se sommo le ore di ascolto complessive da quegli anni ad oggi personalmente avrò accumulato molto più tempo, negli ultimi 40 anni, con in cuffia i Dream Theater, Queensryche, Tesla, Badlands, Anthrax e numerose altre band non necessariamente dedite al metal classico. Questo per dire che non si tratta né di seguire le mode né di perseguire un approccio nostalgico alla musica della nostra “giovinezza”. Fare musica, almeno per me, resta una esigenza espressiva ed è collegata fortemente al presente, anche se le radici, purtroppo o per fortuna, sono dove sono.

(Luca) Si, di acqua ne è passata tanta, generi, meteore e quant’altro. L’Heavy metal tutto sommato non è mai passato di moda…perché’ verosimilmente, non è mai stato di moda. Quindi, in tutta onestà, non ci sorprende questo ritorno in auge. Come tutti i classici, dal nostro punto di vista, mai rinnegati, ogni tanto riesce fuori, segno che così male, non è.

In tutto questo tempo in che maniera è cambiato il vostro rapporto con la musica concepita e suonata? Siete sempre stati degli inguaribili nostalgici, oppure anche voi avete provato a cambiare identità artistica?

(Francesco) Mai nostalgici, anzi! Come già detto siamo ancora alla ricerca della nostra identità (penso che sia un percorso che non debba finire mai). Confesso che la cosa che temo di più, almeno io, è quella di dare la sensazione di proporre “cover” di noi stessi o di apparire ai giovani una band incapace di uscire dal proprio seminato generazionale. Speriamo di poter dimostrare questo approccio non tanto nelle risposte alle interviste ma nei fatti, con la musica che stiamo scrivendo ora. 

(Luca) Credo che non sia cambiato molto. Inutile negare che ci sono, oggi, tecnologie che hanno cambiato il modo di comporre e produrre, ma, almeno per quel che ci riguarda, ci piace molto ancora trovarci a provare nello scantinato di Santa Croce in Gerusalemme, a litigare, ridere, lavorare duramente su un riff, sulle linee vocali, discutere su cosa fare in futuro. L’identità artistica per noi non è cambiata, come dicevo prima, siamo ragazzi maturi, ma artisticamente sempre artigiani.

Qual'è il vostro rapporto con la così detta musica liquida? Preferite acquistare pochi cd/lp dopo aver ascoltato qualche brano su youtube?

(Francesco) Confesso che da boomer quale sono il mio approccio con tutte le nuove tendenze tecnologiche (vedi anche per i social) è freddino, ma ammetto che, in termini di musica liquida, pur mantenendo le mie abitudini (sono tra quelli che vuole possedere il supporto fisico) ho trovato giovamento dalla possibilità di documentarsi e fare nuovi ascolti in modo libero. Una volta compravo molti dischi (poi CD) l’anno e molti si rivelavano una delusione. Oggi compro meno CD (ma ancora lì compro!) e il più delle volte grazie ad ascolti su youtube, alimentati dalla curiosità o dà consigli di amici. A parte l’approccio personale, comunque, la sensazione è che la musica liquida sia una realtà con cui non è più possibile non fare i conti. Le auto non hanno più il lettore CD e i ragazzi oggi non credo che siano in grado, come facevamo noi, di stare fermi 45 minuti, senza cellulare, con una copertina di un vinile stretta in pugno, sguardo fisso, ascoltando un intero LP fino alla fine, senza “skippare”, anzi, mi è piaciuto… lo riascolto da capo… e tutto di seguito! Ecco, rispetto alle nuove tendenze dei ragionamenti andrebbero fatti. Purtroppo non sono sicuro che mi piaccia ascoltare le soluzioni che ne scaturiscono… forse, rispetto a questo aspetto, posso dire di essere un po' nostaglico e spesso temo che la nostra modalità di proporre musica (leggi CD fisico) rischi di essere “fuori dal tempo”.

(Luca) Le piattaforme on line, sono indispensabili, ci siamo adeguati anche noi, come detto prima, anche in considerazione del fatto che difficilmente, in quest’epoca, tutti ascoltano un cd per intero. Il fan Heavy metal è molto ossequioso al cospetto dell’oggetto fisico, quindi il cd o il vinile, tornato sulla cresta dell’onda da qualche anno. Noi continuiamo a comprare cd, in virtu’ di quel fuoco ancestrale che ci anima……certo, scaricare ogni tanto, fa risparmiare qualche soldino.

C'è un disco di una formazione underground che vi sentite di consigliare e perché? 

(Francesco) Sarebbe lungo (e forse anche “sconveniente” per me) spiegare cosa penso dell’underground, quindi mi limiterei a consigliare alcune band di Roma (e i loro dischi) che meriterebbero senz’altro più attenzione proprio per il loro approccio. Non amo chi si accontenta della suonatina con gli amici ogni tanto, suonando caciara in virtù dell’appartenenza all’underground o limitandosi ad un impegno estemporaneo fatto di poche note e molte birrette in sala prove. Preferisco chi è in grado di mettere su un vero progetto artistico, credendoci ed investendo, programmando e assumendosi tutti i rischi del caso. Fare musica originale, al di là della qualità che si riesce ad ottenere, è un lavoro enorme, che impegna la mente e l’anima 24 al giorno, qualsiasi lavoro si faccia per vivere, per questo vorrei che potesse esserci sempre una distinzione tra chi ci mette impegno perché animato da esigenze artistiche e chi vive la musica come un passatempo estemporaneo come se si fosse iscritto ad acqua gym. Detto questo, a parte tutta la scuderia Metal Zone (che è già selezionata con rigore rispetto a questo approccio) mi sento di fare alcuni nomi, senza farmi influenzare dalle numerose amicizie: Whisperz e Shock Proof. Me ne vengono in mente molti altri, ma mi scuseranno se non li aggiungo...

(Luca) Consiglierei qualcosa di vecchio dei Fingernails, senza un preciso motivo, salvo forse, che, ascoltandoli, si percepisce lo spirito di quei tempi quasi preistorici. 

Altro punto a vostro favore è che avete sempre fatto parlare i fatti tenendovi lontani dalle bagarre che sempre più spesso, oramai, invadono i social ad ogni livello....

(Francesco) Quali bagarre? Quali social? 😉

(Luca) Grazie, anche se, negli ultimi anni, per forza di cose, sui social ci siamo finiti. Un po’ per esigenze di visibilità e anche di promozione, ma soprattutto, torniamo al discorso iniziale, per essere “moderni” ed adeguarci ai tempi. Ad onore del vero, non ne facciamo un uso smodato, siamo un po’ pigri a tal proposito, allo stesso tempo ci rendiamo conto che sono diventati “fondamentali”.

Ci sarà la possibilità di vedervi in azione su un palco al di fuori della capitale? Avete già pianificato qualche data in questo senso? Se ci fosse la possibilità di uno scambio equo di date con una band del nord/sud dello stivale accettereste?

(Francesco) Purtroppo persistono difficoltà, per noi, nel proporci in contesti esterni al GRA, è un limite organizzativo (problemi di lavoro e costi di trasferta, soprattutto) che però vorremmo veramente provare a superare. Lo scambio sarebbe sicuramente una soluzione ottima, ci abbiamo provato in passato ma a Roma c’è anche il problema di trovare location adatte (in termini di adeguato rapporto qualità/prezzo). Diciamo che questa sollecitazione rappresenterà il nostro obiettivo prioritario nell’immediato futuro.

(Luca) Si certo, abbiamo in programma una data in Puglia, a Trani più precisamente, in autunno.Uscire da Roma è, per certi versi, sempre un bene, visto che la scena, nei locali della Capitale, ristagna un po’. Siamo sempre disponibili a scambi “culturali”.

Messerschmitt era il nome della ditta che progettò e produsse i caccia usati della Luftwaffe, qualcuno di voi è un appassionato di aviazione? Siete mai stati accusati di essere dei simpatizzanti di destra?

(Francesco) Il nome Messerschmitt nasce proprio a causa della passione per gli aeromodelli di mio padre. In più, nell’83, andava forte l’iconografia adottata da altre band metal come Motorhead e in un momento di esaltazione adolescenziale ci venne in mente di scegliere il nome di un aereo tedesco, con suono duro e la croce di ferro come simbolo (tra l’altro è l’attuale simbolo dell’aviazione tedesca).Ammettiamo che qualche problema questo monicker ce l’ha creato, ma non avendo nessun collegamento con ideologie di destra, ad un certo punto è diventata una questione di principio e abbiamo sempre voluto rivendicare la libertà della nostra scelta iniziale. 

(Luca) Si esatto. Francesco, il boss, è un appassionato di modellismo aereonautico. Il nome risale agli anni ottanta, quando i monicker di molte band richiamavano le scritture teutoniche, diciamo che andava di moda, quindi quel logo è rimasto. Lo ripeto, le radici non le rinneghiamo. Accusato esplicitamente no, abbiamo avuto qualche problema però. Siamo persone di estrazione sociale popolare, la politica cerchiamo di non inserirla nella nostra musica, anche se abbiamo scritto testi che parlano dei deliri e dei disastri della guerra, di oppressione, alcuni con risvolti sociali, altri con riferimenti all’inclusione, alla partecipazione e alla condivisione delle esperienze di tutto il genere umano e di ogni razza e ceto sociale.Basta leggere i nostri testi, specie gli ultimi, per capire di che pasta siamo fatti. 

Prima di concludere vorrei che ricordassi assieme a me una figura fondamentale della scena heavy rock capitolina, ovvero il grande Baffo Jorg scomparso tragicamente troppo presto....

(Luca) Qui lascio a te Fra.

(Francesco) Con Baffo abbiamo condiviso la nascita della nostra passione per il metal. Fondammo con lui gli Zelloffen (nome con sonorità tedesche che influenzò il cambio successivo in Messerschmitt) e abbiamo moltissimi ricordi, alcuni veramente esilaranti, del tempo passato con lui. Giuseppe (Baffo) era più grande di noi e per certi versi ci aprì la strada verso la comunità metal di Roma che noi non sapevamo nemmeno esistesse! Dopo la sua morte, però, abbiamo deciso che l’amicizia e il tempo passato con Baffo non dovesse essere strumentalizzato sulla base della notorietà che lui si guadagnò negli anni 90 nella scena metal capitolina. Per questo preferiamo che il nostro legame con Baffo, cosi come quello con Fabio D’Olimpio, un altro ex Messerschmitt che ci ha lasciato prematuramente, resti un patrimonio personale di chi ha avuto la fortuna di conoscerlo, di poterne apprezzare le sue doti umane e di aver condiviso con lui un sogno che per noi è ancora vivido.

Ok! Francesco e Luca siamo alla fine, vi lascio carta bianca per i saluti finali ai nostri lettori....

(Francesco) Non mi resta che ringraziare Forging steel e Beppe Diana per questa intervista. Per i lettori, seguiteci sui nostri social, il vostro supporto è molto importante per noi, specie in un momento come questo in cui siamo impegnati in una sorta di “cambio pelle”, lavorando nel contempo sia al secondo volume dell’antologia sia sul disco nuovo. Speriamo di poterci incontrare presto in una occasione live, magari - noi ce lo auguriamo vivamente - anche fuori Roma!

(Luca) Grazie del tempo che ci avete dedicato leggendo questa intervista, grazie a voi per averci ospitato, è stato un vero piacere. Noi continuiamo a darci dentro, voi seguiteci!!


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