Riccardo Strizzi - Renegade

 


 E se non è passione questa, ditemi voi che cos’è… Passione già, nobile sentimento che brucia ed arde come una fiamma se hai un animo artistico, quella stessa che si ritrova ascoltando il debutto da solista del singer romano Riccardo Strizzi, una vita spesa a promulgare il verbo del sacro metallo dietro al microfono dei suoi WayOut, due demo ed altrettanti dischi per la compagine capitolina rimasta momentaneamente in ibernazione dopo la scissione in due distinte fazioni con il suddetto singer da una parte, ed il resto della band dall'altra.
Così, dopo un primo periodo di appannaggio, il nostro ha deciso di rituffarsi nella mischia con la voglia di un esordiente e la consapevolezza, questa si, che non tutto, per fortuna, è andato perso per sempre e, circondatosi di una backing band di assoluto valore, tutto meno che dei comprimari di lusso, si è reso artefice di un disco che, carte alla mano, è destinato a far parlare di se. Sperimentazione, ecco la chiave di lettura delle undici composizioni di “Renegade”, un lavoro maturo ed al passo con i tempi, sia per le tematiche trattate nelle liriche dei brani, che  per quel che concerne la registrazione e la produzione cristallina, intriso com’è di contaminazioni che profumano di modulazioni radiofoniche, atmosfere legate da una scuola hard rock di matrice tipicamente americana, e partiture più easy, il tutto contornato da mirabolanti soluzioni strumentali, con il chitarrista Massimo Canfora in grado con la sua sei corde di fare il buono ed il cattivo tempo, ed una sezione ritmica sempre sul pezzo, elementi questi che caratterizzano composizioni che colpiscono al primo affondo.
Un disco open mind che non ha nessuna velleità se non quella di porre l’accento sull’attitudine just for fun, con un singer finalmente libero di esplorare tonalità vocali fino a questo momento inesplorate, un concentrato di classe cristallina asservita ad un song writing elegante, raffinato e di classe, che cattura l’attenzione dell’ascoltatore, grazie soprattutto alla fluidità di alcune alterazioni sensoriali caratterizzate da peculiarità di scrittura, che infondono il giusto approccio atmosferico a composizioni ottimamente strutturate come ad esempio l'opener “Wild City”, episodio dotato di un appeal melodico esaltante, la delicata “You can't die for love”, che porta ben impresso nel suo DNA artistico, le modulazioni armoniche tacitamente melodic rock, la title track “Renegade” caratterizzata da un ottimo refrain, “Malleus Maleficarum” che rappresenta una sorta di trait d'union fra passato e presente, anche se il brano che colpisce maggiormente a primo acchito è senz'ombra di dubbio quella “Influencer” che, ne sono certo, non passerà inosservata.
Un disco eccellente che potrebbe arrivare ad abbattere anche i muri dell’indifferenza radicata all’interno di un circuito musicale asfittico per eccellenza come quello nostrano, e questo non solo per una componente attitudinale che ha ben poco da invidiare ai loro molteplici colleghi più famosi, ma grazie alla qualità intrinseca di una proposta musicale ottimamente strutturata senza alcuna remora.
Monsieur Riccardo Strizzi: chapeau....

Beppe “HM” Diana

Voto: 5 Stars (5 / 5)

Etichetta: MetalZone records
Anno di Pubblicazione: 2022
Contatti: Riccardo Strizzi Band Official

Line up:
Riccardo Stgrizzi – vocals
Massimo Canfora – guitars
Michele Raspanti - bass
Claudio Cappabianca – drums

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