Steel Flames - Still Burning

 


 Uno degli aspetti più intriganti di un appassionato  come il sottoscritto, è quello di trovarsi a scambiare quattro chiacchiere, anche se in forma telematica, con i propri idoli musicali, ed il dover spiegare a parole la stima e l’affetto che da sempre si nutre verso questi artisti, è un’impresa veramente ardua.
Questa sorta di preambolo, solo per introdurre l’intervista con i capitolini Steel Flames, formazione che, nonostante sia giunta al debutto discografico solo da qualche mese, si compone di musicisti navigati della scena nostrana, la così detta vecchia guardia che, da qualche anno a questa parte, sembrano veramente aver trovato la formula giusta per rivivere una seconda giovinezza, e non solo artistica, e questo grazie ad una verve compositiva che li ha spinti nella pubblicazione di un album di tutto rispetto, e da tenere in considerazione, che rappresenta l'ideale spartiacque fra presente e futuro dei nostri..
Lasciomo dunque la parola alla band che si è sottoposta con sagacia al fuoco incrociato delle nostre domande….

Intervista raccolta da Beppe "HM" Diana

Ciao Stefano e grazie di cuore per il tempo che ci stai volendo dedicare, partirei con la prima domanda facendo un piccolo passo indietro, cos'è successo di così drastico in seno ai Way Out? Perchè avete deciso di separarvi? Solo voglia di percorrere altri sentieri artistici? 

(Stefano): I Way Out finiscono il loro percorso con l’uscita di “Wheel Of Time”. Volevamo fare uscire un cd e un vinile con vecchi e nuovi brani della band. Avendo registrato all’epoca solo demotape, ci sembrava giusto per noi e per tutte le persone che ci hanno seguito in tanti anni. Poi le strade con il cantante si sono separate e con l'ingresso di Marco ci siamo accorti che le atmosfere e i brani erano una cosa completamente diversa da tutto quello fatto in precedenza, quindi abbiamo pensato di ripartire da zero e creare una nuova identità: gli Steel Flames, per il rispetto di tutti, anche se in molti ci chiamano ancora Way Out

Come siete entrati in contatto con il vostro nuovo frontman che in molti ricordano dietro ai microfoni dei cult heroes Savers? 

(Riccardo): A metterci in contatto con lui è stato Frank Marrelli avendo suonato sia con noi che con Marco con i Savers e consigliato da altri amici. Con lui siamo riusciti a creare una bella alchimia e una grande amicizia anche fuori dal contesto della band. Siamo molto soddisfatti.
Cosa puoi dirci sul processo di song writing del disco? Nei credits sono riportati i nomi di Riccardo e di Marco, a me invece sembra di capire che ogni singolo brano sia un lavoro di gruppo che parte dalla sala prove: dico bene?
R (Marco): funziona in questo modo: Riccardo porta in genere la struttura musicale del brano sulla base della quale creo e inserisco una linea vocale e successivamente il testo. Stefano e Vincenzo hanno collaborato in maniera proattiva alla creazione di 2 tracce (Enslaved e Steel Flames) ma ovviamente in sala c’è sempre e comunque un lavoro armonioso di gruppo che definisce i dettagli e le migliorie e che coinvolge tutti e quattro. Fino ad ora questo metodo di lavoro si è rivelato davvero efficace ma non è escluso che in futuro anche Vincenzo e Stefano portino del materiale su cui lavorare, il team è davvero solido sotto molti punti di vista e sono sicuro che si potrà solo migliorare in sede di composizione e arrangiamento.




Il suono che ruota attorno all'album continua a flirtare con il power metal di matrice europea, ma porta con sé un forte retrogusto epic metal di fondo, non vorrei essere scortese, ma questa è una scelta deliberata o è una naturale conseguenza della vostra maturazione che è arrivata in modo naturale?
R (VINCENZO) : A questa domanda, forse, potrebbero rispondere più correttamente Riccardo e Marco, i principali compositori di questa opera prima. Una cosa è certa: lo stile musicale degli Steel Flames non è costruito a tavolino ma nasce in maniera molto spontanea e naturale. Il nostro modo di suonare e pensare l’Heavy Metal raccoglie i gusti musicali e gli ascolti di tutti e quattro che vanno dai gruppi storici come Priest, Black Sabbath, Rainbow passando per la NWOBHM e l’Epic/Power di stampo americano fino al Metal di matrice teutonica, Accept e Helloween su tutti.

Divisi fra impegni familiari, lavorativi e scazzi vari, che genere di difficoltà avete dovuto superare per portare a termine le registrazioni del disco?
R (STEFANO): All’inizio è stato molto impegnativo, a causa degli impegni di ognuno di noi e anche del periodo di lockdown, trovare il tempo per chiuderci in sala di registrazione, ma al tempo stesso è stato divertente. Oggi molte band registrano e compongono seduti sul divano di casa, scambiandosi i file, senza nemmeno avere rapporti con gli altri componenti, questo non fa al caso nostro, la nostra è stata una registrazione vecchio stampo, chi non suonava ascoltava e portava birra o caffè.  Questo è importante, ti dà un senso di appartenenza che purtroppo con la tecnologia è andato perso.

Quant'è difficile portare avanti un progetto musicale come il vostro, quando suonare in una band non ti permette nemmeno di pagare le bollette di fine mese? Quanta passione, quanta pazzia e quanta dedizione ci vogliono oggigiorno per suonare heavy metal in un paese da sempre al confine come il nostro?
R (STEFANO) Potrei farti la stessa domanda con la tua fanzine. Sicuramente, come tantissimi altri gruppi italiani, all’estero avremmo avuto un riscontro differente, ma non importa, questo è il nostro stile di vivere il Metal. Su questo siamo molto estremisti. È la nostra vera passione e ci ripaga la soddisfazione di fare una cosa che amiamo.

Come ed in che maniera concepisci la parola “successo” dopo tutto questo tempo?
R (STEFANO): La parola successo è per me difficile da concepire, bisogna partire prima di tutto da quello che siamo riusciti a fare in questi anni. Una band come la nostra si nutre di piccole e grandi soddisfazioni, quelle si, e quelle vengono dal riscontro di tutte le persone che ci seguono live e sui social media. Qualcuno ha mai messo in discussione il fatto che giocare a calcio sia divertente anche se non si è professionisti? Personalmente suono con Riccardo e Vincenzo dai tempi delle scuole medie e superiori, suoniamo con la stessa intensità ed energia di allora, questo per me, è di gran lunga, un gran “successo”.

Cosa vi aspettate dal nuovo album? Vendere un buon numero di copie o raggiungere nuovi appassionati della band?
R ( RICCARDO) : Entrambi i casi, stiamo vendendo tante copie ma soprattutto quello che ci gratifica di più è il riscontro con il pubblico, ci sono tante nuove persone che seguono la band entusiaste di quello che siamo riusciti a trasmettere con il disco ma soprattutto siamo una band che nei live non si risparmia assolutamente.
R( VINCENZO) : Innanzitutto speriamo che il nostro disco possa raggiungere il cuore e la testa dei metallari in grande numero. Ovviamente vendere “tante” copie (solitamente vendute in modo diretto ai nostri concerti) è la prova tangibile che il nostro lavoro e le nostre esibizioni live vengono apprezzati. Anch’io sono da sempre un accanito acquirente di CD, vinili e gadget delle mie band preferite, quindi conosco bene la relazione che lega una band ai propri fans.

Come ed in che maniera è nato l'accordo che vi lega alla Ace Records sussidiaria dell'omonimo negozio di dischi della capitale? Se non erro il vostro è il primo album di una band attiva ad essere stampato in cd, dico bene?
R (VINCENZO) : Il rapporto con Stefano Denni della Ace Records Roma è innanzitutto un legame di amicizia e stima reciproca. Il suo negozio e la sua etichetta sono diventati un punto di riferimento fondamentale per la scena metal capitolina (e non solo). Credo che il nostro full length sia il primo CD prodotto dalla Ace Records Roma, finora aveva realizzato solo stampe in vinile.

Sai se è prevista una versione vinilica? E visto che ci siamo, che ne pensi del ritorno in auge degli LP? La vendetta del disco nero che si è compiuta dopo oltre trentanni o cosa?
R (RICCARDO): Per il momento no, forse più avanti, anche perché il prezzo del vinile ultimamente è molto aumentato alla fonte in quanto la domanda è cresciuta, ovviamente il vinile è tutta un'altra cosa sia come suono che l’emozione che ti da quando lo apri e lo poggi sul piatto.

Rispetto a qualche anno addietro la scena classic metal  sembra in netto recupero, ogni settimana vengono pubblicati decine e decine di dischi da ogni parte del mondo, qualcuno ha addirittura ipotizzato la nascita di una New Wave Of Traditional Heavy Metal, tutto sto pippone per chiederti solo una cosa, dacci tre buoni motivi per cui un ipotetico follower della scena odierna debba avvicinarsi agli Steel Flames e al loro disco, acquistarlo senza poi doversene pentire in seconda battuta.
R (STEFANO) : La domanda è difficile ma ci provo. Perché già la copertina, che è volutamente molto basic e anni ’80, lascia facilmente intuire di che prodotto si tratta: sono quaranta minuti di puro Heavy Metal classico, è un disco che ogni amante del periodo NWOTHM  dovrebbe ascoltare, è un genere che potrebbe sembrare troppo vecchio stampo ma che non morirà mai. Se amate il Metal più puro ed incontaminato non lasciatevi scappare questo disco…non ve ne pentirete.

Tornando alla band in quanto tale, so che avete  avuto la possibilità di presentare il disco nella sua interezza in veste live , qual è stata la reazione del pubblico? Qual è il target, se ne esiste uno, degli appassionati che vi seguono in veste live?
R (MARCO): esattamente, abbiamo avuto varie occasioni di presentare il nostro disco live e ci ha particolarmente colpito l’attenzione che manifesta il pubblico durante l’esecuzione dei brani unitamente all’energia che sprigiona sotto palco. I metalheads che assistono ad un nostro concerto ascoltano attentamente e contemporaneamente rispondono in maniera assolutamente travolgente e ciò restituisce la carica di cui si ha bisogno per non deluderli, una sorta di scambio di emozioni che risulta essere il carburante per ogni live. I pezzi sono molto apprezzati così come l’esecuzione, il disco sta avendo ottime recensioni su molti fronti, incluso quello dal vivo e colgo l’occasione per ringraziare il pubblico per l’ottima risposta. Presentiamo un genere Heavy Metal classico e ci siamo accorti che in realtà non esiste un vero e proprio target di persone che assistono ai nostri concerti, troviamo amanti del genere più estremo che bevono una birra accanto a delle ragazze che indossano la t-shirt dei Motley Crue: il fatto che entrambi partecipino ai cori che propongo e scapoccino tutto il tempo non può che essere motivo di orgoglio per la band.

State pianificando delle date per supportare il disco dal vivo al di fuori della capitale? Credi che ci sarà la possibilità di vedervi in azione al di fuori delle vostre mura amiche?
R (STEFANO): Certamente. In questo momento stiamo promuovendo il disco, presto uscirà su tutte le piattaforme abbiamo già un paio di date qui a Roma e speriamo di avere il tempo e l’opportunità di promuoverlo live anche fuori dalla capitale.

Vulture Vengenance, Sommo Inquisitore, Dragonhammer, Rosae Crucis, T.I.R., Messerschimitt  c'è qualche rapporto di amicizia/stima reciproca che vi lega ai nomi che ho citato in precedenza?
R(RICCARDO): Assolutamente si, abbiamo un bel rapporto qui a Roma con i membri di altre band visto che spesso ci capita di suonare insieme. È un bel rapporto ci si scambia opinioni, esperienze è sempre un piacere incontrarsi quando qualcuno di noi suona dal vivo.
Domanda classica: quali sono i batteristi che ami di più e quali quelli a cui ti ispiri? Sei dell'idea che “non si finisce mai di imparare?
R(STEFANO): Da ragazzo ho sempre ammirato Tommy Lee e Tommy Aldridge, e tantissimi altri, poi per la serie non si finisce mai di imparare, apprezzo sicuramente Neil Peart e Stewart Copeland.
 

Prima di terminare avrei un desiderio, potresti ricordare due personaggi della scena romana posti agli antipodi uno dall'altro, ovvero Baffo Jorg e Richard Benson.
R(STEFANO): Di Richard Benson ho un bellissimo ricordo di quando aveva una trasmissione televisiva su una rete locale TVA 40 “ottava nota” e presentò all’epoca anche un nostro demotape, dei Way Out, “We are Ready”. A quei tempi era un vero “influencer” avevi, tramite la trasmissione, la possibilità di conoscere tanti gruppi sconosciuti e underground, poi scelse di fare altre cose e non lo ho più seguito molto. Invece quando parliamo di Baffo, oltre che un amico una persona davvero speciale, è d’obbligo dire che tutta la scena romana, e non solo, di quel periodo gli deve qualcosa. Il 21 ottobre suoneremo, insieme ai TIR e agli Half Life, ad una serata organizzata da Altamira Event al Defrag, intitolata proprio “METAL MASSACRE NIGHT”, il nome con il quale Baffo organizzava eventi. E’ un onore: Baffo manca davvero a tutti noi!

Ok Stefano siamo alla fine, vorresti fare un saluto speciale ai lettori di Forging Steel??
R (STEEL FLAMES): Tutti noi ringraziamo “Forging Steel” per la passione che mette nel raccontare e divulgare il metal nostrano, per la possibilità che dà alle band di farsi conoscere.  E un grazie, in particolare, al redattore, l’inossidabile, Beppe Diana. Per quanto riguarda i lettori speriamo di incontrarvi tutti da sopra e sotto un palco! FORGING STEEL FLAMES!!!

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